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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Marx Verstappen in lotta con Kimi Raikkonen all'Hungaroring

Le lezioni di Verstappen, il bambino prodigio che guida come un veterano

Mercedes stellare, Ferrari sfortunata. Eh sì, sembra proprio che la buona sorte si sia dimenticata del Cavallino che anche a Budapest ha raccolto meno di quanto meritava. Per carità, le Frecce d’Argento restano inarrivabili, ma le Rosse all’Hungaroring avevano un passo per stare davanti alle Red Bull, invece Sebastian e Kimi hanno perso i rispettivi duelli con Ricciardo e Verstappen e ora il vantaggio della nazionale dei motori sul team britannico è di appena un punto e rischio di doversi giocare fino in fondo il secondo posto nel Mondiale diventa alto.

Del titolo, per essere realisti, non è nemmeno il caso di parlare poiché ieri la corazzata tedesca ha messo a segno l’ennesima doppietta confermando una superiorità netta anche su una pista che lasciava più speranze a Ferrari e Red Bull e che nei due anni precedenti non aveva mai premiato le Stelle di Stoccarda autentiche dominatrici dell’era ibrida. Se per le Mercedes la pista ungherese non è proprio il giardino di casa, non si può dire altrettanto per Lewis Hamilton che adora i saliscendi sulle sponde del Danubio dove ieri ha trionfato per la quinta volta facendo addirittura meglio di Michael Schumacher.

La corsa è durata appena 600 metri, la distanza che separa il semaforo dall’imbocco della prima curva. Rosberg dalla pole non era scattato nemmeno male, ma il compagno lo ha affiancato all’interno e Ricciardo all’esterno costringendolo ad alzare il piede per evitare l’ennesimo contatto tutto made in Germany. In curva 2 Nico è riuscito a riprendersi la piazza d’onore, ma non gli è bastato per conservare la vetta del Campionato che per la prima volta nel 2016 passa al campione in carica. Fra i due c’è stato un po’ di elastico, ma mai duello vero, anche perché su un tracciato dove i sorpassi quasi impossibili non era il caso di provarci.

Alle loro spalle si è accesa la lotta Red Bull-Ferrari ed è stata più entusiasmante. Le Rosse hanno pagato il fatto di partire dietro, ma si sono fatte valere e nel finale Sebastian ha tentato di strappare il terzo gradino del podio a Ricciardo, mentre Kimi ha lottato con Verstappen per la quinta posizione, ma alla fine si è dovuto accontentare della sesta. La SF16-H ha dimostrato di avere un buon ritmo e la Scuderia ha lavorato perfettamente ai box, sia con le strategie che nei cambi gomme. Raikkonen ha effettuato un’eccellente rimonta partendo con le soft che gli hanno consentito di ritardare la prima sosta e poi di utilizzare due treni di supersoft.

Non ci è invece affatto piaciuto nel duello ravvicinato con Max che gli aveva chiuso la strada con autorità già a Barcellona (lì si lottava per la vittoria). A tre quarti di gara Kimi è piombato su Verstappen con le supersoft appena montate, mentre l’olandesino aveva le soft con diversi giri sulle spalle. E poteva pure usare l’ala mobile. Anche se Budapest è tortuosa il sorpasso ci stava tutto. Bisognava infastidire il giovanotto e poi infilarlo nel punto giusto con una manovra secca, a costo di andare tutti e due sul prato. Kimi è stato invece indeciso ed ha attaccato senza convinzione, proprio quello che voleva Max che guida come un veterano e, come tutti i campioni, ha la furbizia fra le doti del suo istinto.

In un rettilineo brevissimo dove la traiettoria è quasi obbligata, Max si è spostato a destra e poi ha chiuso a sinistra anticipando solo la corda della curva successiva. Tutto regolare. Verstappen nulla aveva invece potuto con la strategia Ferrari che ha fatto anticipare la sosta a Vettel, operazione che Sebastian non ha potuto ripetere con Ricciardo poiché alla Red Bull avevano capito il trucchetto: all’Hungarorin, come a Montecarlo, è meglio trovarsi davanti, anche se sei meno veloce.

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Lunedì 25 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 26-07-2016 19:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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