Roberto Giolito, già responsabile di FCA Heritage e nuovo presidente del Registro Italiano Alfa Romeo

Giolito (FCA Heritage) presidente del Registro Italiano Alfa Romeo. Prende il posto di D’Amico, che lascia dopo 34 anni

di Sergio Troise
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ARESE - Roberto Giolito, responsabile di FCA Heritage, è dal 9 dicembre il nuovo presidente del RIAR, il Registro Italiano Alfa Romeo, associazione fondata nel 1962, con sede ad Arese, che raggruppa circa 1400 soci, tutti appassionati del Biscione e in gran parte collezionisti di modelli storici. Giolito, 55 anni, anconetano, noto nell’ambiente dell’auto per essere il padre della Multipla e della 500 di nuova generazione, era già segretario generale dal febbraio 2016, ma finora non aveva operato con assiduità. Succede a Stefano D’Amico, presentatosi dimissionario all’assemblea dei soci dopo 34 anni di presidenza e 40 di militanza nell’associazione: un mandato lunghissimo, conclusosi con l’approvazione all’unanimità del suo ultimo bilancio e con la nomina a presidente onorario, avvenuta per acclamazione.

Con Roberto Giolito sono stati eletti per il consiglio direttivo anche Franceso Bonfanti, Gabriella de Caro, Sandro Fontecedro, Ermanno Keller, Attilio Lorenzi e Daniele Santarelli: tutti nomi di prestigio e di assoluta affidabilità, tra l’altro storicamente vicini al presidente uscente e dunque in grado di intraprendere la strada del rinnovamento nel solco di una tradizione di indiscutibili successi.

Nel presentarsi all’assemblea, il neo presidente Giolito non ha fatto proclami, ma si è dichiarato pronto ad assumere l’impegno per mettersi al servizio dei soci, «per essere d’aiuto nello sviluppo delle attività di questa associazione che rappresenta in maniera esemplare la passione per il marchio Alfa Romeo». Nell’occasione, il nuovo numero uno del RIAR non ha potuto fare a meno di esprimere il proprio compiacimento e addirittura imbarazzo di fronte alla quantità e alla qualità del lavoro svolto dal suo predecessore. «Ma sono un creativo – ha aggiunto abbracciando il presidente uscente – e non mi scoraggio di fronte all’impresa di andare avanti sulla strada intrapresa da Stefano D’Amico».

Tra le urgenze più volte sollecitate dal Consiglio direttivo uscente, c’è l’esigenza di migliorare le sinergie con la casa madre, a cominciare dall’assegnazione di una sede adeguata alla crescita e alle necessità dell’associazione. «Se c’è questo problema, vedremo che cosa si può fare» ha detto Giolito, ricordando a tutti di essere «un appassionato di auto storiche che da ragazzo andava a Goodwood con un sacco a pelo» e rivelando di aver accettato «con sorpresa ma anche con entusiasmo», due anni fa, la nomina al vertice del settore Heritage di FCA.

«Quando Altavilla mi affidò l’incarico ero nel pieno della mia attività al Centro Stile di FCA, ma questo nuovo lavoro mi ha appassionato molto e stiamo realizzando qualcosa d’importante per tutti i marchi, valorizzando sempre di più il rapporto tra tradizione e innovazione. Il ritorno in Formula 1 dell’Alfa Romeo appena annunciato da Marchionne – ha aggiunto il neo presidente RIAR - s’inserisce perfettamente in questo quadro: è importante che un marchio storico come il nostro, primo vincitore del Mondiale di Formula 1 nel 1950, ritorni ai vertici dell’automobilismo internazionale».

Nei programmi 2018 riservati all’attività sociale del RAIR c’è l’introduzione di alcune iniziative inedite, come l’organizzazione di raduni dedicati a instant classic e youngtimer, auto non ancora classificabili come storiche, ma con le carte in regola per essere preservate, conservate e ammirate. L’iniziativa potrebbe concretizzarsi già in primavera, tra aprile e maggio, ma nulla è stato ancora definito. Nel frattempo il RIAR intensificherà la collaborazione con ACI Storico, in forza degli accordi recentemente raggiunti con il presidente Sticchi Damiani, e non è esclusa una manifestazione dedicata alle Alfa e a Maurizio Tabucchi nell’ambito degli eventi mirati alla valorizzazione dei Borghi d’Italia.

Stefano D’Amico, come detto, resterà legato al RIAR con la qualifica di presidente onorario. Ma è emersa una vena di amarezza nelle parole scritte e pronunciate dal presidente uscente, che nel congedarsi ha rivelato il proprio disappunto per alcune critiche al suo operato apparse sui social e per qualche dubbio di cui ha avuto sentore sulla regolarità della gestione. «Ovviamente – ha puntualizzato - tutto è in perfetta regola, visto che da anni affidiamo la nostra amministrazione al controllo dello studio di commercialisti Piccinelli & Partners e per ratificare l’esito dell’assemblea abbiamo convocato il notaio Federico Prinetti».

Al di là del disappunto per critiche e sospetti (per altro mai emersi pubblicamente), D’Amico ha spiegato con «la stanchezza accumulata dopo tanti anni d’impegno» e con «il mutato scenario dovuto all’avanzata di Internet, di nuove tecnologie, nuovi interessi, nuovo business», la decisione di lasciare spazio a Giolito, da lui stesso presentato come candidato unico alla successione e come «soluzione ideale in quanto figura di garanzia al di sopra delle parti, galantuomo e professionista valido, in grado di guidare il RIAR avvalendosi delle sinergie con FCA e nel rispetto dell’autonomia dell’associazione».

Che cosa realizzerà il RIAR con la gestione Giolito lo diranno i fatti. Vale la pena ricordare, però, che i traguardi raggiunti nella lunga gestione appena conclusasi hanno portato – come lo stesso D’Amico ha tenuto a ricordare – «all’affermazione di un’associazione tra le più prestigiose e stimate nel mondo, punto di riferimento di tutti gli appassionati del marchio, di cui ha promosso la storia e l’immagine, anche negli anni in cui Fiat costruiva Fiat camuffate da Alfa Romeo…».

Con orgoglio, lo storico presidente uscente ha ricordato: «Abbiamo scritto libri, fatto cultura, eretto monumenti, stretto accordi con importanti istituzioni, girato il mondo, organizzato eventi memorabili e contribuito ad elevare l’immagine del marchio e il valore delle auto dei nostri soci sparsi in tutto il mondo». Se non bastasse, D’Amico ha rivelato anche che «è in allestimento il RIAR Japan» e che «era tutto pronto per il RIAR Russia, ma la pratica si è fermata per motivi legati all’embargo». Insomma, Giolito eredita una associazione modello, talmente forte ed efficiente da aver suggerito all’Audi di rivolgersi proprio al maxi club degli alfisti per chiedere come funziona. «Vogliono ispirarsi al nostro modello associativo per fare qualcosa di simile con i clienti della Ducati» ha rivelato D’Amico, prima di consegnare le chiavi del club al nuovo presidente.

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Martedì 12 Dicembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 13-12-2017 11:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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