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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Una stazione di rifornimento per auto elettriche negli Usa

Auto, scontro USA-UE: gli incentivi di Biden alle elettriche penalizzano le vetture estere

di Giorgio Ursicino

I rapporti fra le due sponde dell’Atlantico non sono mai stati tanto stretti. Eppure, si prospetta all’orizzonte un braccio di ferro “doganale” tipico dell’Era Trump. L’argomento è la transizione energetica e l’auto elettrica. Un tema sul quale l’Unione Europea voleva fare da apripista e invece l’America di Joe Biden, con un colpo di reni, sembra pronta a rispondere. Con misure protezionistiche che avvantaggerebbero troppo l’industria nazionale, infrangendo i trattati sul commercio internazionale. Il Senato degli Stati Uniti ha approvato domenica scorsa, dopo un anno e mezzo di dibattito, l’“Inflation Reduction Act”, un poderoso piano da 369 miliardi di dollari che contiene molte misure per la protezione del clima, fra cui 36 miliardi nei prossimi dieci anni per la mobilità a batterie.

Il disegno di legge, che deve ancora essere messo a punto nei dettagli, prevede che i consumatori a stelle e strisce potranno acquistare veicoli a zero emissioni (full electric) usufruendo di un credito d’imposta di 7.500 dollari. Ma non basta. Per accedere all’incentivo bisogna soddisfare altre condizioni, alcune delle quali appaiono oggettivamente troppo restrittive, penalizzanti nei confronti dei prodotti esteri. La normativa prevede infatti che le vetture debbano essere prodotte negli Stati Uniti, ma essere dotate di accumulatori made in Usa, realizzati con materiali in qualche modo “controllati” dagli States.

La manovra è chiaramente più a difesa della Cina, potenza che vuole contrastare la leadership di Washington e che è in vantaggio sull’auto ecologica e sulle sue materie prime. Pechino, però, viste le recenti tensioni su Taiwan, non si è ancore lamentata. “Garbate” proteste sono invece arrivate da Bruxelles dove ieri il portavoce della Commissione, Miriam Garcia Ferrer, ha tenuto una conferenza stampa sull’argomento. La UE protesta che l’impostazione del nuovo provvedimento sarebbe contraria ai principi del WTO: «L’iniziativa colpisce il commercio transatlantico. Riteniamo che discrimini i produttori stranieri rispetto a quegli americani. Dobbiamo assicurarci che le misure introdotte siano eque. Per questo continuiamo a sollecitare gli Stati Uniti a rimuovere questi elementi discriminatori e garantire che sia pienamente conforme al Wto».

Come dargli torto. Non è la prima volta che ci sono attriti del genere, numerosi durante la precedente Amministrazione per i dazi sull’acciaio e i sussidi alla Boeing. Qualcuno ha addirittura invocato ragioni geopolitiche: «Siano salvaguardati i paesi produttori che hanno accordi di difesa collettiva con gli Stati Uniti, come i membri della Nato, il Giappone e altri». Anche l’americana “Alliance for Automotive Innovation”, che rappresenta tutti i players del settore, ha sottolineato che, così com’è, il provvedimento escluderebbe il 70% dei veicoli elettrici attualmente in vendita negli Stati Uniti.

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Venerdì 12 Agosto 2022 - Ultimo aggiornamento: 13-08-2022 21:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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