GOODWOOD – Bassa, scoperta ed inglese. Un trinomio che rappresenta un classico, anche se purtroppo dimenticato da molti anni. Lo vuole far rinascere la MG che, a 100 anni dalla propria nascita, ha permesso alla stampa un primo assaggio della Cyberster. E l’appuntamento è in un luogo altrettanto iconico: l’autodromo di Goodwood, liddove un anno fa la scoperta inglese aveva fatto la sua prima passerella e oltre 3 anni dopo la presentazione al salone di Shanghai del prototipo omonimo.
Il passato era in motori piccoli e leggeri, il presente è nell’elettrico, come vuole il gruppo al quale la MG appartiene dal 2007, la cinese SAIC e con il quale sta trovando un successo commerciale mai avuto in tutta la sua storia, soprattutto in Italia. La Cyberster può perciò considerarsi un punto di arrivo dove il presente si salda con il passato in una sintesi che è tutta da scoprire. Ma partiamo dall’esterno. La nuova MG è lunga 4,53 metri, larga 1,91 e alta 1,33 con un passo di 2,69 metri. Non stiamo parlando dunque di una roadster, ma di una scoperta di una certa consistenza dimensionale e anche stilistica.
Davanti ci sono fari che ricordano vagamente la MGF con un cofano lungo e muscoloso e un paraurti che integra uno splitter posteriore retto visivamente da un doppio supporto centrale, un vezzo quasi da Formula 1 completato da due prese laterali che si integrano nella grande bocca anteriore. Di fianco spicca invece la linea discendente che dal passaruota anteriore discende dolcemente fino a scomparire nel parafango posteriore. La coda ha un profilo un po’ più squadrato, con un taglio acuto che ricorda certe auto inglesi degli anni ’60, uno spoiler ricavato dal cofano, un vistoso estrattore e infine gruppi ottici che, sormontati da un unico arco, disegnano singolarmente una freccia rivolta verso l’esterno che evoca una Union Jack destrutturata.
Un insieme filante che funziona sia con la capote chiusa sia aperta e che è arricchito da un elemento ad alto tasso di spettacolarità: le portiere che si aprono elettricamente verso l’alto. Il sistema è piuttosto sofisticato e si aziona con un pulsante posizionato poco sotto la linea di cintura della finestratura dove si trova anche il sensore che impedisce l’urto nel caso ci si trovi in un ambiente più basso degli 1,97 metri necessari per aprirle le portiere completamente. Un altro sensore si trova lateralmente poiché il movimento di apertura comporta anche uno spostamento verso l’esterno e si assicura che vi siano almeno 45 cm di lato. Il grado di apertura può essere regolato e, in caso di emergenza, c’è un comando ausiliario tra i sedili.
Tornando alla capote, è realizzata in tessuto a tre strati, è disponibile in nero e rosso, è realizzata in Europa dalla Magna e si apre e chiude in 12 secondi fino a 50 km/h. Ma non sono questi gli unici componenti che provengono dal Vecchio Continente. Dall’Italia provengono infatti l’impianto frenante con pinze Brembo e dischi però della tedesca Continental, gli pneumatici Pirelli (235/45 R19 e 275/40 R19 per la versione a trazione posteriore e 235/40 R20 e 275/35 R20 per quella a trazione integrale) e anche l’assetto, messo a punto dalla Danisi Engineering lavorando su cinematismi raffinati (doppio braccio sovrapposto anteriore e multi-link posteriore). Viene dall’Italia anche l’Alcantara che, insieme alla pelle, riveste gran parte dell’abitacolo in due combinazioni cromatiche (rosso/nero e grigio chiaro/grigio chiaro).
Ed è qui che la Cyberster si dimostra davvero “cyber” per l’alto tasso di digitalizzazione del posto di guida concepito per avvolgere il pilota nel suo bozzolo. La strumentazione è su un unico pannello che integra tre schermi: uno centrale da 10,25” e due laterali ripiegati da 7” a sfioramento personalizzabili. Un altro schermo a sfioramento, disposto però verticalmente, si trova sulla consolle centrale per regolare la climatizzazione e il riscaldamento di sedili e volante. Quest’ultimo è provvisto di molti comandi con due satelliti che servono a regolare gli ADAS e il launch control mentre dietro alla corona ci sono i due paddle con i quali si può regolare il grado di decelerazione su tre livelli ai quali corrispondono altrettanti gradi di recupero dell’energia.
La Cyberster è offerta con una batteria e due sistemi di propulsione. La prima è realizzata con celle con chimica NMC, è sottile (11 cm di spessore), è raffreddata a liquido, ha una capacità di 77 kWh e può essere ricaricata a 7 kW in corrente alternata a 140 kW in corrente continua. La versione a trazione posteriore ha una motore da 250 kW e 475 Nm sviluppato dal stessa MG, raffreddato ad olio e dotato di una trasmissione integrata da un differenziale autobloccante a controllo elettronico. Quella a trazione integrale aggiunge un motore all’assale anteriore da 125 kW e 250 Nm dotato di una frizione di disaccoppiamento per ridurre gli attriti quando non servono il massimo della trazione e delle prestazioni. In questo caso il sistema eroga in totale 375 kW e 725 Nm di coppia e l’autonomia è di 443 km contro gli oltre 500 della versione meno potente.
La Cyberster RWD pesa 1.895 kg mentre la AWD segna alla bilancia 100 kg in più con una ripartizione della masse anteriore/posteriore 49/51 per la prima e perfettamente bilanciata sulla seconda. Anche per questo non può essere la reincarnazione della MG A e della MG B a motore anteriore o della MG F a motore centrale. Il tempo per provare la nuova nata è stato davvero poco e tanta era l’emozione di farlo su un circuito che, dalla sua fondazione nel 1948, non ha subito modifiche e fu inaugurato dal Duca di March per dare sfogo alla sua passione condivisa con i suoi amici non per uno dei tanti blasonati marchi britannici giustamente venerati in tutto per la mondo, ma per la Lancia.
Le impressioni al volante sono comunque positive e confermano quelle visive: la Cyberster va veloce (200 km/h autolimitati) e accelera forte: la RWD fa lo 0 a 100 in 5,2 secondi e l’altra accorcia questo tempo di ben 2 secondi. Tuttavia, la risposta all’acceleratore non è mai brusca, anzi è quasi vellutata, la trazione permette di mettere a terra tutti i cv e i Nm dei motori senza problemi e i freni hanno un buon mordente mantenendo una modulabilità apprezzabile anche in pista. La Cyberster si inserisce in modo corretto e manifesta anche una piacevole sensibilità all’acceleratore che permette di sbilanciare il retrotreno in rilascio, ma sempre entro limiti di prevedibilità e controllabilità.
La MG Cyberster arriverà da noi ad ottobre per le prime prove e per novembre ci saranno le prime consegne. Non ancora noti i prezzi che dovrebbero ricalcare quelli praticati in Gran Bretagna dove la vetture viene lanciata in questi giorni. Si parla di 56mila sterline per la versione RWD e di 61mila per la AWD ovvero rispettivamente circa 66.600 e 72.500 euro. Tutto da verificare l’impatto dei dazi che l’UE applicherà. La spider con passaporto britannica è infatti costruita a Ningde, 700km a Sud di Shanghai e potrebbe risentire pesantemente degli oneri doganali con effetti che inevitabilmente si riverserebbero sui listini.