WASHINGTON - Joe Biden mette il turbo ai veicoli elettrici e alla lotta contro il climate change, tra il plauso degli ambientalisti e i timori delle case automobilistiche (fatta eccezione per il pioniere della ‘green car’ Elon Musk). L’Epa, l’agenzia federale per la protezione ambientale che era stata ridimensionata da Donald Trump, ha proposto due nuove regole sulle emissioni degli scarichi che puntano a traguardi impensabili sino a poco tempo fa: entro il 2032 dovrà essere elettrico il 67% delle nuove auto passeggeri, il 46% degli autocarri di media portata, il 25% di quelli pesanti e il 50% dei bus. Se saranno approvate l’anno prossimo, come previsto, saranno le norme più aggressive nella storia dell’industria automobilistica americana e consentiranno al presidente di rispettare i suoi impegni sul clima. Basta considerare che lo scorso anno erano elettriche solo il 5,8% delle nuove vetture vendute nel Paese e meno del 2% dei nuovi camion pesanti.
«Proponendo gli standard di inquinamento più ambiziosi di sempre per auto e camion, stiamo mantenendo la promessa dell’amministrazione Biden-Harris di proteggere le persone e il pianeta, garantendo riduzioni cruciali del pericoloso inquinamento atmosferico e climatico e assicurando vantaggi economici significativi, come la riduzione dei costi del consumo di carburante e della manutenzione per le famiglie», ha spiegato il capo dell’Epa Michael Regan. Naturalmente l’agenzia per la tutela dell’ambiente non può imporre alle case automobilistiche di vendere un certo numero di veicoli elettrici. Ma in base al Clean Air Act, Epa può limitare l’inquinamento generato dal numero totale di auto vendute da ciascun produttore. E l’agenzia può fissare tale limite in modo così severo che l’unico modo in cui i produttori possono rispettarlo è vendere una certa percentuale di veicoli a zero emissioni. Biden aveva già firmato nel 2021 un ordine esecutivo per garantire che il 50% di tutte le nuove auto fosse elettrico entro il 2030. Le norme proposte dall’Epa vanno oltre e gli permetteranno di centrare l’obiettivo di tagliare del 50% le emissioni entro il 2030, rispettando le promesse elettorali: un impegno da vantare nell’attesa ricandidatura alla Casa Bianca.
Le nuove norme eliminerebbero l’equivalente delle emissioni di anidride carbonica generate in due anni da tutti i settori dell’economia negli Stati Uniti, il secondo paese più inquinante del pianeta dopo la Cina. L’annunciata stretta però ha suscitato preoccupazioni e perplessità nel settore automobilistico, tanto che la conferenza stampa dell’Epa è stata spostata da Detroit, la capitale dell’auto, a Washington. Nonostante i forti investimenti nei veicoli elettrici, si teme che la transizione prevista vada troppo oltre, troppo in fretta e possa causare una perdita di profitti e posti di lavoro (per assemblare un’auto elettrica serve meno della metà degli operai). Timori anche sulla domanda per un tipo di auto più costosa, per la fornitura delle batterie e la velocità con cui si può realizzare una rete nazionale di colonnine di ricarica. Non sono quindi escluse sfide legali e politiche, partendo dalla legittimità dell’Epa di andare l’oltre lo stesso ordine esecutivo di Biden.