Per l’auto niente di nuovo sotto il sole. Nell’ultimo mese dell’anno in Italia continua il trend iniziato in estate e si rafforza la “ripresina” con il mercato che per la prima volta segna un +21% rispetto allo stesso mese del 2021. Può sembrare un trionfo, ma non è così. Il consuntivo, infatti, resta pesantemente deficitario e solo per un soffio esce dall’area a doppia cifra (-9,7%). A dicembre le immatricolazioni hanno raggiunto 104.915 unità rispetto alle 86.717 dello stesso periodo dello scorso anno. Nell’esercizio intero, però, alle 1.316.702 vetture mancano ancora 140 mila esemplari per raggiungere il livello del 2021. Con questi volumi il totale supera di poco il minimo storico di 1.304.500 registrato nel 2013 che resta il più basso dell’ultimo mezzo secolo.
Da brindare, quindi, non c’è molto, anche perché non si intravede la strategia per uscire dalla palude tanto che le principali anticipazioni del 2023 parlano di 1,4 milioni di auto, un +6% rispetto all’esercizio appena concluso. Una cifra decisamente insufficiente per rinnovare un minimo il nostro parco circolante che resta uno dei più grandi ed anziani del Continente (età media 12 anni). Da oggi sono ripartiti gli incentivi sullo schema dello scorso anno, ma la cifra stanziata a pioggia è destinata a durare ben poco, mentre le auto più ecologiche (quelle con la spina) non decollano anche perché gli italiani non si fidano della attuale rete infrastrutturale.
Anche a dicembre, nonostante la leggera crescita, le vendite di vetture ricaricabili restano in quota a cifra singola, unico paese in Europa fra i cinque “grandi” (Germania, Regno Unito, Francia e Spagna). Le associazioni di categoria continuano a chiedere (e sperare) in un intervento del nuovo esecutivo che non ha sfiorato l’argomento nella Legge di Bilancio. Al di là dell’esiguo numero di nuove targhe c’è l’impellente necessità di supportare le profonda ristrutturazione industriale per avvicinarci alla mobilità sostenibile che sta partendo in tutta l’Unione Europea. Hyundai, Toyota e Volkswagen sono i gruppi più in crescita, mentre Stellantis resta in posizione alta delle vetture ecologiche.