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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Charles Leclerc

Charles Leclerc, il killer con la faccia d'angelo: «Hamilton e Verstappen sono due grandi campioni»

di Giorgio Ursicino

Un killer con la faccia d’angelo. Charles Leclerc non sembra disperato per l’isolamento a casa. A soli 22 anni, il predestinato, ha molto tempo per dimostrare al mondo quanto vale. E per di più i prossimi 5 anni li farà al volante della Ferrari, un posto che chiunque fa il suo lavoro ha in cima alla lista dei desideri. Se non sei un fenomeno, un contratto del genere non te lo fa nessuno, nemmeno se ti chiami Fernando Alonso e Sebastian Vettel e, soprattutto, se prima di arrivare a Maranello non hai vinto nulla. Il suo sguardo dolce, il modo di fare educatissimo, la capacità di passare da una lingua a l’altra mascherano abilmente cosa c’è in Charles quando si abbassa la visiera.

Una macchina da guerra, un duro senza emozioni, un bambino adulto che non sopporta di arrivare secondo. Per avere la fiducia e l’appoggio incondizionato del team ha già conquistato importanti primati. L’anno scorso s Spa è diventato il più giovane vincitore al volante della Ferrari, è stato il driver che ha conquistato più pole nella stagione (di cui 4 di fila eguagliando Schumacher) ed ha chiuso il Campionato davanti a Vettel dopo aver fatto a ruotate col compagno di squadra in Brasile. È giovane, ma come un veterano conosce la durezza dell’automobilismo e della vita, sono pochi nelle corse moderne ad aver perso amici fraterni con cui è cresciuto insieme e condiviso anni in kart e nelle gare minori: Jules Bianchi e Anthoine Hubert. È stato Charles il primo a dover abbracciare la madre di Anthoine quel maledetto sabato a Spa, il giorno precedente la sua prima vittoria. Forse per questo Leclerc ha un forte senso della vita, un grande attaccamento alla famiglia di cui ha perso il padre quando ancora doveva festeggiare i suoi 20 anni.

Charles sta vincendo tutte le gare ai videogiochi in questo periodo di sosta forzata, ma suo fratello Arthur qualche volta gli sta davanti. Non pensa che un giorno potrebbe accadere anche nelle corse vere?

«Certo, sono quasi sicuro che succederà. Lo spero. Arthur ha talento, è bravo. È stato penalizzato perché non è stato seguito come me, la mia famiglia non aveva le risorse per tutti e due e io ero già davanti. Non ha avuto un manager bravo che lo ha accompagnato, ma ora ha recuperato. Io, è sicuro, ora faro di tutto per aiutarlo».

Hai mai avuto paura del coronavirus?

«È una cosa molto preoccupante, l’unica cosa che possiamo fare è stare a casa. Non ho avuto paura per me, ma per la mia famiglia, soprattutto per mia madre».

Ora bisogna pensare alla ripartenza, preferisce che il campionato riprenda a porte chiuse o quando tutto è sicuro?

«Non c’è molta differenza, bisogna tornare a correre in totale sicurezza, la salute viene prima di tutto. A nessun pilota piace correre senza pubblico, ma se questo può aiutare ad accorciare i tempi è un’ipotesi da prendere in considerazione. Deve essere in ogni caso garantita la sicurezza di tutte le persone impegnate in F1».

Lo abbiamo chiesto anche a Sebastian, è disposto a rivedere l’ingaggio per i problemi che sta creando le pandemia?

«La questione non si pone. Certo che bisogna rivedere la retribuzione, in questo periodo non abbiamo corso e siamo stati a casa, è un problema economico di tutta l’organizzazione».

Stiamo passando molto tempo con le gare virtuali a cui prendete parte molti di voi piloti professionisti. Perché Hamilton e Verstappen non partecipano? Hanno paura di fare brutta figura?

«Ma no, non credo proprio. I simulatori funzionano bene, ma le gare vere sono un’altra cosa. Lewis e Max sono grandi piloti. Dei campioni».

Le piacerebbe affrontare un protagonista di un altro sport?

«Se posso scegliere dico Valentino: Rossi ha fatto delle cose straordinarie».

Se si potessero ricorrere gli ultimi tre giri del GP d’Austria dello scorso anno accetterebbe? Pensa che potrebbe riuscire a tenere dietro Verstappen?

«È andata così, è difficile lottare con Max se hai un piccolo problema. E io, nel finale, avevo le gomme più stanche della sue».

Al simulatore porta gli occhiali. Perché?

«Sono occhiali da riposo. Quando sto molto davanti allo schermo o in qualche altra occasione li uso».

Molti la avvicinano a Villenueve. Che effetto le fa?

«Sono onorato di essere paragonato a campioni del genere, ma non mi sento all’altezza. Ho ancora tanto da imparare e migliorare».

Le dispiace di più che è stato annullato il GP di Monaco a casa tua o che forse Monza si correrà senza tifosi?

«Due cose tristi. Ma è peggio non correre per niente. Almeno i telespettatori possono godersi lo spettacolo».

Hamilton e Vettel sono vicini al rinnovo del loro contratto. Cosa ne pensa?

«Sono contento per loro. Io mi trovo esattamente dove vorrei essere, devo solo portare la Ferrari alla vittoria. Se Sebastian resta con noi io sono contento».

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Sabato 25 Aprile 2020 - Ultimo aggiornamento: 28-04-2020 16:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA