La Lamborghini Miura di Dallara premiata al concorso d'eleganza in UK

La Miura di Gian Paolo Dallara appena restaurata vince il concorso d’eleganza Salon Privé

di Sergio Troise
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SANT’AGATA BOLOGNESE - Nella storia dell’auto sportiva made in Italy un capitolo speciale è dedicato alla Miura, la supercar degli anni 60/70 che Ferruccio Lamborghini non avrebbe voluto costruire, salvo farsi poi convincere dai progettisti Paolo Stanzani e Gian Paolo Dallara. Quest’ultimo fu il più ostinato nel sostenere la bontà di quel progetto rivoluzionario (la Miura è stata la prima supercar con motore posteriore/centrale montato in posizione trasversale, quando Ferrari e Ford adottavano la soluzione longitudinale con la 250 Le Mans e la GT40). S’invaghì a tal punto di quel progetto, Dallara, da tenere per sé un esemplare di prima generazione, per la precisione quello con il numero di telaio n. 3165, carrozzeria 68 e motore 1400: un “pezzo di storia” importante, tornato in questi giorni agli onori delle cronache per aver partecipato, nel Regno Unito, al Salon Privé Chubb Insurance Concours d’Élégance, dove ha conquistato il primo posto nella categoria “Evolution of the supercar pin-ups” (l’evento, tra i più prestigiosi del mondo, prevedeva sette categorie con oltre 60 vetture partecipanti).
 

La Miura di Dallara ha conseguito il riconoscimento appena un mese dopo la fine del suo restauro ad opera del Polo Storico Lamborghini, centro specializzato dove finora sono state restaurate e portate a nuova vita 12 storiche con il marchio del toro, tra cui 6 Miura. Sono stati necessari 14 mesi e 3.000 ore di lavoro per riportare la Miura di Dallara al suo stato originario, rispettando le specifiche dell’epoca, riverniciandola nel bianco originale e riallestendo gli interni in nero. Un lavoro eseguito con cura dagli specialisti di heritage della casa di Sant’Agata Bolognese, dove si provvede non solo al restauro, ma anche alla certificazione delle vetture d’epoca, alla conservazione dell’archivio, alla fornitura di ricambi originali e alla realizzazione ex novo di componenti.

«Sono molto legato a questa macchina, che rappresenta un momento incredibile della mia vita», ha dichiarato Gian Paolo Dallara, direttore teccnico di Lamborghini dal 1963 al 1969 e oggi a capo dell’azienda che produce il maggior numero di auto da competizione del mondo. «Ritrovarla uguale alle origini e così perfettamente restaurata, tanto da farle ottenere il primo premio di un concorso d’eleganza tanto prestigioso non fa altro che consolidare il posto che questo modello ha conquistato nei nostri cuori e nella storia dell’automotive».

Il forte legame sottolineato da Dallara si spiega con l’unicità di questo modello, nato nel 1965 e prodotto dal 1967 al 1973. Ferruccio Lamborghini, come detto, manifestò iniziale scetticismo, sostenendo la tesi che le Gran Turismo ad alte prestazioni dovevano avere il motore anteriore. Ma Dallara e Stanzani riuscirono a convincerlo, coinvolgendo Giotto Bizzarrini per il motore (V12 da 3,9 litri e 350 cv) e Nuccio Bertone per la carrozzeria. Bertone – vale la pena sottolinearlo – fino a pochi mesi prima aveva avuto alla direzione del proprio centro stile Giorgetto Giugiaro, ma il passaggio di quest’ultimo alla Ghia fece sì che il design venisse affidato al giovane Marcello Gandini. Il quale firmò un capolavoro tuttora apprezzato e ammirato in tutto il mondo, come dimostra il riconoscimento appena conseguito nel Regno Unito.

A Ferruccio Lamborghini in persona va attribuita invece la scelta del nome Miura, in onore dell’allevatore di tori da combattimento Don Eduardo Miura Fernandez. L’imprenditore anti-Ferrari per antonomasia sbagliò però le previsioni di vendita, ipotizzando una produzione limitata a una ventina di esemplari l’anno. In realtà solo nel primo anno (1967) ne vennero sfornate 108 e nei circa due anni e mezzo della “prima serie” (denominata Miura P400) ne furono prodotte 275 unità.

Pur conservando irrisolti difetti d’origine legati ai forti contenuti innovativi (telaio non sufficientemente rigido, avantreno leggero, eccessiva portanza aerodinamica, lubrificazione capricciosa e perdite di benzina dai carburatori) l’auto esercitava un fascino straordinario ed ebbe un grande successo. Venne poi aggiornata con le più potenti e meglio rifinite versioni S e SV (Super Veloce) e prodotta fino al 15 gennaio 1973 in 763 esemplari.

L’ultima Miura uscita dalla fabbrica di Sant’Agata Bolognese, una SV nera, venne consegnata a Luigi Innocenti, figlio dell’inventore della Lambretta, e destinata al figlio Gianfranco, all’epoca ventenne. Oggi la quotazione di una Miura storica può raggiungere 1,5 milioni di euro.

 

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Sabato 7 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 08-07-2018 12:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA