La seconda generazione della Porsche Panamera

Porsche Panamera, il fascino dell'ammiraglia aumenta il profumo di 911

di Nicola Desiderio
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BERLINO - Il complimento più bello che ha ricevuto è «sembra una 911 a 4 porte»: è la Porsche Panamera che arriva alla seconda generazione a 7 anni dal debutto durante i quali è stata venduta in 150mila unità. Coupé e ammiraglia allo stesso tempo, la nuova Panamera nasce sulla piattaforma MSB del gruppo Volkswagen destinata ai modelli ad alte prestazioni con motore anteriore ed è la prima Porsche con carrozzeria interamente in alluminio, utilizzato anche per la struttura e che ha consentito di mantenere il peso attuale, pur con una resistenza agli urti e una dotazione che avrebbero altrimenti comportato un aumento di 70 kg. Come è solito per il marchio di Zuffenhausen, lo stile segue un canone evolutivo, con una migliore armonia tra i volumi ed elementi ripresi dalle giovani 718, ma anche alcuni comuni alle altre Porsche, comprese quelle da corsa, come la grafica delle luci a 4 punti.

La Panamera è lunga 5,05 metri (+35 mm), ha un bagagliaio più capiente (495-1.304 litri) e mantiene l'impostazione dell'abitacolo con 4 poltroncine sportive identiche, come se fossero tutti posti guida. Seduti a quello vero si trovano le novità maggiori perché la strumentazione, pur conservando la configurazione a 5 quadranti, è tutta digitale, e il resto diventa a sfioramento: sia lo schermo centrale da ben 12,3 pollici sia la moltitudine dei comandi sul tunnel che una volta erano fisici. Ovviamente al vertice la telematica e la connettività e anche sul versante dei sistemi di assistenza si registrano novità come il jam assist, che guida l'auto praticamente da sola nel traffico fino a 60 km/h, e il cruise control adattativo che adatta l'andatura in base al tracciato per consumare il meno possibile. Su questo versante, la nuova Panamera promette valori inferiori fino al 16% con prestazioni migliorate.

La gamma partirà con tre unità, tutte sovralimentate con doppio turbocompressore posizionato all'interno delle bancate e accoppiate alla trazione integrale e al nuovo cambio PDK doppia frizione a 8 rapporti, anche per la versione diesel, prima priva di entrambe queste dotazioni tecniche. Si parte dal V6 2,9 litri da 440 cv e si arriva al V8 4 litri da 550 cv della Panamera Turbo che può funzionare a 4 cilindri a basso carico ma, se stuzzicato con il piede destro, brucia lo 0-100 km/h in 3,4 secondi e raggiunge 306 km/h. La versione diesel realizza un paradosso possibile solo ad una Porsche: è infatti la più lenta della gamma e, allo stesso tempo, l'auto a gasolio più veloce del mondo con 285 km/h e 0-100 in 4,3, secondi grazie al V8 4 litri che eroga 422 cv e ha una coppia da favola: ben 850 Nm già da 1.000 e costanti fino a 3.250 giri/min. Novità anche per l'autotelaio.

A trazione integrale, ammortizzatori e barre antirollio a controllo elettronico si sommano molle pneumatiche a tre camere e 4 ruote sterzanti, e la risposta del tutto, insieme a quella della meccanica, è regolabile su 4 modalità di guida attraverso la rotella sul volante accompagnata dal pulsante dello Sport Response, una specie di chiamata alle armi di tutte le risorse della vettura per 20 secondi. Quello che la nuova Panamera può fare lo dice soprattutto il 7'38 sul Nürburgring, nuovo record per vetture 4 porte. E non abbiamo visto ancora la Turbo S, ma sono tantissime le novità che la precederanno, come le due versioni plug-in, l'inedita variante shooting brake e quella con il passo allungato. Giusto per chi si fosse scordato che la Panamera è una Porsche, ma anche un'ammiraglia che sarà costruita ancora a Lipsia, stabilimento dove vengono cucinate anche le Cayenne e sono stati investiti 500 milioni di euro. Il debutto per il pubblico al Salone di Parigi in settembre, il 5 novembre l'arrivo nei concessionari.
 

 

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Martedì 19 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 27-09-2016 13:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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