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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

La Mercedes è già campione, per Rosberg il titolo è a un passo

Niente da fare, anche in Giappone la Ferrari resta fuori da podio. Nelle ultime otto gare solo una volta la Rossa è arrivata fra i primi tre, nel Gran Premio d’Italia a Monza quando Vettel, con una certa autorità, riuscì ad infilarsi dietro le inarrivabili Frecce d’Argento. Una stagione da incubo, una SF16-H assai deludente, ma anche parecchia sfortuna poiché sono stati pochi i weekend in cui tutto è filato liscio e non sempre per colpa di Sebastian che, per rimediare alla poca competitività della sua auto, si è inutilmente messo a fare a ruotate. A Suzuka il passo del Cavallino non era affatto male, sia in prova sia in gara, le Ferrari hanno fatto vedere di poter stare davanti alle Red Bull su un tracciato indubbiamente difficile e di non perdere anni luce nemmeno dalle Mercedes che, per varie ragioni, hanno però corso con il freno a mano tirato.

Purtroppo non è accaduto, perché entrambi i piloti sono partiti penalizzati sulla griglia dopo buone qualifiche e perché la Red Bull ha Vestappen, anche ieri protagonista di una corsa straordinaria conclusa alle spalle del vincitore Rosberg che ha il Mondiale sempre più in pugno. Sul terzo gradino del podio un deluso e deludente Hamilton, autore di una buona rimonta dopo l’ennesimo errore in partenza, potendo però contare su un razzo decisamente superiore ai rivali. Il campione in carica ha preceduto i due ragazzi di Maranello, con Sabastian davanti a Kimi. Il nono trionfo stagionale di Nico, il primo all’università della guida nipponica, un tracciato che i piloti adorano quasi quanto Spa, consente alla corazzata tedesca di mettere matematicamente in bacheca il terzo titolo Costruttori di fila con quattro gare di anticipo.

È altrettanto certo che pure la corona riservata ai piloti finirà a Stoccarda per la terza stagione consecutiva, con il driver tedesco ora nettamente favorito sul britannico che ha dominato gli ultimi due Campionati, ma al quale ora non basterà più nemmeno vincere le quattro gare rimaste se il compagno gli finirà alle spalle. Nella lotta per il “campionato degli altri” ancora una giornata a favore della Red Bull che porta il vantaggio sulla Rossa in classifica Costruttori a 50 punti (Ricciardo, molto meno incisivo di sette giorni prima in Malesia, ha chiuso sesto). Nella graduatoria dei driver Rosberg guadagna altri dieci punti su Hamilton ed ora può contare su 33 lunghezze di vantaggio con cento punti ancora a disposizione. Verstappen avanza ulteriormente agguantando Vettel al quinto posto (165) ed ora sono entrambi a soli 5 punti dalla quarta posizione di Raikkonen. Sarebbe un vero disastro se entrambi i piloti Red Bull finissero davanti ai ferraristi.

Ancora una volta la corsa si è conclusa al via. Nico, che scattava per la terzo anno di fila dalla pole a Suzuka, è partito bene ed ha corso passeggiando, riuscendo finalmente a concretizzare il risultato finale. Come accaduto a Monza, invece, Lewis è rimasto quasi inchiodato quado si è spento il semaforo infilandosi solo ottavo nella prima curva. Il britannico si è scusato con la squadra via radio, ma Toto Wolff e Niki Lauda hanno tirato un sospiro di sollievo perché l’unico modo per rovinare la festa alle Stelle era un duello serrato fra i due galletti con in gioco il titolo mondiale (non sarebbe stato facile dare ordini di scuderia). Sebastian ha guidato bene, con grinta, facendo bei sorpassi e, in alcuni frangenti, avvicinandosi anche all’olandesino volante.

Nulla ha però potuto contro il ritorno di Hamilton che ha anticipato la seconda sosta prendendosi la terza posizione e montando ancora le gomme dure. Il box di Maranello ha rispedito in pista Vettel con le morbide (mancavano 19 giri), ma non è certo bastato per effettuare il sorpasso. Lewis, con le gomme di due gradazioni più dure, ha resistito per poi allungare con decisione e alla fine, mentre era impegnato a lottare con Verstappen, dava quasi due secondi al giro alla Ferrari che ormai aveva tirato i remi in barca. Superba la difesa di Max, un vero fenomeno che ricorda sempre più Senna e Schumi: dopo aver ripetutamente dato lezioni di guida nei duelli con Raikkonen, Vettel, Rosberg e Ricciardo, a Suzuka ha chiuso la porta in faccia anche ad Hamilton, uno che nel corpo a corpo non si tira certo indietro e che aveva grande bisogno di punti per tenere accese le speranze iridate.

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Venerdì 14 Ottobre 2016 - Ultimo aggiornamento: 06:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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