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In giugno alla 24h di Le Mans, in luglio al Goodwood Festival of Speed. Alpine sgombera il campo da possibili equivoci sul Dna della propria prima auto elettrica di serie: la A290 è sportiva. Dopo il debutto statico in occasione della maratona sul circuito de La Sarthe, la “sbarazzina” a zero emissioni ha esordito su strada lungo il tracciato di 1,16 miglia della rassegna britannica. «Insieme ad auto da competizione sbalorditive, Alpine ha dimostrato in modo dinamico come la Marca stia diventando sempre più accessibile e più versatile che mai – ha osservato Nic Burnside, direttore generale della filiale del marchio nel Regno Unito – La A290 cento per cento elettrica si rivolge ad un pubblico molto più vasto e dimostra che i modelli di serie Alpine stanno prendendo una nuova direzione».
La compatta derivata dalla nuova R5 ha 220 cv di potenza, 300 Nm di coppia e raggiunge al massimo i 170 orari di velocità massima. Per chi era abituato alle compatte peperine non è un'andatura da brividi, anche se lo spunto da 0 a 100 km/h in 6,4” è già più intrigante, compresi i 3” per passare da 100 a 0 (l'impianto frenante arriva dall'Italia ed è griffato Brembo) e la riproduzione di un “rombo” che permette a chi guida di percepire le prestazioni dal rumore. Pesa meno di 1.500 kg e ha un bagagliaio con una capacità di 326 litri oltre ad offrire cinque posti e cinque porte e un diametro di volta di appena 10,2 metri. Per il Ceo di Alpine, Philippe Krief, «riporta in auge una categoria finita nel dimenticatoio, quella delle hot hatch».
Malgrado l'architettura sia la stessa la AmpR Small della R5, le proporzioni dell'elettrica di Dieppe sono diverse e non solo per le carreggiate ampliate: è più lunga di 7 centimetri (3,99 metri), più larga di 5 (1,82) e più alta di 2 (1,52). Non è troppo diversa dal concept A290_β, del quale integra quasi completamente le scelte compiute dai designer, come rivendica il direttore del centro stile Antony Villain. A cominciare dalla inequivocabile firma luminosa con i fari full Led caratterizzati dalla “X”. Sul Made in France non ci sono discussioni (a differenza che su certi Made in Italy contestati dal Ministero): sviluppo e produzione sono nazionali e legittimano l'orgoglioso inserimento del tricolore d'Oltralpe. Con la A290, Alpine comincia a farsi strada nel futuro della mobilità elettrica pur senza puntare a diventare un marchio di volumi (a sei cifre nel 2030).
Saremo a lato dei brand luxury e premium – avverte Antonino Labate, responsabile Vendite e Marketing di Alpine – È un segmento che non esiste. E, infatti, oggi non c'è niente di simile alle Alpine che stanno arrivando». Dopo la A290 toccherà a una crossover GT (2+2) di segmento C e alla rinnovata A110, mentre con la fine del decennio nel Dream Garage di Dieppe ci saranno 7 modelli. «Da un anno e mezzo stiamo lavorando a una nuova piattaforma, la Alpine Performance Platform (App) – aggiunge il manager – che sarà in alluminio e elettrificata, ma percorreremo una strada diversa. Già quando si potrà guidare la A290 si percepirà la differenza rispetto alla R5: le persone vogliono vivere un'altra esperienza, anche digitale, e noi gliela offriremo». Il modello dispone tra l'altro di sospensioni esclusive e di un sistema miltilink sull'asse posteriore. Anticipata da una Prémière Edition in serie limitata da 1.955 esemplari, la A290 sarà a listino con quattro tinte di carrozzeria (blu, nero, bianco e grigio) come GT e GT Premium da 180 cavalli e come GT Performance e GTS (il top di gamma) da 220.
La batteria è identica per tutte le versioni e sarà da 52 kWh con un'autonomia dichiarata di 380 km. La vettura dispone di 26 Adas e di due schermi da 10.25” e 10.1”: quello centrale è rivolto ergonomicamente verso il conducente, che grazie al volante multifunzione a tre razze può selezionare le modalità di guida, la capacità di rigenerazione dell'energia e attivare anche l'Overtake per ottenere la massima potenza fino a un massimo di 10”. Nel futuro della Alpine – che sulla A290 propone la telemetria per consentire ai suoi clienti di misurarsi anche in sfide virtuali - c'è anche l'idrogeno, come dimostra il prototipo Alpenglow equipaggiato con un duemila turbo a quattro cilindri da 340 Cv e 270 km/h, che già al prossimo Salone di Parigi (14 – 20 ottobre) da Hy4 potrebbe diventare Hy6 grazie all'adozione di un'unità a sei cilindri.