La nuova Toyota Mirai a idrogeno è più elegante, più bella da guidare e offre un'autonomia di 650 km, ma bastano 5 minuti per farle il pieno. Emette solo vapore acqueo e pulisce l'aria che respira per produrre l'energia elettrica prodotta a bordo

Toyota Mirai a idrogeno di seconda generazione, ha più stile, un’autonomia di 650 km e costa il 20% in meno

di Nicola Desiderio
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MILANO – La Toyota Mirai è il simbolo di una mobilità a emissioni zero diversa che va oltre l’elettrico a batteria grazie all’idrogeno. La seconda generazione riafferma il concetto con una filosofia completamente diversa dalla prima, a partire dallo stile e che coinvolge l’impostazione dell’intera vettura. Avevamo già provato la Mirai in anteprima ed ora è pronta per affrontare il mercato.

La Mirai infatti è diventata una coupè 4 porte lunga quasi 5 metri (4.975 mm) dotata di un lungo cofano sotto il quale ora c’è lo stack delle fuel cell, l’organo elettrochimico che produce a bordo l’energia elettrica facendo incontrare al proprio interno l’ossigeno contenuto nell’aria con l’idrogeno stivato dentro i 3 serbatoi a 700 bar in materiale composito capaci di sopportare pressioni 2 volte e mezzo superiori. Ora sono tre invece di due: i più piccoli sono posizionati sotto il bagagliaio e i sedili posteriori, il più grande e longitudinale e messo lungo il tunnel centrale. La capacità è cresciuta da 4,6 a 5,6 kg.

Lo stack dunque non è più sotto il pianale della vettura che è nettamente più bassa (-65 mm), più larga (+70 mm) e ha un passo cresciuto di 140 mm con ruote montate su cerchi da 19 o 20 pollici. Anche la base tecnica è completamente diversa ed è la piattaforma GA-L utilizzata per le Lexus LS e LS, dunque scocca con parti in alluminio e saldature laser, sospensioni multi-link su tutte e 4 le ruote e soprattutto la trazione è posteriore, a sottolineare una evoluzione che è segnalata immediatamente dallo stile, e notevolmente migliorato è il posizionamento delle masse, con un baricentro più basso e una perfetta ripartizione tra i due assali.

Il sistema di propulsione è stato reso più potente, efficiente, compatto ed economico. Lo stack è composto da 330 celle invece di 370, pesa il 42% in meno la potenza passa da 114 a 128 kW (+12%) così che la sua densità di potenza passa da 3,5 a 5,4 kW/litro (+46%). Anche il compressore è più compatto del 30% e più leggero del 34%. La Mirai è anche la prima Toyota elettrificata dotata di inverter al carburo di silicio: pesa 25,5 kg (-2,9 kg) ed è più efficiente del 10%. La batteria tampone è ora agli ioni di litio invece che al Ni-Mh e pesa 44,6 kg (-2,3 kg), ha una capacità di 1,24 kWh ed eroga 31,5 kW per 10 secondi invece di 25,5 kW. Il suo ruolo è diverso: non funge solo da tampone, ma permette di far arrivare alla ruote 134 kW.

Il risultato è una vettura che non punta sulle prestazioni (175 km/h, 0-100 km/h in 9 s.), ma rispetto alle elettriche ha il vantaggio di poter offrire un’autonomia di 650 km, con tempi di rifornimento di 5 minuti oltre che un peso di 1.900 kg, paragonabile a quello di un’auto con motore a combustione interna di pari dimensioni e drasticamente più ridotto rispetto a quello di un’auto a batteria. La Mirai poi promette non solo emissioni zero: lo stack infatti, per proteggere le sue celle, ha un filtro catalizzato che pulisce l’aria da PM2.5, NOx e composti dello zolfo. Considerato che la Mirai respira 250-300 litri al minuto, in 10.000 km pulisce l’aria che un uomo respira nell’arco della sua vita intera.

La dotazione di sicurezza è di livello elevato e permette la guida autonoma di livello 2 grazie al cruise control adattivo con funzione stop&go, al mantenimento attivo della corsia e alla frenata automatica che, oltre a vedere pedoni (anche di notte) e ciclisti, sa gestire le situazioni di pericolo anche nelle intersezioni. Ci sono l’allerta per il traffico trasversale in retromarcia e l’angolo cieco e il riconoscimento dei segnali stradali. La Mirai evita anche gli ostacoli, intervenendo sullo sterzo per evitare l’impatto, e monitora lo stato di stanchezza del guidatore e, se quest’ultimo non risponda agli avvisi visivi e sonori, interviene arrestando la vettura in sicurezza attivando la chiamata d’emergenza.

La Mirai cresce anche all’interno con una qualità percepita superiore. La posizione di guida è da sportiva, più bassa di 75 mm rispetto alla precedente e a facilitare la visibilità ci sono il retrovisore virtuale, il sistema di visione a 360 gradi e quello per parcheggiare la vettura automaticamente. La strumentazione digitale è accompagnata da un head-up display di dimensioni notevoli e il sistema infotelematico ha uno schermo da ben 12,3 pollici con schermate a tendina. Ci sono Android Auto e Apple Carplay, numerose prese di ricarica e la piastra ad induzione. C’è anche la possibilità di programmare a distanza la climatizzazione grazie all’app MyT. A questo proposito, c’è anche l’impianto a 3 zone con i comandi dedicati sul bracciolo dei sedili posteriori. Qui l’abitabilità è condizionata dal grande tunnel e dal poco spazio per i piedi. Il bagagliaio ha una capacità di soli 362 litri.

La Mirai offre un comfort da ammiraglia, soprattutto dal punto di vista acustico grazie anche ai vetri stratificati e al sistema di soppressione attiva del rumore. Le sospensioni, senza alcun controllo elettronico, filtrano perfettamente le sconnessioni, ma garantiscono una tenuta di strada a tutta prova e una guidabilità piacevole, grazie anche ad uno sterzo omogeneo e ad una frenata potente e ben modulabile. Un corpo vettura nato per potenze e prestazioni ben superiori che dunque qui viceversa permette di godere al meglio di una erogazione estremamente morbida e silenziosa dove il sibilo del compressore è percepibile solo quando si affonda l’acceleratore. Si possono selezionare tre modalità di guida (Eco, Normal e Sport) e dell’esperienza di guida fa parte il pulsante H2O, che permette di liberare lo stack dell’acqua residua.

La nuova Mirai è offerta in tre allestimenti (Pure, Essence e Essence+) a partire da 66mila, dunque il 20% in meno rispetto a prima e meno sicuramente di un’auto elettrica di pari autonomia. Toyota inoltre promette che la Mirai di terza generazione costerà come un’auto full-hybrid. Il problema è che 146 stazioni di rifornimento delle quali una sola in Italia, a Bolzano, rendono al momento la scelta di un’auto a idrogeno praticamente impossibile. Grazie ad un accordo tra Eni e Toyota, sono attesi due nuovi impianti a Milano e Venezia, inoltre le linee guida preliminari del piano nazionale per l’idrogeno prevedono un investimento di 2 miliardi e 40 stazioni e l’UE addirittura 470 miliardi da qui al 2050.

L’idrogeno infatti è parte strategica per il Green Deal che punta a rendere l’Unione neutrale dal punto di vista della CO2 entro il 2050. Dunque l’interesse c’è, soprattutto per incentivare lo sviluppo delle fonti rinnovabili decarbonizzandole e per quei veicoli e quei settori dove l’elettrico a batteria non è praticabile o è poco conveniente come utilizzi stazionari, il trasporto pesante, quello commerciale, marittimo, i bus e i treni dove Toyota ha già in atto progetti basati sulla stessa tecnologia sviluppata per la Mirai. Tra questi, i nuovi moduli componibili che la casa giapponese ha presentato recentemente. L’obiettivo commerciale per la Mirai intanto è moltiplicare per 10 le oltre 11mila unità vendute della prima generazione, un decimo delle quali circolanti in Europa.

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Venerdì 5 Marzo 2021 - Ultimo aggiornamento: 08-03-2021 08:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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