La seconda generazione della Toyota Mirai

Toyota Mirai, una fuga in avanti: la vettura a idrogeno è già realtà

di Nicola Desiderio
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MILANO - Il futuro della mobilità per Toyota si chiama Mirai, l’auto ad idrogeno il cui nome vuol dire appunto “futuro” in giapponese. La seconda generazione ribadisce il concetto, ma con un’impostazione completamente diversa: via le linee futuristiche ispirate all’acqua, materia prima e prodotto di scarico per questo tipo di auto, e spazio ad una filante coupé 4 porte lunga quasi 5 metri e a trazione posteriore. La nuova Mirai è nettamente più bassa (-65 mm), più larga (+70 mm) e si allunga anche l’interasse (+140 mm) tra le ruote montate su cerchi da 20 pollici. Più nobile anche la base tecnica – la piattaforma GA-L, la stessa delle Lexus LS e LC – e diversa la disposizione degli elementi del sistema di propulsione. Lo stack di fuel cell, che produce l’energia elettrica a bordo facendo incontrare l’idrogeno con l’ossigeno contenuto nell’aria, si trova ora sotto il lungo cofano, pesa il 42% in meno ed è più compatto, ma eroga 128 kW (+12%) per una densità di potenza di 5,4 kW/litro (+46%).

La Mirai è inoltre la prima Toyota dotata di inverter a carburo di silicio, che migliora l’efficienza del 10% e ha una batteria agli ioni di litio da 1,24 kWh che, oltre a fare da tampone, con i suoi 31,5 kW di picco porta la potenza del sistema a 134 kW. I serbatoi in materiale composito per stipare l’idrogeno a 700 bar ora sono tre: due trasversali e uno lungo il tunnel per una capacità in volume di 144,2 litri e di 5,6 kg in peso (+20%).
Grazie a queste evoluzioni, la nuova Mirai ha un’autonomia di 650 km (+30%) e pesa 1.900 kg, molto meno di un’auto elettrica paragonabile per dimensioni, raggio d’azione e per il prezzo che parte da 66mila euro, il 20% meno di prima. In più, per fare il pieno impiega meno di 5 minuti e le emissioni sono meno di zero. Il filtro di protezione dello stack depura infatti l’aria da PM2.5, NOx e composti solforosi. Si calcola che in 10.000 km la giapponese possa ripulire l’aria che un uomo respira nell’arco di tutta la sua vita. La Mirai ha un bagagliaio da soli 321 litri e un’abitabilità discreta, ma offre interni eleganti e ben rifiniti. La posizione di guida è quasi da sportiva, tutta digitale è la strumentazione con il grande head-up display e lo schermo da ben 12,3 pollici del sistema infotelematico.

Di livello elevato sia la connettività, sia i sistemi di assistenza che permettono la guida autonoma di livello 2. Tra i dispositivi di spicco ci sono l’evitamento degli ostacoli e l’Emergency Assist che, nel caso il guidatore non risponda agli avvisi, arresta in sicurezza il veicolo attivando la chiamata d’emergenza. La Mirai non punta sulle prestazioni (175 km/h, 0-100 km/h in 9,1 s.), ma su una qualità di marcia superiore. Da vera ammiraglia il comfort e piacevole la guidabilità grazie alle sospensioni multi-link, al baricentro basso e ad un corpo vettura nato per sopportare potenze ben maggiori. Peccato che per lei ci siano in Europa solo 146 stazioni di rifornimento e l’unica in Italia si trovi a Bolzano. Si spera nel piano nazionale (40 stazioni e 2 miliardi di investimenti) e nel Green Deal dell’Unione Europea: 470 miliardi da qui al 2050 per fare dell’idrogeno uno dei pilastri della decarbonizzazione. Ciononostante, per Toyota la Mirai è il futuro di nome e di fatto e l’obiettivo è decuplicare le oltre 11mila unità vendute dal 2015.

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Lunedì 31 Maggio 2021 - Ultimo aggiornamento: 03-06-2021 16:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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