La Dyane restaurata da Cytroen Italia

Citroen festeggia i 50 anni della Dyane. Un esemplare restaurato nel “parco stampa”

di Sergio Troise
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MILANO - Ci sono auto che hanno scritto la storia. Non sono necessariamente supercar ad alte prestazioni né sofisticate ammiraglie tutte lusso, comfort e hi-tech. Le più importanti sono anzi semplicissime utilitarie (così si chiamavano una volta le citycar), progettate e costruite in economia, senza farsi troppe illusioni. Se in Italia l’auto che ha interpretato al meglio questa filosofia è stata la Fiat 500, in Francia il modello più amato, diffuso, venerato, è stata la Citroen 2CV del 1948. Un monumento, più che una macchina. Per questo gli eredi del geniale André Citroën decisero, vent’anni dopo, che non si poteva fare a meno di riproporne una interpretazione moderna. E così nacque la Dyane, di cui ricorre, ad agosto 2017, il cinquantesimo anniversario.

Convivenza difficile. Quando nacque la Dyane, la gloriosa 2CV del ’48 era ancora nel listino della Citroen. Nessuno aveva il coraggio di bloccarne la produzione, nonostante la vetustà del progetto e le prestazioni di poco superiori a quelle di un… carretto trainato da muli. D’altra parte, la Dyane doveva essere la risposta di Citroën alle richieste di una parte consistente della clientela che desiderava una versione più moderna della originale vettura sul mercato dal lontano 1948, senza per questo rinunciare alle doti di quest’ultima in fatto di facilità di guida, affidabilità, praticità, economia d’esercizio.

Per l’asfalto e la campagna. Il risultato fu un’auto più veloce, comoda, spaziosa, con una carrozzeria dalle linee tese (frutto della matita dello stilista Louis Bionier), che disponeva di un pratico portellone posteriore ma conservava l’ampia capote della 2CV, ora dotata di un sistema d’apertura semplificato, azionabile anche dall’interno. La Dyane offriva quattro posti su sedili molto confortevoli, tanto spazio per le gambe ed una buona visibilità. Inoltre, la sua altezza da terra insieme al grande comfort assicurato dalla morbidezza delle sospensioni ne permettevano l’utilizzo anche su strade dissestate o addirittura laddove le strade non esistevano proprio. Insomma, come la progenitrice, era adatta anche alla campagna. Ciò detto, sull’asfalto filava via liscia e sicura, grazie alla sofistica sospensione interconnessa, morbida e precisa, coricandosi in curva ma senza mai staccare le ruote da terra.

La manovella d’emergenza. La meccanica era derivata da quella della 2CV, antiquata ma straordinariamente solida: la trazione era anteriore, il motore boxer bicilindrico di 425 cc era raffreddato ad aria, l’accensione era comandata direttamente dall’albero a camme, l’alimentazione avveniva tramite un carburatore che sfruttava la ventola di raffreddamento per aumentare il volume d’aria immesso nei cilindri. Come sulla 2CV, in caso d’emergenza era possibile avviare il motore anche con una manovella esterna, da inserire nell’apposito foro sulla mascherina anteriore.

Formula italiana. Contrariamente alle aspettative, però, l’accoglienza in patria della Dyane (successivamente denominata Dyane4) fu inizialmente piuttosto fredda. Secondo la stampa francese non offriva sufficienti motivi per giustificarne l’acquisto al posto della gloriosa 2CV. Fu la filiale italiana del marchio transalpino a trovare la soluzione al problema. Come? Dotando la Dyane di un motore più performante, quello della berlina compatta Ami6. Si trattava sempre di un bicilindrico, ma di 602 cc, contro i 425 cc degli esemplari venduti al di là delle Alpi. La potenza (inizialmente 28 cv, poi 35 cv già nel 1969) spingeva la vettura a sfiorare i 120 km/h, che si raggiungevano in quarta marcia ben al di sotto del regime massimo di rotazione del motore. Le modifiche fecero impennare le vendite, soprattutto tra i giovani, che ne apprezzavano lo spirito unconventional, tanto che la Dyane rimane nella memoria di molti come l’”auto del ‘68”, anticonformista e rivoluzionaria.

L’esemplare rinato. All’inizio del 2017, per festeggiare il cinquantesimo compleanno della Dyane, Citroën Italia ha deciso di adottarne una, per inserirla nel suo parco stampa, a disposizione di chi voglia provare l’emozione di guidare un pezzo di storia dell’automobile. La scelta è caduta su una Dyane del 1978 di colore Rouge Geranium (in pratica un vistoso arancione), una vettura che a gennaio versava in condizioni tali da scoraggiare qualsiasi appassionato dall’intraprendere un percorso di restauro: la corrosione, gli anni d’abbandono e la difficile reperibilità di molti ricambi sembravano determinare la “condanna” alla demolizione di questa vettura. Ma alla fine è stato deciso di salvarla. L’operazione è stata affidata a Guido Wilhelm, già autore della 2CV Soleil, e i lavori sono stati eseguiti dal Centro Documentazione Storica Citroën, che per completare l’opera ha impiegato sette mesi, da gennaio a luglio 2017.

Un restauro da manuale. La scocca della Dyane è stata tolta dal telaio per poter risanare entrambi a fondo e per poter esaminare ogni centimetro delle superfici, anche quelle a contatto con altre lamiere, altrimenti invisibili. Poi è stato il turno della meccanica: il carter motore delle bicilindriche Citroën è costituito da due semi-gusci che contengono l’albero motore e l’asse a camme, centrali, l’imbiellaggio è sigillato ed è stato quindi integralmente sostituito, così come cilindri, valvole e pistoni. Lo stesso per la scatola del cambio, riportata a nuovo con tolleranze inferiori a quelle d’origine, scrupolosamente verificate a livello micrometrico. Le trasmissioni, gli ammortizzatori e tutti i cinematismi del telaio sono stati rimessi a nuovo o cambiati con parti originali dell’epoca o di moderna produzione, lo stesso vale per la scocca dove sono state sostituite molte lamiere, i parafanghi e la base del parabrezza con pezzi nuovi. Citroen Italia non ha rivelato il costo dell’operazione, ma è intuibile che abbia superato abbondantemente il valore dell’auto, che sul mercato delle storiche si aggira tra i 4000 e i 6000 euro.
 

 

 

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Mercoledì 26 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 17:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA