I dati dell'Unrae dicono che nel 2015 le auto ibride immatricolate sono state 26.117, pari all'1,7% con una crescita del 21,5% contro il +15,7% del mercato totale, e che la incidenza è ancora più robusta nei primi 3 mesi dell'anno: 10.133 unità (+48,8%

Flotte, efficienza, ecologia, costi di gestione: i veri esperti investono sull'ibrido

di Nicola Desiderio
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ROMA - Le flotte stanno diventando sempre più verdi, per le grandi aziende c'è una vera e propria esplosione mentre il noleggio è in ritardo sul mercato nella sua interezza per le alimentazioni alternative, ma sta recuperando terreno. I dati dell'Unrae infatti dicono che nel 2015 le auto ibride immatricolate sono state 26.117, pari all'1,7% con una crescita del 21,5% contro il +15,7% del mercato totale, e che la incidenza è ancora più robusta nei primi 3 mesi dell'anno: 10.133 unità (+48,8%) con una quota dell'1,9%. Rallenta invece l'elettrico che nel 2015 ha totalizzato 1.460 pezzi crescendo del 31,5%, ma nel primo trimestre segna -32,6%.

Di contro, il centro studi di Fleet&Mobility, sulla scorta dei dati Unrae, ci dice che sul canale del noleggio le ibride hanno coperto l'1,4% delle immatricolazioni con un progressione ripida e costante rispetto al 2014 (0,9%), 2013 (0,3%) e 2012 (0,3%). Su questo canale anche l'elettrico, pur rimanendo marginale, cresce dallo 0,1% allo 0,2%. Ma è Top Thousand, l'osservatorio che monitora le aziende con un parco di oltre mille veicoli, a fornire il dato più interessante: nel 2015 l'8,9% dell'immatricolato è stato ibrido e il 4,4% è elettrico.


Queste percentuali riguardano un campione di 31mila veicoli per l'86% in NLT e, seppur gonfiate da azioni specifiche, aiutano a comporre un quadro chiaro: le grandi aziende stanno investendo sulle auto a basso impatto ambientale con l'aiuto delle società di noleggio, le PMI stanno alla finestra mentre l'ibrido si afferma verso i privati e ha già sfondato tra i taxi: secondo l'Unrae il 31% di immatricolato uso taxi è ibrido e, anche se è in calo rispetto al 38% del 2014, rappresenta comunque un dato eclatante. Il leader incontrastato di questo tipo di alimentazione è il gruppo Toyota che, con 20.492 unità pesa per il 78,4% del mercato totale del 2015, il 32% del proprio immatricolato, anche con il marchio Lexus che in gamma ha solo modelli ibridi. Secondo Andrea Carlucci, i dati sono coerenti: «I privati sono il traino principale, le piccole flotte guardano più al prezzo e al costo di gestione, mentre le grandi flotte - afferma l'amministratore delegato di Toyota Motor Italia - hanno un approccio che tiene conto di altri fattori, come la responsabilità sociale, ed è maggiormente legato al TCO (Total Cost of Ownership, ndr) e al valore residuo.

Le società di noleggio stanno scommettendo proprio su questo: a 4 anni dalla commercializzazione, sta arrivando la prima ondata di Yaris Hybrid usate e la Dekra dice che il loro valore è superiore a quello previsto, dunque l'ibrido vale di più delle valutazioni fatte a tavolino. L'elemento di rassicurazione principale sono comunque i privati e su questo abbiamo scommesso noi da anni, soprattutto attraverso formule come Pay per Drive che garantiscono il valore. Vedo l'ibrido al 3% entro il 2017, anche grazie a nuovi prodotti come la nostra C-HR, e un riallineamento delle percentuali tra privati e flotte» Anche Alessandro Palumbo, partner di Fleet&Mobility prevede un trend simile: «Sul versante della domanda delle flotte (noleggiatori e società) sta aumentando il ricorso all'alimentazione ibrida anche se la penetrazione è ancora molto bassa (sotto il 2%). Tale peso aumenterà nei prossimi anni sia perché dal lato dell'offerta l'ibrida sarà maggiormente presente nella gamma delle case e sarà tecnologicamente sempre più performante, sia perché sempre più l'alimentazione ibrida sta aprendo varchi nelle policy delle aziende».
 

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Giovedì 28 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 12-05-2016 21:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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