Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia

Innocenti (Porsche Italia): «Panamera hybrid a primavera. Nel 2019 la 1^ Porsche elettrica»

di Sergio Troise
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MADONNA DI CAMPIGLIO - Tra Italia e Germania è in corso l’ennesima partita all’ultimo respiro. La politica comunitaria e la rivalità sul fronte dell’auto tengono alta la tensione. Abbiamo chiesto a Pietro Innocenti - 49 anni, un passato in Ferrari, oggi direttore di Porsche Italia - come vive questa situazione un manager italiano al vertice di uno dei più prestigiosi marchi tedeschi. Ci ha risposto con toni rassicuranti, dividendo la questione in due parti: quella industriale/commerciale e quella politica.

«Dal mio punto di osservazione credo che non si possa parlare di vera e propria guerra Germania-Italia. Ho alle spalle cinque anni di grande collaborazione con la casa madre, che ha molto a cuore il mercato italiano e ci è stata sempre vicino cooperando con noi e con la nostra rete di concessionari. Nel 2016 abbiamo venduto poco più di 5000 unità, con un incremento sul 2015 del 2/3%, e avremmo potuto fare di più se dalle fabbriche ci avessero inviato un numero maggiore di auto. Ne abbiamo parlato, hanno compreso il problema e ci hanno assicurato che nel 2017 verrà dirottato sull’Italia un maggior numero di unità prodotte».

Ciò avviene all’interno di casa Porsche. Ma sul fronte politico le tensioni sono forti.

«Le tensioni tra Italia e Germania di cui tanto si parla sono figlie di un’Europa immatura, che sulla via dell’unità è ancora alla metà del guado. La sfida sta nel trovare il modo di uscire dal guado, si deve lavorare per superare gli egoismi nazionali e pianificare in piena armonia. Al momento paghiamo tutti una evidente debolezza normativa, la regolamentazione sull’auto è insufficiente, c’è bisogno di riforme e regole chiare per pianificare i sistemi di controllo delle emissioni, e non solo».

In attesa di riforme e distensione politica, non teme che le tensioni tra Italia e Germania possano influire sulla accettabilità dei prodotti tedeschi?

«Seppure fosse, non può essere il caso di Porsche, che vanta prestigio, tradizione, immagine, curriculum sportivo, tecnologia all’avanguardia. Siamo campioni del mondo Endurance, e nel 2016 abbiamo stabilito il nuovo record di vendite (237.778 unità, ndr). Credo che nessuno possa pensare di rinunciare all’acquisto di una Porsche per motivi legati alle tensioni tra Germania e Italia. E sono anzi fiducioso in un 2017 di crescita, visti i segnali positivi che ci arrivano dal portafoglio ordini d’inizio anno e lo straordinario livello delle nostre ultime creazioni, in testa la nuova Panamera, un’auto apparentemente quasi uguale alla progenitrice, ma in realtà tutta nuova».

In Italia sarà commercializzata prevalentemente con motorizzazione Diesel. Lei crede che il gasolio abbia ancora un futuro a lungo termine?

«In alcuni mercati europei c’è tendenza a ridurne la diffusione, ma da noi finora non abbiamo registrato problemi. Riteniamo che il nostro diesel sia tecnologicamente all’avanguardia e che non tema confronti né per le prestazioni né per la capacità di controllare le emissioni. Ciò detto andiamo avanti con lo sviluppo di altre soluzioni, in testa l’ibrido e l’elettrico, oltre che naturalmente il benzina».

Quando arriverà la nuova Panamera Hybrid?

«Tra pochissimo. Entro la primavera del 2017 sarà disponibile nella gamma la terza generazione dell’ibrido, cui si affiancherà la seconda generazione dell’ibrido plug-in».

E il progetto sul full electric a emissioni zero?

«Va avanti secondo i programmi annunciati con la presentazione del concept Mission E. Ormai la strada è tracciata ed entro il 2019 avremo la prima Porsche a emissioni zero, con autonomia di 500 chilometri e capacità di ricarica per l’80% in appena quindici minuti. L’investimento – ricorda Innocenti - è di un miliardo di euro, e comprende non solo l’auto ma anche gli impianti produttivi e la creazione di un consorzio d’imprese, di cui Porsche sarà capofila, per la creazione di una rete di ricarica per auto elettriche e plug-in con colonnine ogni 200 chilometri, da allestire in tutta Europa, Italia compresa».

 

 

 

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Martedì 31 Gennaio 2017 - Ultimo aggiornamento: 18:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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