La nuova Honda NSX è una supercar avveniristica ad altissime prestazioni, con telaio e carrozzeria superleggeri e una sofisticata motorizzazione ibrida

NSX, Honda svela la supercar del futuro che cambia lo scenario della categoria

di Sergio Troise
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ESTORIL - Dici supercar e il pensiero vola ai marchi che hanno scritto la storia, Ferrari in testa. Ma a ben guardare il panorama è più ampio, per certi versi sorprendente: include infatti anche marchi generalisti. Come Honda, che dopo un lungo periodo di gestazione sta per lanciare sul mercato la nuova NSX, supercar avveniristica, ad altissime prestazioni, con telaio e carrozzeria superleggeri, aerodinamica spinta, il centro di gravità più basso della categoria e una sofisticata motorizzazione ibrida. E’ costituita infatti dalla combinazione di quattro propulsori: uno termico, V6 biturbo 3,5 litri da 507 cv/550Nm, più un elettrico a presa diretta da 48 cv/147 Nm e altre due piccole unità elettriche da 37cv/73 Nm ciascuna. Il tutto, abbinato ad un cambio sequenziale doppia frizione a nove marce.

Insomma, il colosso giapponese abitualmente identificato come specialista in Suv/crossover e in citycar pratiche e spaziose (per non dire di moto, scooter, motori marini, generatori, taglia erba…), dimostra che in fatto di sportività e alte prestazioni ha le carte in regola per dire la sua con autorevolezza e credibilità.

La nuova NSX (acronimo di New Sport eXperience), del resto, è l’erede designata della supercar che fece scalpore nel 1989, rimanendo in produzione fino al 2005. Collaborò al progetto un certo Ayrton Senna, mentre i designers giapponesi che la modellarono, Okuyama e Uehara, definirono lo stile, anche dell’abitacolo e del posto di guida, dopo aver studiato la visibilità a 360° all’interno di un cockpit del jet da combattimento F-16.

Sì, è vero, la casa giapponese sta vivendo oggi una fase complicata in Formula 1 assieme ai soci inglesi di McLaren. Ma nel suo palmares figurano quattro titoli mondiali vinti tra gli anni 80 e 90 con Senna e Prost, per non dire delle storiche esperienze fatte con Richie Ginther e John Surtees nella Formula 1 degli anni 60, quando Honda introdusse per prima il motore trasversale nella parte posteriore di una monoposto. L’innovazione non è dunque un terreno sconosciuto per la Casa nipponica, che anzi si è guadagnata un posto nella storia anche per aver introdotto la tecnologia VTEC nei motori delle auto di serie, per non dire dei primi cambi sequenziali con levette al volante e delle quattro ruote sterzanti.

Il design iniziale di NSX è stato sviluppato presso lo studio di progettazione Honda di Wako, in Giappone, mentre la fase successiva è stata eseguita negli studi Honda di Los Angeles. Il primo prototipo della NSX di nuova generazione è stato presentato a Detroit nel 2012, con il marchio Acura, nome americano delle Honda di classe superiore. Da allora si sono succeduti aggiornamenti continui, imposti anche dagli studi in galleria del vento, fino alla definizione del modello appena deliberato, esposto in versione definitiva a Ginevra 2016 e in arrivo sul mercato europeo nell’ultimo trimestre dell’anno.

Figlia di questo progetto complesso, sviluppato sull’asse Giappone-Usa, la nuova NSX viene ora costruita a Marysville, Ohio, nel Performance Manufacturing Center della Honda, dove lavorano cento persone altamente qualificate. Come la progenitrice, che fu la prima supercar stradale costruita completamente in alluminio, anche la nuova nata sfrutta soluzioni originali come la combinazione acciaio-alluminio-carbonio-plastiche speciali. Quanto basta per irrobustisce la struttura senza appesantirla, migliorandone la rigidità torsionale, altrimenti compromessa dalla distribuzione dei pesi (42% avanti, 58% dietro). A vantaggio del comportamento dinamico contribuisce anche la cura estrema messa nella definizione dell’aerodinamica attiva, soluzione che esclude antiestetici alettoni (come insegna la scuola Ferrari) e privilegia una linea molto bassa, larga e profilata, con forti carichi sul retrotreno.

Il massimo dell’innovazione sta comunque nella motorizzazione ibrida, costituita, come detto, da un sistema di 4 propulsori. Tra il V6 biturbo a 75° di 3,5 litri con lubrificazione a carter secco sistemato in posizione posteriore-centrale e la trasmissione c’è il primo motore elettrico adibito ad azione di supporto in fase di accelerazione, nel cambio marcia e anche durante la frenata. Gli altri due, più piccoli, sono posizionati invece all’avantreno, accanto alle ruote. In tal modo la NSX diventa, di fatto, un’auto a trazione integrale.

Il sistema, denominato SH-AWD (Super-Handling All-Wheel Drive) permette di intervenire in modo autonomo per la distribuzione della coppia da un lato all’altro dell’asse anteriore. “Tutto ciò – informa la Casa – rende la guida un’esperienza unica, su strada come in pista, con prestazioni al top”. 308 km/h è la velocità massima dichiarata. Stranamente non è stato ancora comunicato il dato sull’accelerazione 0-100, né quello sui consumi in modalità elettrica. In compenso Honda dichiara consumi medi interessanti, fino a 9,9 litri/100 km, con CO2 a 228 gr/km.
 

 

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Lunedì 8 Agosto 2016 - Ultimo aggiornamento: 21:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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