La nuova Skoda Octavia

New Octavia, l'ammiraglia con il cuore ibrido plug-in. Più ecologica, spaziosa e tecnologica

di Mattia Eccheli
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PRAGA – Arriva la quarta generazione della Skoda Octavia, con sei milioni e mezzo di esemplari venduti la top seller del costruttore della Repubblica Ceca. Durante la sua presentazione mondiale il suo Ceo, il tedesco Bernhard Maier, si può concedere il lusso di ospitare anche il primo ministro Andrej Babis. Una presenza quasi “dovuta”, ossia il nemmeno troppo implicito riconoscimento ad una società che incide per il 5% sul Pil del paese e vale addirittura il 9% dell’export.
 

 

Dopo aver macinato record su record, il costruttore punta ai due milioni di unità commercializzate l’anno: a fine 2018 erano 1,253 milioni. Per Maier l’obiettivo è alla portata di Skoda. Il top manager occupa il posto del direttore (un orgoglioso direttore) dell’Orchestra Filarmonica della Repubblica Ceca, che esegue la composizione originale “Opus Octavia” del jazzista Jesse Milliner alternandosi al trio Time for Three.

In una Praga uggiosa e affollata di turisti, concentrati più nella piazza della Città Vecchia, sull’altra sponda della Moldova, la presentazione ha avuto meno eco che sul web e sui media. Perché la Octavia è un modello importante, atteso in particolare dai gestori delle flotte. Ai quali i vertici di Skoda hanno garantito che «i costi di proprietà saranno sensibilmente inferiori» rispetto a quelli attuali. Un’assicurazione importante per un modello già adesso decisamente parsimonioso.

Che è stato presentato anche come un «vero miracolo di spazio». Le proporzioni, in realtà, non sono cambiate di molto, ma lo spazio per i passeggeri posteriori (78 millimetri per le ginocchia) e per i bagagli è aumentato ancora. Con il nuovo modello, che debutta in Italia nella tarda primavera del prossimo anno, le due carrozzerie hanno la stessa lunghezza, cioè 4,69 metri. La familiare è cresciuta di 22 millimetri, la berlina di 19. Per entrambe la larghezza è aumentata di un centimetro e mezzo a poco meno di 1,83 metri. Il passo, al contrario, è rimasto identico a 2,868 metri. Eppure, con i sedili in configurazione normale, la wagon offre 30 litri in più (da 640), mentre la hatchback ne aggiunge 10 (da 600).

Attingendo alle soluzioni ed alle tecnologie interne al gruppo Volkswagen (che aveva avviato una joint-venture nel 1991 rilevando l’intera proprietà nel 2000), per la prima volta la Octavia sarà a listino anche come plug-in. La variante “alla spina” e le altre alternative (mild hybrid ed a metano), saranno disponibili a partire dalla seconda metà del 2020. La Octavia ricaricabile, caratterizzata dal logo iV, adotta la stessa soluzione della cugina Passat, ovvero il turbo benzina da 1.4 litri abbinato ad un’unità elettrica e ad una batteria da 13 kWh in grado di garantire un’autonomia a zero emissioni di 55 chilometri. La trasmissione è il Dsg a sei rapporti. La potenza totale è di 204 cavalli. La futura declinazione ad alte prestazioni, la Octavia RS, dovrebbe disporre invece dell’opzione da 245 cavalli, ma se ne saprà di più soltanto nei prossimi mesi. Le versioni e-Tec sono quelle a 48 Volt e riguardano i Tsi da 1.0 litri da 110 cavalli e da 1.5 da 150. La prossima Octavia G-Tec è accreditata di 523 chilometri di autonomia a metano grazie ad una capacità totale dei serbatoi di 17,7 litri: un raggio d’azione importante in grado di renderla appetibile anche ai grandi viaggiatori, anche perché in Italia esiste la più ampia rete di distribuzione di gas naturale d’Europa. Il motore di questa variante è il turbo benzina da 1.5 litri da 130 cavalli e 300 Nm di coppia.

«Nello sviluppo della nuova Octavia abbiamo dato massima priorità a consumi bassi ed emissioni di Co2 e di Nox ridotte», ha sintetizzato Christian Strube, responsabile della divisione Ricerca & Sviluppo di Skoda.
Il cuore dell’offerta, almeno inizialmente, resterà quello “tradizionale”, cioè a benzina e gasolio. Anche se l’Italia, come gli altri paesi, non ha ancora ufficializzato quali motori importerà, la quarta generazione della best seller con le insegne della Freccia Alata è disponibile con i Tsi da 1.0 litri da 110 cavalli, da 1.5 litri da 150 e da 2.0 litri 4×4 da 190 cavalli con 320 Nm di coppia. Le unità a gasolio Tdi Evo da 2.0 litri montano la doppia iniezione di AdBlue (twin dosing) che abbatte dell’80% le emissioni di NOx, ma dispongono anche del post trattamento ottimizzato dai gas discarico Scr. «In questo modo – spiega il costruttore - i motori Evo forniscono i presupposti tecnici per soddisfare lo standard futuro sulle emissioni Euro 6d». Le potenze sono di 116, 150 e 200 cavalli. Gli automobilisti potranno scegliere tra due e quattro ruote motrici e tra cambi manuali e automatici Dsg a 6 o 7 marce.
 

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Domenica 23 Febbraio 2020 - Ultimo aggiornamento: 25-02-2020 13:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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