Il board di Volkswagen Group con al centro il ceo Matthias Mueller

Fenomeno Volkswagen, nell’anno più difficile della sua storia ottiene risultati mai sfiorati in precedenza

di Giorgio Ursicino
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WOLFSBURG - L’aria nuova è sempre salutare, anche se il cambiamento è brusco. Nessuno avrebbe mai immaginato però, nemmeno i top manager dell’azienda, che l’anno più impegnativo della sua storia (quello del dopo “caso emissioni”) si sarebbe trasformato in un successo per il gruppo Volkswagen. A raccontare l’accaduto i nove membri del cda nell’annuale conferenza sul bilancio riservata a un ristretto numero di media e analisti provenienti da tutto il mondo.

«Non era facile, lo scorso anno in questa stessa occasione avevamo poche certezze - ha spiegato un rilassato è sorridente Matthias Mueller, ceo del gigante di Wolfsburg - il lavoro da fare era tanto e i risultati difficili da prevedere». Anche per questo i target per l’esercizio 2016 erano stati conservativi, con un calo delle vendite che poteva arrivare al 5%. Oltre a gestire un business planetario e tenere unito un esercito di più di 600 mila dipendenti, erano planati sul tavolo due lavori straordinari da svolgere con grande rapidità.

Da una parte gestire e superare il “caso emissioni” che, solo negli Stati Uniti, è già costato oltre 20 miliardi. Dall’altra ridisegnare il profilo e gli orizzonti del colosso in una fase in cui l’intero settore automotive è alla vigilia di una rivoluzione epocale, quella dell’elettrificazione e della guida autonoma, della connettività e della condivisione. È vero che i più bravi riescono a trasformare i problemi in opportunità, ma il compito appariva improbo. A 12 mesi di distanza, come per magia, tutti i tasselli sembrano andati al loro posto e i risultati ottenuti hanno superato le più rosee aspettative. Che le cose fossero andate bene, sia era già intuito da qualche settimana quando erano stati resi noti i numeri dei veicoli venduti: +3,8% a quota 10.391.000, un volume che ha consentito a Volkswagen di scavalcare Toyota nella classifica delle vendite e di diventare il più grande costruttore planetario del settore.

A Nagoya non sono certo preoccupati per questo, un risultato per cui di per sé non stappano champagne nemmeno a Wolfsburg. La grandezza è sì importante per massimizzare le sinergie e diluire gli investimenti (vedi il famoso consolidamento che tutti auspicano), ma sono molto più strategici asset come la profittabilità, la soddisfazione dei clienti e la capacità di innovare per conseguire successi anche in futuro. Anche in assoluta buona fede erano molti quelli pronti a scommettere che, per non mollare quote di mercato, Volkswagen aveva spinto sui prezzi con inevitabili conseguenze sui risultati commerciali. Le cifre annunciate dal board affermano il contrario, con nuovi primati per i ricavi (+1,9% a 217 miliardi di euro) e per il risultato operativo prima degli oneri speciali (“special items”) cresciuto del 14% ed arrivato a 14,6 miliardi. Nonostante le “voci straordinarie” (7,5 miliardi, 6,4 dei quali dovuti al caso emissioni) anche l’utile non è stato affatto male (5,37 miliardi rispetto alla perdita di 1,36 miliardi del 2015) e ha consentito al cda di proporre all’assemblea degli azionisti un dividendo di due euro per azione. Il rafforzamento non si è fermato qui.

Con i dossier da gestire si poteva assottigliare la liquidità, che invece è cresciuta da 24,5 a 27,1 miliardi, e potevano emergere esuberi, invece Volkswagen Group ha fatto assunzioni visto che in 12 mesi i dipendenti sono saliti da 610 mila a quasi 617 mila. Tutte le aree geografiche sono andate bene: +9,7% la regione Asia-Pacifico a 4,3 milioni di veicoli (+12,2% la Cina a quasi 4 milioni), +3% l’Europa Occidentale a 3,5 milioni, +0,8% in Nord America a 940 mila unità, l’area che più avrebbe dovuto soffrire. Solo in Sudamerica c’è stata una brusca frenata (-24%), ma tutto il settore è in caduta libera. In un mercato sicuramente in salute il nostro paese è quello che ha dato uno dei contributi maggiori consentendo a Volkswagen di rafforzare la quota di mercato: 238.537 veicoli consegnati, il 14,8% in più rispetto ai 207.821 del 2015.

«Siamo tornati a correre, l’azienda è di nuovo in linea, la situazione finanziaria solida e i clienti di tutto il mondo hanno confermato di avere grande fiducia in noi», ha spiegato Mueller annunciando gli obiettivi 2017: ricavi in crescita fino al 4% e un “margine” fra il 6% e il 7%. Il direttore finanziario Witter ha ringraziato le banche per la linea di credito di 20 miliardi, anticipando che probabilmente non verrà rinnovata perché non più necessaria. La cosa più impressionante, però, è quanto Volkswagen ha fatto per riorganizzarsi, ridisegnare il suo profilo e programmare un futuro ricco d’innovazione e profondamente diverso. Alla vigilia di una rivoluzione si deve cambiare velocemente se si vuole restare fra i leader e il costruttore tedesco si è posto obiettivi da primo della classe. Ha messo a punto e avviato il piano “Together-Strategy 2025” e creato una nuova azienda all’interno del gruppo (Moia è il nome, ha sede a Berlino, ma avrà ramificazioni in tutti i continenti) che si occuperà di formulare, vendere e gestire i servizi di mobilità.

Mueller e il board, con l’approvazione dei consiglio di sorveglianza, hanno puntato forte sulla mobilità sostenibile e vogliono la leadership nell’elettrificazione: nel biennio 2017-2018 ci saranno 10 veicoli totalmente elettrici che diventeranno 30 nel 2025 (la ID e Sedric sono due esempi lampanti). Primi fra i grandi anche per la guida autonoma con una speciale divisione gestita da Audi. Poi le alleanze. Non c’è stato il tempo di pensare a quelle strategiche, ma sono stati raggiunti accordi locali con Tata Motors in India e con FAW e JAC in Cina per produrre veicoli economici. Il tutto con una grande attenzione al rispetto ambientale, alla sicurezza e all’integrità. «Il gruppo Volkswagen sarà più internazionale, più decentrato e più femminile - ha concluso Mueller - dobbiamo migliorare ancora le sinergie recuperando risorse per gli investimenti. E questo si può fare anche senza decidere tutto a Wolfsburg».
 

 

 

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Martedì 21 Marzo 2017 - Ultimo aggiornamento: 22-03-2017 20:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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