La Panda Sisley 4x4, una delle versioni più richieste dell'iconico modello Fiat

Panda, storia di un successo. L'iconico modello Fiat che ha fatto della razionalità la sua cifra vincente

di Maurizio Caldera
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ROMA - Era il 4 marzo, come quello della canzone di Lucio Dalla, ma invece del 1943 si era nel 1980. Quel giorno venne presentata la Fiat Panda al salone di Ginevra, l’inizio di una nuova era delle utilitarie, una trazione anteriore firmata Fiat, grazie ad un progetto di Giorgetto Giugiaro, 40 anni fa.

Nel tempo è entrata in molte famiglie (e non solo italiane): chi non ha avuto almeno una Panda? Comoda, robusta e razionale, si poteva caricare un cubo di un metro nel vano bagagli (volume da 272 a 984 litri, togliendo il sedile posteriore in poche mosse), i vetri piatti - una rarità di difficile realizzazione nel campo dell’automotive - erano ampi e gli interni molto luminosi. I sedili potevano regolarsi su sette diverse posizioni grazie ad un’agile struttura tubolare, che prevedeva anche una posizione “culla” per la panchetta posteriore.

La plancia era in stile, con una sorta di culla costituita da un tubo, e con un telo che si adagiava in una conca contenitrice per i molti oggetti che si riusciva a poggiarci. Esternamente ha ottenuto la sua dose di fascino intramontabile – oggi le quotazioni della Panda degli anni ‘80 stanno iniziando a salire – per la combinazione vincente di razionale semplicità e una polivalenza a tutta prova, molto vicina anche ai gusti di alcuni modelli francesi. All’inizio era mossa da un bicilindrico di 650 cc raffreddato ad aria, 30 CV e cambio a 4 marce, derivato da quello della 126. Per chi puntasse a prestazioni maggiori era disponibile il 903 cc mutuato dalla 127 (per altri mercati fu messa a disposizione anche una versione 34 CV, con motore di 843 cc, di provenienza Fiat 850, mentre a Pamplona la Spagna ne costruiva una con marchio Seat) e le velocità di punta erano di 115 o 140 orari.

L’avvento dei motori FIRE (Fully Integrated Robotized Engine) dallo stabilimento molisano di Termoli alla fine degli anni 80 poi, fu il protagonista della prima “rivoluzione” di Panda, che adottò due 4 cilindri – rispettivamente di 750 e 1.000 cc – in luogo delle motorizzazioni originarie, ormai troppo datate. I nuovi motori consumavano meno, avevano emissioni più basse (assumeva importanza questo fattore nel quadro descrittivo di un’auto) ed una erogazione di coppia maggiormente uniforme.

Fin dalla prima edizione però, tra le caratteristiche di Panda colpiva la sua motricità. La versione a trazione anteriore, infatti, mostrò un vero talento per la sua capacità a muoversi sulla neve, anche se fresca o “marcia”, con un picco positivo per la Panda 30, la meno potente, con minore coppia e meno facilità di pattinamento alle ruote motrici anteriori.

Nel 1983 poi arriva la versione 4x4, subito adottata in montagna per la sua agilità e un’aderenza a tutta prova. Motore di 965 cc e 48 CV con cambio a 5 marce con prima corta per aiutare la marcia sugli sterrati, la Panda 4x4 fu realizzata in più versioni con in testa forse la Sisley, piena di accessori di serie che non figuravano nelle sorelle a trazione anteriore se non a richiesta: dal lunotto termico ai cerchioni su cui erano montati di serie dei Pirelli Winter 145 SR 13, in grado di affrontare fango e neve. Qui il costo sale fino quasi a 10 milioni delle vecchie lire, tanto per una “vetturetta”. Eppure la volevano tutti, non solo quanti abitavano in montagna, la Panda 4x4 era decisamente trendy, e oggi i collezionisti cominciano a ricercare gli esemplari in buone condizioni per restaurarli alla perfezione. Nel confronto dei listini le altre versioni di Panda erano in vendita a 3.970.000 e 4.702.000 lire, anche se nel tempo si aggiungevano livelli differenti di accessori, che contribuivano in misura determinante a far crescere il prezzo finale.

In 3,38 metri di lunghezza, insomma, Panda racchiudeva non solo una nuova auto, ma un nuovo modo di approcciare l’automobile e la vita a bordo. Cinque posti omologati, un solo tergicristallo anteriore – sul lunotto si poteva avere come optional – 19 feritoie sulla calandra anteriore, a sinistra sulla 45 e a destra sulla 30 – divenne ben presto l’auto delle signore, come quella adatta ai giovani che arrivavano al primo impiego. La Panda uscì di produzione nel 2003, sostituita dal modello più tondeggiante ancora in vendita oggi, sempre all’impronta della massima razionalità, ma concedendo all’evoluzione dei tempi nuove frontiere, dal climatizzatore alla motorizzazione elettrica. Ora il futuro è nelle mani del nuovo assetto societario, che vede FCA sposata con il Gruppo francese PSA. Insieme, dovranno decidere il nuovo mix delle gamme future.

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Sabato 9 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 12-05-2020 08:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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