Il Colorado 44 di Rio Yacht che sarà presentato al Salone Nautico di Genova del 2016

A settembre nautica show a Genova, ma la guerra del mare non finisce più

di Sergio Troise
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GENOVA - Dal 20 al 25 settembre si svolgerà la 56ma edizione del Salone nautico internazionale di Genova. Il settore è dilaniato da aspre polemiche, ma nelle ottimistiche previsioni degli organizzatori (la società I Saloni nautici, emanazione di Ucina) la rassegna ligure sarà un successo, grazie all’aumento degli espositori e ai loro investimenti nell’esposizione, al ritorno di alcuni marchi stranieri e ai dati positivi sull’andamento del mercato: +12% nel 2016, più 7,5% stimato per l’anno nautico 2016.

Alla data del 25 luglio le iscrizioni al Salone – è stato annunciato in conferenza stampa - sono risultate in aumento del 21% rispetto allo stesso giorno del 2015. Da sottolineare il ritorno di nomi importanti come Princess Yachts, Canados, Chantiers Amel, Fjord, Gagliotta, Innovazione e Progetti, Najad, Rodman, Sealine, 3B Craft, Cranchi, Tornado. Nel padiglione B (imbarcazioni a motore fino a 12 metri, gommoni, motori fuoribordo e package) saranno occupati i medesimi spazi del 2015, con il sold out dei fuoribordo e la conferma di alcune anteprime internazionali annunciate da Mercury e Suzuki.

Confermata inoltre la crescita delle imbarcazioni con motorizzazione entrobordo: +12%, con un aumento del 16% della misura media. Per quanto riguarda il mondo della vela, cresce del 5%, con una misura media delle imbarcazioni aumentata del 19%. «Oggi il settore sta meglio, la crisi profonda della nautica è passata” ha assicurato Carla Demaria, presidente di Ucina, l’associazione che rappresenta il settore da 56 anni. E infatti lo slogan dell’edizione 2016 del Salone è proprio questo: “Le bellezze del mare dal 1962”.

Ma l’attenzione al passato non esclude focus su futuro e innovazione. Il convegno della giornata inaugurale, del resto, s’intitola proprio “Italia, futuro”: vi parteciperanno operatori ed esperti del settore italiani e stranieri. 140 i giornalisti già accreditati, provenienti da 36 Paesi (il 26% in più rispetto all’anno scorso); verranno organizzati 86 convegni e workshop, 1072 press matching e oltre 500 tra meeting e incontri.

120 gli eventi in programma. Tra le iniziative collaterali, una mostra dedicata a Renato Sonny Levi, uno dei padri fondatori della motonautica moderna. Inoltre verrà assegnato il Design and Innovation Award 2016, dedicato al miglior accessorio di design del 2016. Non mancheranno gli spettacoli: tra questi lo show Light in the blue deep, dedicato all’acqua e al mare, che approda in Italia dopo aver debuttato a Dubai, con lo scopo di allietare il pubblico ma anche di raccogliere fondi per l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova. Il Salone, inoltre, si prefigge di dare omaggio all’Italia Olimpica e di dare sostegno alla candidatura di Roma 2024: Genova è infatti una delle 11 città selezionate per ospitare le partite del torneo di calcio Olimpico, in caso di successo della candidatura.

La lunga vigilia del Salone di Genova potrebbe tradursi, in teoria, nell’appassionante e beneaugurante preparazione di una rassegna dedicata alla riscoperta della “voglia di barca” che sembra aver contagiato gli italiani in questa estate 2016 caratterizzata dalla ripopolazione dei porti turistici e delle baie disseminate lungo le nostre magnifiche coste. Ma le cose, purtroppo, non stanno così. Lo hanno dovuto riconoscere, a malincuore, la stessa presidente di Ucina, Carla Demaria, che ha parlato di “salone da difendere a tutti i costi”, e il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha dovuto ammettere: “Non era così scontato che ci si ritrovasse per l’edizione 2016 del Nautico. Tutti però vogliamo difendere la manifestazione e fare in modo che continui a crescere. Noi – ha sottolineato Toti – lavoriamo con chi fa i fatti, non con chi fa polemiche”.

Che cosa si muove, dunque, dietro le quinte del Salone e della nautica italiana? Sullo sfondo c’è la guerra senza esclusione di colpi in atto tra l’Ucina e le aziende dimissionare confluite in Nautica Italiana con lo scopo di costruirsi una nuova rappresentatività e di organizzare un salone nautico alternativo, a Milano Rho, a partire dal 2017. Alcune di queste aziende (15 per la precisione) si sono rese protagoniste, proprio quattro giorni prima della presentazione del Salone di Genova, di un gesto clamoroso: le dimissioni da Confindustria.

Lo hanno fatto proprio per contestare all’associazione degli industriali la decisione di riconoscere esclusivamente Ucina. Andati a vuoto prima i tentativi con Squinzi, poi con Boccia (entrambi contrari a sconfessare Ucina) se ne sono andati sbattendo la porta. Un comunicato durissimo spiega: “E’ stato deciso di rescindere formalmente l’iscrizione da tutte le associazioni territoriali in cui sono presenti le proprie sedi ed i propri cantieri”.

I cantieri che hanno dichiarato guerra a Confindustria sono: Apreamare, Azimut-Benetti, Baglietto, Cantiere delle Marche, Cantieri di Sarnico, Colombo, Ferretti Group, Maltese, Mase Generators, Mondomarine e Cantieri di Pisa, Opem Sistemi, Perini, Picchiotti, Tecnopool, Viareggio Superyacht, Vismara Marine. Nomi importanti, dunque, che comprendono marchi che hanno scritto la storia della nautica, come quelli raccolti sotto l’ombrello di Ferretti Group: Itama, Riva, Mochi Craft, Pershing, CRN, Custom Line. Tutti fuori da Confindustria, con la seguente motivazione: “Per l’ormai prolungata mancanza di attenzione al comparto nautico da parte della confederazione”.

Nel testo viene sottolineato che le aziende in uscita rappresentano “l’eccellenza italiana del settore, in termini di volumi, brand, occupazione generata e fatturato” e si accusa Confindustria di “limitarsi a svolgere attività di supporto sindacale per le aziende a fronte di cospicui contributi”. L’uscita da Confindustria – viene ancora spiegato – “fa seguito all’uscita nel 2015 di altre 60 aziende nautiche da Ucina, che non ha saputo bilanciare correttamente le iniziative per la piccola nautica e per i produttori di imbarcazioni di grandi dimensioni, concentrandosi principalmente sull’organizzazione del salone nautico di Genova”.

Tra i rilievi mossi alla storica associazione del settore, i fuorusciti confluiti in Nautica Italiana non hanno risparmiato l’attacco personale alla presidente Carla Demaria, accusata di essere “al servizio del gruppo francese Bénéteau, diretto concorrente della industria italiana” (accusa alla quale la Demaria ha sempre replicato ricordando che la produzione di Monte Carlo Yacht si trova a Monfalcone, su territorio italiano, e impiega personale italiano). Ritenendosi i più credibili e legittimati rappresentati del made in Italy nel mondo, i soci di Nautica Italiana si sono dunque affiliati ad Altagamma, l’associazione che raccoglie le aziende dell’eccellenza italiana, dove – tengono a far sapere – “si possono svolgere tutte quelle attività di innovazione e promozione sconosciute in Confindustria e Ucina”.

Tutto ciò ha generato, al di là dell’ottimismo di facciata, un clima tutt’altro che positivo nel settore. Con scambi di accuse e diffusione di velenosi comunicati che hanno rovinato il clima di fiducia che si cerca in tutti i modi di generare alla vigilia del Salone di Genova 2016. La stessa presidente Demaria non ha risparmiato contro accuse a Lamberto Tacoli (ex numero uno di Ucina e attuale presidente di Nautica Italiana), parlando di “disprezzo della democrazia rappresentativa”, di “ingiurie e falsità”, di “parole aggressive e violente” e ricordando che la decisione presa da Confindustria il 21 luglio di respingere la domanda d’ingresso di Nautica Italiana “è il riconoscimento oggettivo della maggiore rappresentatività di Ucina”.

Vinto questo round sulla capacità di rappresentanza, l’Ucina è chiamata ora a dimostrare che il Salone di Genova ha le carte in regola per rilanciarsi definitivamente e che non verranno abbandonati i tentativi di ricomposizione. Solo in questo modo si potrà rafforzare la credibilità del settore anche agli occhi della politica, che da qualche tempo ha mostrato un’attenzione in passato non riscontrata.

“Chi ha la forza e la ragione deve possedere anche la responsabilità” – ha dichiarato la Demaria alla vigilia della conferenza stampa di presentazione del Salone di Genova -. Per questo – ha aggiunto - abbiamo accolto fin da subito le sollecitazioni del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, del sottosegretario Ivan Scalfarotto, del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e del governatore della Liguria, Giovanni Toti, a compiere ogni possibile sforzo per una ricomposizione. Questo strappo veramente surreale e sopra le righe danneggia tutto questo lavoro e fa danni a tutto il comparto della nautica”.
 

 

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Martedì 26 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 22:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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