Il mercato europeo dell’auto non decolla. A luglio sono state vendute 1.025.290 vetture, lo 0,4% in più del 1.021.381 consegnate nello stesso mese dello scorso anno. Questo volume, in ogni caso, è ancora inferiore del 22,9% a luglio 2019, l’esercizio prima della pandemia i cui valori non sono più stati avvicinati. La perdita non è banale (quasi un veicolo su quattro) ed ha costretto tutti i costruttori del Continente a rivedere le proprie strategie e gli obiettivi produttivi, con conseguenze sulla forza lavoro. Parte dei motivi di un crollo tanto vistoso sono da addebitare alla transizione energetica, un cambiamento certo complesso che ha visto i prezzi lievitare ed i consumatori diventare più guardinghi, con la conseguenza di rimandare l’acquisto.
Ad ulteriore turbativa dello scenario c’è stata nel periodo l’entrata delle case cinesi, diventate primo importatore nell’Ue poiché non possono, come giapponesi, coreani e, in parte, americani, contare sulle fabbriche locali. I paesi “Big five”, come al solito, incidono molto ed il segno positivo registrato da Italia (4,7%), Spagna (3,4%) e Regno Unito (2,5%) è stato compensato dalla contrazione di Germania e Francia che mostrano una flessione rispettivamente del 2,1% e del 2,3%. Le cose vanno un po’ meglio nel cumulato dei primi sette mesi con la crescita delle immatricolazione che si attesta al 3,9%, dai 7.611.988 esemplari del 2023 alle 7.906.191 unità dell’anno in corso.
Da gennaio a luglio l’andamento di tutti i primi cinque paesi d’Europa è positivo con percentuali molto simili: la Spagna (5,6%) precede di un soffio il Regno Unito (5,5%) poi l’Italia, (5,2%), la Germania (4,3%) e la Francia (2,2%). Sotto i riflettori i volumi e le quote delle vetture con la “spina” (Ecv, Electric chargeable vehicle) di cui fanno parte le elettriche pure (Bev, Battery electric vehicle) e le ibride plug-in (Phev, Plug-in hybrid electric vehicle). A luglio guida questa speciale classifica, che oltre a determinare l’innovazione del mercato, si riflette direttamente sull’abbattimento delle emissioni che incide sulla qualità dell’aria, è guidata con un certo distacco dal Regno Unito (27,4% di Ecv, più di una vettura su quattro, si va verso un terzo del mercato).
La Gran Bretagna (Bev 18,5% e Phev 8,9%) è seguita dalla Francia al 20,8% (Bev 13,5% e Phev 7,3%), Germania al 19,1% (Bev 12,9% e Phev 6,2%), Spagna al 9,9% (Bev 4,6% e Phev 5,3%) e buon ultima l’Italia (si ferma al 7,3% del totale, con il 3,4% per le Bev e il 3,9% per le Phev). Nel cumulato gennaio-giugno le posizioni restano invariate con percentuali più vicine: il Regno Unito con il 25% (Bev 16,8% e Phev 8,2%) precede la Francia al 24,9% (Bev 16,9% e Phev 8,0%), la Germania al 18,7% (Bev 12,6% e Phev 6,1%), la Spagna in doppia cifra al 10,4% (Bev 4,7% e Phev 5,7%) e, purtroppo, il nostro paese (gli Ecv sono al 7,1%, il 3,8% Bev e 3,3% Phev).
Le vetture pesantemente elettrificate, quelle con la spina, che possono viaggiare almeno per un buon numero di chilometri ad emissioni zero, sono in calo sia nel mese che nel cumulato: a luglio, nel totale del mercato europeo, le Ecv valgono il 20,7%, con le Bev al 13,6% (-0,9 p.p.) e Phev al 7,1% (-0,9 p.p.). Nel cumulato le Ecv valgono il 20,9%: Bev al 13,8% (-0,5 p.p.) e Phev al 7,1% (-0,3 p.p.). Nel cumulato le Ecv valgono il 20,9%: Bev al 13,8% (-0,5 p.p.) e Phev al 7,1% (-0,3 p.p.). Fra i costruttori, nell’Europa allargata che comprende Ue, Efta (l’Associazione europea di libero scambio) e il Regno Unito, Stellantis ha perso il 4,8%, lasciando sul terreno 0,8 punti di quota di mercato (dal 15,7 al 14,9), mentre Toyota ha guadagnato il 15,6% conquistando un punto secco di quota (dal 6,9 al 7,9).
Alcuni costruttori vanno con il vento in poppa: la cinese Saic è salita del 15,5% nel mese (la quota è arrivata al 2) che si affianca al 21,4% nel cumulato, la Volvo ha superato a luglio la crescita del 40% (35,7% nei sette mesi) grazie al successo della compatta elettrica Ex30 che in Europa è diventato uno dei modelli a batterie più appetibili insidiando la leadership della Tesla. Anche nel nostro paese la baby svedese è prima dopo i due modelli della casa di Elon Musk.