Alcune della auto dei Papi con sullo sfondo S.Pietro

Limousine al servizio dei Papi. Dalla Cadillac di Giovanni XXIII alla Checker di Paolo VI esposte a Viterbo

di Sergio Troise
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ROMA - Nella riforma mirata all’austerità Papa Francesco ha incluso le auto: rigorosamente bandite dal garage papale le lussuose limousine d’una volta, il Santo Padre viaggia su vetture low profile. E se un re, una regina o un capo di Stato devono rendergli visita, che s’arrangino pure: le ambasciate dei rispettivi Paesi provvederanno al trasporto. Eppure c’è stata un’epoca in cui portantine regali, carrozze intarsiate d’oro e ammiraglie imbottite di pelli e velluti pregiati dominavano la scena dei cortei papali. I musei vaticani sono pieni di queste testimonianze: ospitano infatti una straordinaria collezione di rarità che racconta la storia dei trasporti targati Città del Vaticano offrendosi allo stupore di visitatori provenienti da tutto il mondo e ingolosendo collezionisti che farebbero follie pur di entrarne in possesso. Ma la collezione custodita in quell’autentico tempio della mobilità vaticana che è il Padiglione delle Carrozze non contempla una parte cospicua delle auto utilizzate dai pontefici per ricevere i capi di Stato in visita oltre le Mura. Di quelle auto, in buona parte di produzione americana, si sono perse le tracce per molto tempo. Si sapeva che nel corso degli anni erano state via via vendute, ma non si sapeva in quali mani fossero finite.

Insomma, auto che avevano ospitato a bordo personaggi come Elisabetta, lo Scià di Persia, Lord Chamberlain, John e Jacqueline Kennedy, hanno rischiato di finire in un capitolo buio della storia: dimenticate. Da Viterbo, e probabilmente non poteva essere altrimenti (fu sede pontificia al posto di Roma e tra Medioevo e Rinascimento ospitò oltre 40 pontefici) arrivano però notizie rassicuranti: da venerdì 24 a domenica 26 maggio verranno esposte pubblicamente, in piazza San Lorenzo, proprio davanti al Palazzo dei Papi, nove auto che furono destinate a ricevere le delegazioni di Paesi stranieri in visita ai pontefici che si sono succeduti tra gli anni 20 e i 70, ovvero dal papato di Pio XI (1922-1939) a quello di Paolo VI (1963-1978). Tutte sottoposte ad accurati restauri eseguiti dai migliori specialisti, queste rarità fanno parte di una delle più grandi collezioni private al mondo: sono di proprietà del THE NB Center, benemerito sodalizio che fa capo a un facoltoso collezionista che non ama farsi pubblicità ma ha consentito che i suoi gioielli venissero affidati, per il tempo di un weekend, al Veteran Car Club Viterbo, la più importante associazione di auto storiche del centro Italia. Federato ASI (Automotoclub Storico Italiano) il club viterbese si dedica, per statuto, a promuovere la cultura e la passione per le vetture d’epoca. «Siamo orgogliosi e grati all’NB Center per questa opportunità che ci consente di allestire una mostra straordinaria di auto che hanno scritto la storia» dice il presidente Gian Carlo Carli, informando che l’evento prevede l’accesso gratuito e che i visitatori saranno messi in condizione di inquadrare anche le circostanze politiche (dittatura, guerra, crisi di Cuba, Concilio Vaticano Secondo) in cui queste automobili furono utilizzate. Accanto ad ogni modello sarà sistemato un totem con immagini del tempo e con l’illustrazione delle caratteristiche tecniche.

I visitatori scopriranno auto lussuose, opulente, regali, ma anche modelli poveri, spartani, come semplici taxi. Le diversità si spiegano con le scelte dei papi succedutisi alla guida dello Stato vaticano, e perciò tra questi pezzi unici riportati all’antico splendore si fa notare la minimalista Checker, auto costruita nel Michigan e nota, appunto, per l’impiego come taxi. Anticipando di gran lunga le scelte morigerate di Bergoglio, Paolo VI volle infatti affidare ad un’auto non troppo vistosa, di colore nero, il servizio di trasporto delle autorità attese in Vaticano. Era il 1965. Undici anni dopo una Checker gialla sarebbe entrata nella storia del cinema grazie a “Taxi driver”, film di culto interpretato da Robert De Niro. Di segno diverso le Cadillac della collezione, tra le quali si fa notare in particolare la Imperial Touring che la Santa Sede ordinò nel 1947 alla Casa americana per Pio XII: l’allestimento curato da specialisti della Derham Body Company di Filadelfia previde un sedile a trono corredato da particolari accessori. Nel Garage Nobile del Vaticano furono aggiunti gli emblemi papali, le aste portabandiera e la targa 1 SCV riservata al Papa. Dopo la morte di Pio XII, nel 1958, l’auto fu modificata secondo le esigenze di Giovanni XXIII, che richiese un tetto aperto per incontrare i fedeli in posizione eretta.

Della collezione che sarà in mostra a Viterbo fanno parte anche una Buick, due Packard e un’altra Cadillac, la Serie 75 Limousine Imperial Touring del 1938. Quest’ultima trasportò il premier britannico Chamberlain, venuto a Roma per incontrare Papa Pio XI nel tentativo di evitare la guerra in Europa. Era il 1939.
Quando l’auto fu ritirata dal servizio, venne acquistata da un’officina di Roma e in seguito ceduta a una ditta di noleggio per produzioni cinematografiche. Dal 2014 fa parte della collezione dell’NB Center. Che al momento ha in fase di restauro un decimo esemplare, ma fa sapere che sarà l’ultimo.

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Martedì 14 Maggio 2019 - Ultimo aggiornamento: 12:28 | © RIPRODUZIONE RISERVATA