La EB110 davanti allo storico stabilimento Bugatti a Campogalliano

Bugatti celebra i 30 anni dal debutto della iconica EB110. Il gioiello di Romano Artioli che rilanciò marca a Campogalliano

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CAMPOGALLIANO - Bugatti, l'iconico costruttore di raffinatissime auto sportive ed ora marca del Gruppo Volkswagen, celebra i 30 anni dalla presentazione dei primo modello dell'era moderna, la EB 110 E ricorda soprattutto un momento determinante del suo passato, quello in cui nel 1987 l'imprenditore italiano Romano Artioli riportò in vita - proprio con la EB 110 - un marchio glorioso ma rimasto 'dormiente' dal 1952, cioè dallo stop della produzione dell'azienda fondata da Ettore Bugatti. “Romano Artioli è una parte della storia del nostro marchio. È stato grazie alla sua iniziativa e perseveranza che Bugatti è stata ripresa - spiega Stephan Winkelmann, presidente di Bugatti - L’energia e l’entusiasmo di Romano, la sua irresistibile passione per Bugatti, hanno contribuito a trasportare il marchio nel ventunesimo secolo”.

L’amore di Artioli per le auto - ricorda una nota dell’azienda di Molsheim - è strettamente legato al suo background. Nato vicino a Mantova, città natale di Tazio Nuvolari, da bambino era stato affascinato dai piloti e dalle loro auto da corsa. Dopo aver studiato meccanica a Bolzano. Nel dopoguerra si dedicò alla riparazione di automobili. Quando nel 1952, all’età di 20 anni, Artioli apprese la notizia che la produzione in Bugatti era cessata rimase scioccato. “Se nessuno reagisce alla situazione in Bugatti - disse Artioli - lavorerò per tutto il tempo necessario per riportare un giorno in vita il marchio”. E ci impiegò 39 anni.

Lavorando sodo come distributore di veicoli, compresi i marchi del gruppo GM, divenne con Suzuki il più grande importatore di auto giapponesi in Italia e il più grande concessionario Ferrari. E la sua collezione di auto continuò a crescere comprendendo naturalmente numerosi modelli storici di Bugatti. Verso la metà degli Anni ‘80, Artioli iniziò a negoziare la vendita del marchio con il Governo francese, una trattativa segreta durata due anni. Nel 1987 viene fondata la nuova Bugatti Automobili SpA e Artioli ne diventa il presidente. Inizialmente la sua volontà era di far risorgere l’azienda a Molsheim, un luogo . “paragonabile a Maranello in Italia o Hethel in Inghilterra. È una Mecca per Bugatti - dice l’88enne imprenditore mantovano - ma all’epoca non c’erano né capannoni di produzione né ingegneri nella regione”.

Così si formò l’idea di spostarsi nella Terra dei Motori, e più precisamente a Campogalliano, alla periferia di Modena. Negli anni che seguirono fu costruito con una pianificazione intensiva quello che allora era lo stabilimento di produzione automobilistica più moderno del mondo. Occupava un’area di 240.000 metri quadrati ed era nelle vicinanze degli stabilimenti di Ferrari, Maserati, De Tomaso e Lamborghini. Comprendeva un edificio amministrativo, uno studio di progettazione, un’area di sviluppo di motori e test, oltre ai capannoni di produzione, alla pista di prova, ad un’elegante mensa e a uno spazio espositivo. L’incarico di architettura era stato affidato al cugino Giampaolo Benedini, che progettò un sito spettacolare, che ha poi ispirato altri produttori.

Benedini partecipò anche alla definizione del design della futura EB 110, l’auto che avrebbe dovuto superare i limiti in termini di prestazioni e qualità dei gioielli di Ettore Bugatti. Al termine dello sviluppo questa supercar aveva tutti i requisiti per collocarsi al top del settore: presentava il primo telaio in carbonio prodotto in serie, trazione integrale, quattro turbocompressori e un motore V12 da 3,5 litri con cinque valvole per cilindro, una potenza di 550 Cv e una velocità massima di oltre 351 km/h. Venne presentata ufficialmente in occasione del 110mo compleanno di Ettore Bugatti il 15 settembre 1991 con commenti entusiastici da parte della stampa e degli appassionati.

Tuttavia, i tempi non erano favorevoli all’iniziativa (crisi finanziaria globale, effetti della Guerra del Golfo, problemi valutari) e dopo sette anni di duro lavoro, il progetto Bugatti di Romano Artioli si dovette fermare il 23 settembre 1995, dopo la costruzione di circa 128 esemplari della EB110. Nel 1998 Bugatti torna nella cittadina francese di Molsheim e diventa l’attuale azienda del Gruppo Volkswagen dove - proprio per rendere omaggio all’era di Campgalliano - ha realizzato nel 2019 la Centodieci basata sul modello di serie Chiron.

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Venerdì 9 Aprile 2021 - Ultimo aggiornamento: 13-04-2021 08:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA