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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

Fiat in marcia verso il piano: un trimestre da record

Fiat Chrysler archivia un trimestre da record e il titolo vola in borsa riportando in territorio positivo (+0,15%) l’intero indice di Piazza Affari. Le contrattazioni delle azioni del gruppo italo-americano sono state anche sospese per eccesso di rialzo prima di chiudere con un robusto +9,3% a 10,6 euro. Risultati quindi perfettamente in linea con i target 2017 e con gli obiettivi del piano che si concluderà alla fine del prossimo anno. E soprattutto migliori rispetto alle aspettative poiché il ceo Sergio Marchionne alla recente assemblea degli azionisti aveva parlato di «primo trimestre un po’ fiacco».

È ora evidente che il top manager si riferisse all’andamento del business in Nord America, la “region” di gran lunga più rilevante per il gruppo con sede in Olanda, e non ai risultati finanziari. L’Ebit adjusted è infatti cresciuto dell’11% a 1,5 miliardi di euro, l’utile netto adjusted del 27% e l’utile netto addirittura del 34% a 641 milioni, 163 in più rispetto ai 478 di gennaio-marzo 2016. Stabili (+1%) le consegne complessive a 1.145.000 unità, in crescita del 4% i ricavi netti arrivati a 27,719 miliardi. Rispetto alla fine dello scorso anno il debito è sceso di quasi 3 miliardi (da 24 a 21,1 miliardi), la liquidità è passata da 23,8 a 21,5 miliardi. Il margine del gruppo è in crescita al 5,5%, con quello della regione Emea arrivato al 3,2% e quello della Nafta al 7,3%.

Da primato quello della Maserati (11,3%) in aumento a doppia cifra per il terzo trimestre di fila grazie soprattutto alla forte spinta della Levante. In miglioramento i risultati operativi di tutte le aree geografiche ad esclusione del Sud America dove la situazione dell’economia e dell’intero mercato dell’auto resta critica. Come aveva anticipato l’ad di Fiat Chrysler ha confermato tutti gli obiettivi dell’esercizio in corso: ricavi netti fra i 115 e i 120 miliardi, Ebit adjusted oltre i 7 miliardi, utile netto adjusted oltre i 3 miliardi, debito netto industriale inferiore a 2,5 miliardi (a fine marzo era a 5,1 miliardi). Marchionne ha risposto alle domande degli analisti nella tradizionale conference call con una battuta sull’inesistente dialogo con la Volkswagen per un’eventuale alleanza: «Ho visto Matthias Mueller? No, ero troppo impegnato a far registrare a Fca risultati record».

Poi è tornato serio escludendo la dismissione di rami d’azienda per centrare i risultati del piano 2018: «Non ci sono nostri asset in vendita, nemmeno nel settore della componentistica. Raggiungeremo i 5 miliardi di cassa senza privarci di alcuna azienda». Poi il numero uno operativo della più grande azienda controllata da Exor a puntato i riflettori su eventuali partner tecnologici: «Fca continuerà a guardarsi intorno in questo settore, gli orizzonti non sono limitati a Google». Nonostante gli eccellenti risultati della casa del Tridente e la buona partenza di Giulia e Stelvio per l’Alfa Romeo, Marchionne ha spiegato che con i due brand si perdono ancora soldi, mentre Jeep nel 2018 infrangerà la barriera dei 2 milioni di veicoli venduti in un anno.

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Sabato 29 Aprile 2017 - Ultimo aggiornamento: 17:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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