La Maserati 8CTF che vinse la 500 Miglia d’Indianapolis nel 1939

Il 30 maggio data storica per Maserati: nel 1939 e 1940 vinse la 500 Miglia d’Indianapolis con la 8CTF

di Sergio Troise
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MODENA - La pandemia da Coronavirus ha costretto la Maserati di rinviare a settembre la presentazione della MC20, sportiva a motore centrale destinata a segnare il ritorno della Casa del Tridente nell’olimpo delle supercar ad alte prestazioni: auto di nuova generazione, proiettate nel futuro, ma strettamente legate alla tradizione dell’azienda fondata nel 1914 dai fratelli Maserati, indimenticati protagonisti, con la famiglia Orsi, di un’epopea che ha segnato la storia dell’industria e dello sport motoristico: non a caso la sigla MC20 sta per Maserati Corse 2020.

In un primo momento la data scelta per il lancio del nuovo modello era stata fissata al 30 maggio. Una data importante per l’azienda modenese: coincide infatti con l’anniversario della prima vittoria nella 500 Miglia d’Indianapolis. Accadde nel 1939. E venne replicata giusto un anno dopo, il 30 maggio del 1940. Una doppietta strepitosa, che ha segnato la storia del Tridente, facendone un simbolo del made in Italy conosciuto e apprezzato anche aldilà dell’Oceano.

Da allora le corse sono diventate l’ambiente naturale per Maserati e le competizioni hanno avuto un ruolo decisivo nella nascita del mito: talmente forte, da resistere a ripetute burrasche nella gestione aziendale, a passaggi di proprietà e cambi di management non sempre fortunati, a piani di rilancio più volte aggiornati, fino alla svolta dei giorni nostri, con la MC20 pronta a rinverdire i fasti del tempo che fu e un piano industriale che prevede lo sviluppo dell’elettrificazione (la prima Maserati ibrida sarà la nuova Ghibli, attesa entro l’anno, le prime elettriche le nuove GranCoupé e GranCabrio, previste per il 2021) e lavorazioni distribuite tra Modena, Mirafiori e Cassino.

Ma torniamo alla storia, ovvero alla nascita di questo mito della sportività e della tecnologia italiane. L’auto del Tridente che conquistò le due vittorie nella 500 Miglia d’Indianapolis del 1939 e 1940 fu la Maserati 8CTF, acronimo di 8 cilindri Testa Fissa. Era stata progettata da Ernesto Maserati, che sin dal 1938 aveva cominciato a ragionare sul da farsi, potendo contare sul sostegno della famiglia Orsi, imprenditori modenesi che avevano rilevato l’azienda già nel 1937.

Una volta completata, l’auto venne iscritta alla 500 Miglia del 1939 non come Maserati ma come Boyle Special. La 8CTF era stata infatti acquistata dalla scuderia americana Chicago Boyle Racing Headquarters di Michael Joseph “Mike” Boyle. Il quale la affidò al pilota americano Warren Wilbur Shaw, dimostratosi capace di vincere per due anni di seguito. Al successo del 1939, come detto, fece infatti seguito quello del 1940. E con ogni probabilità si sarebbe registrato un fantastico tris se nell’edizione del 1941 una foratura non avesse penalizzato il pilota americano.

Nel 1946, dopo l’interruzione a causa del conflitto mondiale, la stessa 8CTF di Shaw, questa volta guidata da Ted Horne, chiuse la gara di Indianapolis al terzo posto. Alle sue spalle un’altra 8CTF condotta da Emil Andres. Nel 1947 Horne riuscì a salire ancora una volta sull’ultimo gradino del podio, mentre nel ‘48 si piazzò al quarto posto. Tutti risultati di grande prestigio, che confermano la straordinaria longevità agonistica del progetto iniziale, sviluppato da Ernesto Maserati nel 1938 e capace di rimanere competitivo per un decennio.

Gli straordinari risultati di Maserati nell’ovale di Indianapolis gettarono le basi per la nascita di un mito italiano in terra americana. Mito mai appannatosi, come dimostrato appena sei anni fa, nel 2014, in occasione del centenario Maserati: la HVA (Historical Vehicle Association) degli Stati Uniti ha registrato la 8CTF come la prima automobile di produzione non americana ad entrare permanentemente negli annali della Biblioteca del Congresso USA. Registrata fra gli Standard for Heritage Documentation del ministero degli Interni, la documentazione fa parte del NHVR National Historic Vehicle Register (NHVR) e dell’Historic American Engineering Record (HAER). Se non bastasse, uno dei tre esemplari costruiti, quello che con cui Wilbur Shaw ha trionfato nelle 500 Miglia del 1939 e del 1940, è stato riconfigurato con la stessa livrea ed esposto all’Indianapolis Speedway Museum.

Ma i successi della 8CTF non si limitarono alle tradizionali corse nei circuiti ovali: la vettura del Tridente riuscì ad imporsi anche in un’altra celebre competizione, la cronoscalata del Pikes’ Peak, in Colorado, con Luis Unser, primo al traguardo nel 1946 e nel 1947. Molto diversa dalla 500 Miglia, la Pikes Peak – come gli appassionati di automobilismo ben sanno – è una singolare cronoscalata che si svolge lungo un percorso di circa 20 km, in parte su fondo sterrato, con 156 curve molto impegnative per il pilota e la vettura. La partenza è fissata a quota 1.440 metri di altezza, l’arrivo a quota 4.300 metri, e ciò comporta problemi di “respirazione” per i motori, che spesso accusano la fatica nella parte alta del tracciato, dove manca ossigeno. Un problema che la Maserati dell’epoca non accusò.

 

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Venerdì 29 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 01-06-2020 09:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA