La Porsche Mission e concept presentata allo scorso salone di Francoforte

Volkswagen, caso emissioni: l'America, un problema può diventare l'opportunità

di Giorgio Ursicino
  • condividi l'articolo

WOLFSBURG - «Ho parlato con Obama, gli ho detto che, oltre a fare di tutto per sistemare le vetture e riconquistare la fiducia dei clienti, la priorità è salvaguardare il posto di lavoro dei nostri 610 mila dipendenti. Speriamo che l'America ci getti un ponte». Matthias Mueller ricorda che, nonostante l'accordo di principio raggiunto con le agenzie per l'ambiente Usa e il ministero del Commercio, la situazione più delicata per il caso emissioni resta negli States.

E Francisco Javier Garcia Sanz, il responsabile degli acquisti che ha ricevuto mandato dal board di seguire il prima persona il dialogo con Washington, interrompe l'ad stesso se si dilunga sull'argomento: «Di questo ci siamo impegnati a non parlare, il dialogo va avanti per definire i dettagli dell'intesa, come proseguono le indagini interne per individuare le responsabilità. Quando ci saranno novità le comunicheranno gli americani». In realtà anche negli Stati Uniti le vendite di Wolfsburg hanno tenuto grazie soprattutto alle performance dei marchi premium Audi e Porsche.

Nel trimestre le consegne sono diminuite del 5,7% con un trend in miglioramento che a marzo ha toccato -3,7%. Lo scorso anno il Volkswagen Group ha venduto oltre 4 milioni di veicoli in Europa, 3,9 milioni in Asia-Pacifico (tre milioni e mezzo dei quali in Cina) ed appena 920 mila in Nord America, 600 mila dei quali negli Usa. Con grande naturalezza focalizza sul tema Herbert Diess, il ceo delle vetture Volkswagen (sei milioni di veicoli venduti nel 2015) proveniente dalla BMW: «Il nostro brand è molto forte e globale e dal prossimo anno torneremo a crescere. Certo il caso emissioni ci penalizza, ma abbiamo anche gestito l'autentico crollo di mercati importanti come la Russia e, soprattutto, il Brasile. Non vogliamo comprare quote di mercato, non abbiamo toccato gli incentivi alle vendite. La nuova organizzazione del Gruppo libererà risorse e potenzialità per il nostro brand, siamo già intervenuti su alcune fabbriche recuperando il 10% di efficienza, abbiamo un ottimo rapporto con il Consiglio di Fabbrica.

Per gli Usa c'è un piano dettagliato, sappiamo cosa dobbiamo fare. In quel grande paese c'è un'importante classe media, un potenziale bacino di utenti per un marchio come il nostro che è subito sotto la fascia premium. Nei prossimi tre anni abbiamo in programma di rinnovare l'intera gamma negli Stati Uniti, arriveranno soprattutto dei Suv che hanno una notevole importanza in quel mercato. Definiremo un nuovo posizionamento, siamo fiduciosi di poter far bene e di aumentare i volumi e la nostra quota, può essere per noi il mercato con le maggiori opportunità di crescita».
 

  • condividi l'articolo
Sabato 28 Maggio 2016 - Ultimo aggiornamento: 12:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti