L'evoluzione della Ford Mondeo ibrida a guida autonoma

Ford sempre più nel futuro: evoluzione della propulsione ibrida a guida autonoma

di Mattia Eccheli
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LAS VEGAS – I sensori LiDar inseriti nelle barre al tetto che rilevano un'area grande quanto due campi da calcio sono fra le novità con le quali sono equipaggiati i nuovi prototipi di Ford Fusion hybrid (Mondeo in Europa) per la sperimentazione della guida autonoma. L'Ovale Blu ha anticipato la nuova generazione di modelli per i test al Consumer Electronics Show di Las Vegas (CES). Entro la fine del 2017 la flotta arriverà a 90 unità.

La sperimentazione avverrà su strade pubbliche con l'obiettivo (confermato da Ford) di arrivare al lancio della versione del modello di serie nel 2021. “Il primo veicolo Ford a guida autonoma, destinato a operatori di ride-sharing e fornitori di servizi navetta on-demand – ha precisato il costruttore in una nota - sarà completamente automatizzato e rispetterà lo standard SAE-4 (una scala che arriva fino a 5 ndr), che non prevede la presenza fisica di un pilota”. Tuttavia, le auto avranno ancora pedali e volante.

Lo sviluppo della guida autonoma è basato su una migliore analisi della realtà, scansionata e ricostruita sottoforma di mappa tridimensionale per consentirne l'impiego da parte degli algoritmi che pilotano il veicolo. Oltre ad essere state riprogettate, le apparecchiature di rilevamento sono state anche posizionate in modo diverso rispetto al passato. L'evoluzione ha consentito agli ingegneri di Ford di dimezzare il numero dei sensori LiDar, da quattro a due, implementando la precisione del “campo visivo”. Grazie all'armamentario tecnologico di cui dispongono (anche tre telecamere e radar di breve e medio raggio), i nuovi prototipi di Fusion Hybrid sono in grado di distinguere “elementi dinamici” (non solo altri veicoli, ma ciclisti, pedoni, animali e via elencando) oltre che identificare chiaramente la segnaletica orizzontale e verticale per orientare la guida.

“I nuovi prototipi sono dotati di una potenza di calcolo ancora più elevata per analizzare in tempo reale i dati raccolti dai sensori e reagire istantaneamente alle condizioni di guida”, assicura Ford che sperimenterà le auto oltre che in California ed Arizona anche nel Michigan. La capacità di “autoapprendimento” è un fattore chiave per il successo della sperimentazione poiché l'intelligenza artificiale che guida le Fusion deve essere in grado di replicare le scelte di un guidatore normale. La validità del sistema si basa su tre elementi: la capacità del pilota virtuale di immedesimarsi nell’ambiente circostante, di controllare l'auto e assumere decisioni. Attualmente il “cervello” della Fusion Hybrid Autonomous Drive è nel bagagliaio: ha una potenza computazionale paragonabile a quella di diversi computer ad alte prestazioni, che permette di analizzare in un’ora più di 1 terabyte.
 

 

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Mercoledì 4 Gennaio 2017 - Ultimo aggiornamento: 16:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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