Bolkestein, 700 balneari pronti alla mobilitazione

D’Alfonso: «Si possono adottare procedure a tutela dei concessionari»

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di Alessia Centi Pizzutilli
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Sabato 4 Maggio 2024, 09:51

Si riaccendono anche sulle spiagge dell’Abruzzo i timori legati alla Bolkestein: il Consiglio di Stato ha confermato la scadenza delle concessioni per le spiagge al 31 dicembre dello scorso anno, obbligando di conseguenza le amministrazioni ad annullare eventuali deroghe al 31 dicembre del 2024. La sentenza, considerata l'ennesima doccia gelata per i titolari delle oltre 700 imprese balneari abruzzesi, rimarca come la risorsa spiaggia sia scarsa e rievoca di fatto lo spettro che si aggira sulle coste italiane ormai da oltre un decennio.

SETTORE
Il mondo dei balneatori è pronto a reagire: alla prima levata di scudi, arrivata dal Sib-Confcommercio Abruzzo, è seguito l'allarme lanciato da Assobalneari per tutto il settore «che rischia di finire in ginocchio». Minacciate ulteriori manifestazioni. Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato del Pd Luciano D’Alfonso, ex governatore abruzzese. «Vanno attivate - ha spiegato D'Alfonso - senza indugio le procedure di gara definendo gli ambiti funzionali ottimali al livello più vicino al territorio, valorizzando le situazioni di fatto e di diritto, in particolare quelle derivanti dalla giurisprudenza amministrativa, significativissima, esistente e le consistenti realtà sociali, occupazionali, progettuali e contrattuali risalenti, poiché anche le direttive europee (in particolar modo la 2014-89-UE) incoraggiano in questa direzione la tutela condivisa e partecipata dello spazio marittimo corrispondente alla terra ferma delle nostre spiagge». La categoria dei balneatori secondo il deputato dem «è fondamentale per la collocazione turistica dell’economia abruzzese, ha un carico sociale e occupazionale significativo».

Ci sarebbe però una soluzione per D'Alfonso: «La sentenza risalente del Consiglio di Stato targata 2021, a firma di Filippo Patroni Griffi, contiene in sé la soluzione: a pagina 47 vi si dice che il bando può prevedere procedure ad hoc che tengano conto dello specifico delle realtà attuali, con tutte le loro esperienze, peculiarità e caratteristiche di gestione locale.

Inoltre, nel quadro di una attesa riforma del demanio è utile precisare per prima cosa che la gara per le concessioni deve essere fatta, selezionando il tipo di gara da esperire e la grandezza della stazione appaltante (comunale, provinciale, regionale o nazionale), anche perché le stesse possono essere corrispondenti a livelli territoriali ottimali da sagomare».

MAPPATURA

«La mappatura è la misurazione della consistenza del valore in ragione della quale si fa la gara - ha proseguito il deputato del Pd - senza mappatura non si possono fare le gare né attivare eventuali piani di project financing, che potrebbero prevedere collaborazioni fattive e sostenibili tra enti locali, imprenditori e autorità competenti alla tutela del bene e dei principi di concorrenza. Inoltre, ci sono due direttive europee che affidano anche agli operatori economici la responsabilità di quote di tutela dello spazio marittimo. È difficile immaginare che chi viene da fuori, estraneo alla conoscenza complessa dei luoghi, sia interessato a farsi carico di profili progettuali di questo tipo. Infine, il bando deve avere ben chiari i punteggi da stabilire e assegnare, cosa far valere di più e cosa di meno, in ragione della cultura della sostenibilità; l’alternativa è che arrivi qualche mega-marchio portatore di estraneità a stravolgere tutto».

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