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Un mini crossover semplice, pratico, accessibile, ma anche audace e dotato di forte personalità, con linea muscolosa e assetto rialzato: è la Dacia Spring, prima auto 100% elettrica della Casa rumena di proprietà Renault, in arrivo sul nostro mercato entro settembre (ma già ordinabile) e con le carte in regola per segnare una svolta epocale, simile a quelle provocate a suo tempo dalla Logan (prima auto low-cost) e, qualche anno dopo, dalla Duster, primo esempio di “democratizzazione” dei Suv.
“Ora – dicono con orgoglio in casa Dacia – con la piccola Spring a emissioni zero siamo pronti per la terza rivoluzione”. E per dare la spinta giusta alla scoperta del “nuovo mondo” delle emissioni zero, vengono annunciate qualità e listino che non lasceranno indifferenti neanche i più scettici: pur essendo votata alla mobilità urbana, la Spring assicura infatti 305 km di autonomia in città (230 km nel ciclo misto), tempi di ricarica ragionevoli (80% dell’energia in 50 minuti) e un prezzo - 19.960 euro - che grazie al contributo degli incentivi statali e alla rottamazione – si abbatte fino ai 9.460 euro del modello entry level Comfort, e ai 10.960 della più dotata versione Comfort Plus (a listino da 21.400 euro). In pratica è la full electric più conveniente del mercato e, se non bastasse, viene proposta anche una formula di pagamento che prevede un acconto di appena 1000 euro e rate da 89 euro al mese.
Ma se sedici anni fa, quando il marchio rumeno dimostrò al mondo che si poteva realizzare un’auto accessibile a tutti grazie allo sfruttamento della banca organi della Renault, ai costi ridotti della manodopera nelle fabbriche in Romania e in Marocco, e a un’intelligente distribuzione nei territori più vicini ai luoghi di produzione, oggi siamo in presenza di qualcosa di diverso: la Spring è infatti prodotta in Cina (nella stessa fabbrica della Renault KZ-E dedicata al mercato locale) su una piattaforma dell’Alleanza sviluppata con Nissan, e condivide ben poco con auto paragonabili come la Twingo E e la Zoe di Renault. Perché in Cina? “Perché il mercato cinese è il primo del mondo per l’auto elettrica e ci è sembrato giusto sfruttare il loro know-how”, dicono in casa Dacia.
Pur essendo una piccola auto di segmento A (lunga un soffio più di 3,70 metri) la Spring offre quattro posti comodi, un vano bagagli da 290 litri (ampliabile a 620 abbattendo gli schienali dei sedili posteriori) e dotazioni complete, comprensive di barre portatutto, vetri elettrici anteriori e posteriori, vani portaoggetti per 23 litri, aria condizionata, radio, prese USB, 6 airbag, frenata d’emergenza, comandi da remoto e sistema di geolocalizzazione.
A seconda dell’allestimento, é disponibile il sistema multimediale Media Nav che comprende un touchscreen da 7”, navigatore, radio DAB, Smartphone Replication compatibile con Apple Carplay ed Android Auto, Bluetooth e presa USB. Nel cruscotto è presente un monitor a colori da 3,5’’ e non mancano l’indicatore dell’autonomia e il limitatore di velocità. Il volante a quattro razze ha comandi incorporati, offre il sistema elettrico di assistenza variabile, ma non è regolabile in altezza e profondità. Le plastiche e le bocchette dedicate al sistema di aerazione di forma rotonda sono tipiche del marchio Dacia, mentre al posto della leva del cambio (assente come sempre sulle auto elettriche) c’è una manopola per selezionare la scelta della modalità di guida tra D (Drive), N (folle) ed R (retromarcia). Sulla Comfort Plus si fanno apprezzare i sensori di parcheggio con retrocamera.
Il tutto è in sintonia con uno stile esterno piacevole e con un’immagine attraente, impreziosita da fari a Led e cerchi in lega di bel disegno. Al lancio viene proposta anche una versione che si distingue per le personalizzazioni di colore arancione, che fanno spiccare i retrovisori, le barre sul tetto, gli adesivi delle porte e i bordi delle prese d’aria. Anche all’interno le cuciture dei sedili, i bordi delle bocchette dell’aria e lo schermo multimediale sono arancioni mentre il rivestimento dei pannelli delle porte è grigio lucido.
La motorizzazione a zero emissioni è affidata a un powertrain da 33 kW, pari a 44 cv/125 Nm, abbinato ad una batteria agli ioni di litio da 27,4 kWh. Le prestazioni dichiarate indicano una velocità massima di 125 Km/h e accelerazione 0-100 in 19,1 secondi: dunque valori tutt’altro che elevati, ma sicuramente coerenti con la vocazione urbana dell’auto. A dirla tutta, è prevista anche una modalità Eco che limita ulteriormente la potenza massima erogabile (31 cv) e non consente velocità superiori a 100 km/h, ma fa guadagnare dal 9 al 10% di autonomia aggiuntiva. Autonomia che in modalità standard è, come detto, di 305 km nel ciclo urbano, 230 nel misto. Valori soddisfacenti, favoriti probabilmente anche dal peso ridotto dell’auto (970 Kg).
Per la ricarica da 0 al 100% Dacia dichiara 13 ore e 30 minuti con presa domestica standard da 2,3 kW; 8 ore e 30 minuti con presa Green-Up o Wallbox pubblica da 3,7 kW; 4 ore e 50 minuti con Wallbox da 7,4 kW; un’ora e 30 minuti con colonnina in corrente continua da 30 kW. Tra gli optional c’è inoltre un cavo DC che consente di incamerare l’80% dell’energia in 50 minuti: una quantità più che sufficiente per assecondare le esigenze di un utilizzatore medio di un’auto elettrica da città. E’ statisticamente provato, infatti, che la media di percorrenza di una citycar su percorsi urbani si aggira sui 30 km al giorno. Come dire che si può tranquillamente usare l’auto per una settimana senza l’incubo di rimanere a corto di energia.
Particolare interessante: utilizzando l’apposita app My Dacia è inoltre possibile avviare o interrompere la ricarica oltre ad attivare altre funzioni quali il preriscaldamento dell’abitacolo e la verifica del livello della batteria. Insomma, tutta roba che va ben oltre le prevedibili dotazioni di un’auto di segmento A.
La garanzia è di 3 anni sulla macchina, di 8 sulla batteria (pure prodotta in Cina). Ed è difficile credere che siano valutazioni ottimistiche: prima di essere messa in produzione, infatti, l’auto è stata sottoposta a collaudi per oltre un milione di chilometri, in tutte le condizioni. E poi, vale la pena ricordare che il Gruppo Renault ha un’esperienza di oltre dieci anni nel campo dell’elettrificazione e può vantare un parco circolante di oltre 230.000 veicoli in circolazione a emissioni zero. “Tutto ciò ha reso meno complicato di quanto si possa immaginare il lavoro fatto sulla Spring” dicono nella filiazione italiana di Dacia, rivelando che “prima ancora di esibire la nuova auto nelle concessionarie sono state prenotate, tra l’11 e il 24 marzo, oltre 600 Spring”. Se non bastasse, nel weekend di lancio in Romania, gli ordini sono stati 4000.
La neonata struttura di Dacia Italia sta ora lavorando all’organizzazione di test su strada a partire da fine aprile e al rafforzamento della presenza sul mercato anche attraverso l’attivazione del car-sharing, al quale verrà dedicata una versione Business. “Il car-sharing è una realtà importante e ci stiamo lavorando – dice Guido Tocci, numero uno della filiazione italiana della Casa rumena -. Presto ci saranno Spring disponibili anche per questa fascia di utenza, per noi ancora inesplorata”.
Tra le iniziative in cantiere c’è anche l’arrivo, ma non prima del 2022, di una Spring in allestimento Cargo, ovvero priva dei sedili posteriori, con i vetri oscurati, una rete divisoria alle spalle dei sedili anteriori e un vano di ricarico che raggiunge i 1.100 litri e può contenere merci e materiali fino a 325 Kg. Considerando che su questo tipo di auto da lavoro è possibile scaricare l’IVA, risulterà una opzione molto conveniente per le consegne dell’ultimo miglio, ovvero per coloro che intendono utilizzare la Spring come auto da lavoro, in primis gli artigiani. Costerà invece qualcosa in più la versione cabriolet, pure attesa per il 2022.