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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Il concept Audi activesphere

Audi activesphere, la mobilità futura secondo Ingolstadt: ecologica e sportiva, si giuda da sola

di Giorgio Ursicino

Audi ama sorprendere. Un tempo, quando l’ambiente era solo reale, lasciava tutti senza fiato per la sua vocazione innata di spingersi all’“Avanguardia della Tecnica” nella meccanica. Inventando e introducendo magie che hanno segnato un’epoca nella storia dell’auto, dalla trazione integrale alla scocca in allumino. Nell’era attuale, invece, in cui il virtuale convive con il reale e l’intelligenza artificiale insieme alla mobilità completamente sostenibile hanno impugnato lo scettro, gli ingegneri di Ingolstadt non hanno certo cambiato l’approccio audace. Anzi, sfruttano appieno le moltiplicate opportunità per realizzare veicoli plasmati intorno all’uomo. Un’avventura elettrizzante. In quest’atmosfera futurista, i bavaresi hanno sempre avuto un debole per il nostro paese che per il brand è il quinto mercato del pianeta nel quale troneggiano eccellenze con cui andare a braccetto appena scavalcate le Alpi.

Il domani più avanzato dei Quattro Anelli, che è anche uno dei più sofisticati in assoluto, i manager Audi hanno deciso di svelarlo soprattutto nel Belpaese, chiedendo alle meraviglie della Penisola di fargli da contorno. Per dare in antipasto pillole dell’auto “zero emission”, autonoma e completamente connessa, la casa tedesca ha progressivamente svelato quattro concept della famiglia “sphere”, la sfera che simbolizza il vecchio abitacolo ora diventato un vero spazio da vivere. Ben due di questi seducenti prototipi hanno fatto il loro debutto globale proprio in Italia. Dopo la roadster “skysphere”, che ha segnato l’esordio nell’esclusiva “location” californiana di Pebble Beach, e l’elegante Sportback “grandsphere”, i riflettori si sono colorati di tricolore.

Lo scorso giugno, nella Milano da bere condita di moda e di design è stata la volta della “urbansphere”, una cittadina con i fiocchi esposta all’Audi House of Progress del capoluogo lombardo. Come se non bastasse, l’altro ieri un’altra anteprima mondiale nel nostro territorio e, vista la stagione, la scelta è caduta sull’icona globale delle stazioni invernali, l’unica del pianeta che ospiterà due edizioni del Giochi Olimpici Invernali. La polivalente “activesphere” si è esibita per la prima volta davanti ad un selezionato pubblico a Cortina, la Perla delle Dolomiti. L’incontro al vertice fra il raffinato e il funzionale è stato ideato e disegnato presso l’Audi Design Studio di Malibù sulle sponde del Pacifico, appena a Nord di Los Angeles. A tirare le linee e plasmare le forme il team diretto Gael Buzyn.

La nuova crossover-coupé è un’active Sportback con carrozzeria variabile, che sintetizza varie tipologie di auto alle quali in qualche modo si ispira, portando alla massima espressione la filosofia Allroad “quattro”. Il concetto si evolve senza rivoluzionarsi. L’activesphere abbina l’eleganza e il dinamismo di una coupé con la versatilità di un pick up in grado di trasportare due e-bike. Sembra la risposta d’autore al Cybertruck di Tesla. Nasce infatti sulla prima piattaforma nativa elettrica (PPE, Premium Platform Electric) di Audi realizzata in collaborazione (ma sotto la direzione di Ingolstadt) con i tecnologici-sportivi cugini di Porsche. Il pianale è quello esclusivamente a batterie più grande del gruppo Volkswagen che si affaccia nel segmento E, ma è capace di offrire i suoi servizi anche al D e all’F. Il concept che ha scaldato le Alpi è lungo pochi millimetri meno di 5 metri e sfoggia un generoso passo ad elettroni che sfiora i tre metri.

Fra i due assali che ospitano anche i due potenti (442 cavalli e 720 Nm di coppia) e compatti propulsori c’è il grande spazio sottoscocca per la batteria da 100 kWh con un impianto che funziona a 800 volt. Il tempo di rifornimento si avvicina ad una vettura termica. In 15 minuti si ricaricano, a corrente continua a 270 kW in una colonnina ultrafast (HPC), 300 chilometri di percorrenza. Per fare il pieno dal 5% all’80% bastano meno di 25 minuti sufficienti a garantire un’autonomia di oltre 600 km. La trazione è ovviamente “quattro”, le sospensioni indipendenti sono pneumatiche tutte a 5 bracci che consentono al crossover di variare l’altezza di 8 centimetri. Grazie anche ai generosi cerchi ruota da 22 pollici, l’assetto può variare di 40 millimetri in basso o in alto dalla posizione standard di 20,8 cm.

La parte più innovativa, però, è sicuramente l’abitacolo, un salotto per 4 (i sedili sono tutti indipendenti) che una paratia chiude posteriormente quando activesphere si trasforma in pick up. L’auto sfoggia la guida autonoma di massimo livello perché, sia il volante che la pedaliera sono a scomparsa, quindi retrattili. Anche la strumentazione non esiste più, nella “sfera” non ci sono ne pulsanti, ne display, ne indicatori ne spie. Le informazioni per chi giuda e per i passeggeri, però, sono molte di più grazie agli speciali occhiali per la realtà aumentata. Inforcandoli compare di tutto anche se materialmente non c’è e si può anche comandare le varie funzioni. Attraverso Audi Dimension il virtuale si sovrappone al reale dando vita alla mixed reality.

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Venerdì 24 Febbraio 2023 - Ultimo aggiornamento: 26-02-2023 09:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA