CERNOBBIO - Dopo l’Alfa Romeo 8C 2900 B del 1937, premiata con la Coppa d’oro come vincitrice del referendum pubblico del Concorso d’eleganza di Villa d’Este, altre due auto italiane si sono aggiudicate prestigiosi premi del 90° Concorso d’eleganza di Villa d’Este: sono la Lancia Astura IV Serie del 1938, e la Lamborghini Marzal del 1967. L’Astura ha vinto il Trofeo BMW Group Italia assegnato per referendum pubblico a Villa Erba, mentre la Marzal si è imposta nel Trofeo BMW Group Ragazzi.
La Astura è una cabriolet a 4 posti sobria ed elegante, disegnata da Pinin Farina a cavallo della seconda guerra mondiale, ma le sue forme rivelano un cambiamento stilistico che anticipa visioni e tendenze tipiche degli anni ’50. Ciò si spiega con il fatto che il carrozziere ricevette il telaio già nel 1938, ma non riuscì a completare la carrozzeria a causa dell’inizio della guerra; il lavoro venne terminato quindi nel 1947, quando certi influssi stilistici della nuova epoca cominciavano ad imporsi. Sotto al cofano gira un motore V8 non troppo potente (82 cv), tuttavia il suo proprietario, l’italiano Filippo Sole, assicura che “quando l’auto è in marcia gira che è una meraviglia, la potenza si rivela più che sufficiente e perfettamente all’altezza del suo compito”.
E veniamo alla Marzal. Il Trofeo BMW Group Ragazzi ha premiato ancora una volta il genio avveniristico dell’allora capo progettista della carrozzeria Bertone, Marcello Gandini. Il design “spaziale” e gli interni argentati della Lamborghini Marzal (1967) hanno conquistato il cuore (e il voto) dei più giovani, a dimostrazione del fatto che oltre 50 anni fa venne realizzato qualcosa di avveniristico, tuttora apprezzabile. “Questa non è un’auto dei sogni ma un’auto delle idee” dichiarò Nuccio Bertone nel 1967 al Salone di Ginevra, dove l’auto venne presentata. Alta soltanto 1,10 metri, caratterizzata da una linea filante, da supercar, la Marzal offre 4 comodi posti e superfici vetrate inusitate (4,5 metri, più di un minibus). Le portiere si aprono ad ali di gabbiano, con un complesso sistema ideato da Enzo Cingolani, tecnico di fiducia di Bertone. Sotto al cofano anteriore pulsa un motore 6 cilindri da 175 cv che il suo proprietario, lo svizzero Albert Spiess, mette in moto soltanto in rare occasioni: una delle più recenti un anno fa, quando affidò l’auto al principe Alberto per un giro dimostrativo in occasione dell’edizione 2018 del Monaco Grand Prix.