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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
L'impianto frenante Sensify della Brembo testato su una Tesla

Brembo Sensify, la rivoluzione dell'impianto frenante: anche le “pinze” diventano elettriche

di Giorgio Ursicino

Un’azienda che il mondo ci invidia. Che ha una storia “vincente” più dilagante di quella del Cavallino. Tanto per cambiare, quando si parla d’eccellenza del made in Italy, è facile sconfinare nel settore automotive, nel quale il nostro paese ha una tradizione senza pari. Da Brembo nasce un’idea che stravolgerà i precedenti parametri, accompagnando a braccetto la nuova mobilità, quella elettrica, che rispetta l’ambiente. Si prepara all’esordio Sensify, un “ecosistema” intelligente di cui fra poco sentiremo parecchio parlare. L’icona dell’orgoglio tricolore, però, presenta anche due forti originalità. Non è specializzata nell’arte di accelerare ma in quella, ancor più importante, del frenare. E, non ha la sede nella prestigiosa Motor Valley, ma nel triangolo lombardo altrettanto rilevante per l’industria italiana ed europea, in provincia di Bergamo.

Frenare per l’auto è tutto. Passa in secondo piano anche quel capolavoro della meccanica che è il propulsore con tutta la catena cinematica. S’intuisce che i freni hanno un ruolo strategico per la sicurezza. Ma sono altrettanto rilevanti anche per godere le prestazioni: dove vai se la capacità di fermarti non ce l’hai? Negli ultimi decenni gli impianti frenanti hanno fatto dei progressi enormi e molto del merito è dovuto all’impresa italiana. Nata nel 1961, in un casolare adibito ad officina, una decina di anni dopo (nel 1975) era già ai vertici avendo ricevuto, da Enzo Ferrari in persona, l’incarico di equipaggiare le monoposto più gloriose del pianeta, all’epoca guidate da Niki Lauda e Clay Regazzoni. Fu subito un successo, in vetta all’Olimpo della velocità.

La Brembo è stata fondata da Emilio Bombassei, ma si è fatta imbattibile sotto l’abile guida del figlio Alberto diventato, a cavallo del Millennio, il simbolo globale vivente dell’arte di frenare. Oggi la società multinazionale è guidata, oltre che dal guru, regista e Presidente Onorario Cavalier Alberto, dal presidente esecutivo Matteo Tiraboschi e dall’amministratore delegato Daniele Schillaci, manager di grande esperienza nel settore dell’auto avendo lavorato per Renault, Alfa Romeo, Toyota e Nissan. Brembo è una realtà perfetta, che non ha punti deboli. Opera in 15 paesi di 3 continenti con 29 siti produttivi e sedi commerciali. Cina, Usa, Brasile, India, i dischi Brembo si forgiano in mezzo mondo. Al pari delle celebri pinze e di tutto quello che fa parte dell’impianto.

La specializzazione principe sono le “alte prestazioni” grazie all’esperienza unica accumulata nel motorsport. Non c’è casa di supercar o hypercar che non si rivolga a Bergamo per avere gli impianti carboceramici, non conoscono fatica e durano quanto l’intera vita della vettura. Incredibile. I risultati semestrali dimostrano una capacità di crescita impressionante in una fase economico-industriale sotto pressione per mille motivi, di “transizione” e geopolitici. D’altra parte Brembo ha fatto sempre un passo avanti senza mai indietreggiare di un millimetro. Da gennaio a giugno 2022 il fatturato si è avvicinato ai due miliardi di euro, con una crescita di quasi un terzo (28,3%). L’Ebitda ha superato i 300 milioni con un margine sui ricavi del 17,5%.

L’utile netto ha sfiorato i 150 milioni, gli investimenti hanno superato i 120. Il business in Nord America, Germania e Cina è superiore a quello in Italia. Il settore automobilistico precede i veicoli industriali, le moto e le competizioni da sempre fiore all’occhiello. Fra le intuizioni da “visionario” di Bombassei c’è “Kilometro Rosso”, inaugurato nel 2009, uno dei principali distretti europei dell’innovazione dove lavorano 1.900 fra addetti e ricercatori. Ma cos’è Sensify? È l’incontro fra l’intelligenza artificiale, il software più evoluto, con i componenti degli impianti frenanti di ultimissima generazione. È il momento giusto per farlo, i due mondi sono sufficientemente maturi.

In un’era in cui l’elettronica si sta impadronendo del tutto dell’auto, potendo contare sul feeling con i motori elettrici puliti sempre più presenti rispetto ai precedenti sistemi “inquinanti”. La nuova piattaforma, flessibile e rivoluzionaria, include algoritmi predittivi di gestione dati per controllare il sistema frenante in modo digitale. Grazie ai big data si migliora l’esperienza del guidatore permettendo al sistema di essere costantemente aggiornato. In pratica i confini dell’impianto frenante si estendono, la risposta dei freni si personalizza in base al proprio stile di guida. Il nuovo dispositivo unisce il meglio dei due mondi: piacere di guida e sicurezza totale.

Un sistema di controllo digitale di sensori gestisce ogni ruota in modo indipendente con il risultato di avere una guida più precisa dell’auto, un aumento delle prestazioni, della fiducia e un’esperienza di guida unica. Sensify sarà disponibile fra poco più di un anno per tutti i tipi di vetture, dalle citycar alle supercar. Non c’è più collegamento, se non elettrico, fra il pedale e le singole pinze che sono gestite in modo indipendente dalle centraline. All’avantreno rimangono due piccoli tratti idraulici fra l’unità di controllo e i “caliper”, dietro i chip che comandano inviano un impulso elettrico direttamente alla pinze elettromeccaniche, senza nemmeno una goccia di olio. E l’habitat ringrazia.

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Martedì 30 Agosto 2022 - Ultimo aggiornamento: 01-09-2022 11:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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