
Ferrari domina per la terza volta di fila la 24 Ore di Le Mans: un trionfo dal valore immenso
Ancora una Rossa che vince, questa volta è quella gialla. Non siamo a Montreal, ma a Le Mans dove si è disputata l’edizione numero 93 della 24 Ore, la corsa automobilistica più prestigiosa del mondo. Per seguire l’epocale evento, che dura un giorno intero senza rifiatare un attimo, sono accorsi da tutto il mondo quasi mezzo milione di spettatori. Un gran premio lungo oltre cinquemila chilometri percorsi con il gas sempre al massimo. Sotto la bandiera a scacchi, fra il primo e il quarto, c’era meno di mezzo minuto: un battito di ciglia. La Ferrari ha avuto in pugno la possibilità di monopolizzare l’intero podio con le sue 3 vetture ai nastri di partenza. Alla fine si è “accontentata” di piazzare le proprie Hypercar ai primi 4 posti, andando ad occupare 2 gradini del podio, soprattutto quello più alto del vincitore assoluto.
Per la casa di Maranello è un trionfo di proporzioni cosmiche, uno di quelli che, negli anni Cinquanta e Sessanta, hanno plasmato il mito del Cavallino. La Scuderia, che nelle campagne non lontane da Parigi ha scritto pagine di autentica leggenda, per mezzo secolo esatto non ha partecipato a Le Mans e al Mondiale Endurance con una vettura in grado di vincere. L’ultima volta fu nel 1973, poi l’ingegner Ferrari in persona decise di «ritirarsi per concentrarsi sulla F1». Nel 2023, esattamente mezzo secolo dopo, l’ambizioso rientro ed è stata subito gloria. La Scuderia si è ripresa la magica 24 Ore all’esordio, una zampata bissata lo scorso anno. Ora l’apoteosi: ieri in Francia il terzo trionfo di fila che consente di portarsi a casa, in maniera definitiva, il poderoso Trofeo che può essere alzato solo da un equipaggio, tanto è ingombrante e pesante.
A questo amore per la 24 Ore, quest’anno il costruttore d’auto più famoso del mondo ha aggiunto una supremazia evidente nel WEC, il Mondiale Endurance, di cui fa parte la corsa francese. Le Mans, che vale il doppio dei punti, era la quarta tappa e il Cavallino si era imposto in tutte le precedenti 3. Un Campionato segnato, con Maranello che ha più del doppio dei punti della seconda in classifica: il dominio della McLaren in F1, al confronto, è ben poca cosa. Eppure, alla 24 Ore e al WEC, sono impegnati altri 7 costruttori globali: Porsche, Toyota, Cadillac, BMW, Alpine, Peugeot ed Aston Martin a cui, nei prossimi anni, si aggiungeranno Ford, McLaren e Hyundai. Non c’è mai stata in oltre un secolo di storia del motorsport una categoria di successo paragonabile.
La 24 Ore è storia di costruttori e tecnologia: non è facile realizzare un prototipo in grado di essere massacrato per 24 ore, a 220 di media oraria, restando intatto. Ma è anche storia di uomini, campioni disposti a barattare la loro carriera per un trionfo a Le Mans. È come vincere alla lotteria, non basta essere i più bravi, devono affilarsi una serie infinita di circostanze perché Le Mans scelga te come dominatore. Ieri la 24 Ore, come spesso fa, non ha scelto a caso. Le Ferrari al via erano 3, due rosse, ufficialissime, che si erano preso la scena nel 2023 e nel 2024, e una gialla. Giallo non è una tinta banale per la Ferrari, è il colore di Modena, il preferito dal Cavallino dopo il rosso.
Bene, la 499P gialla, anche se identica alla altre, correva iscritta dal team AF che è la stessa struttura incaricata di portare in pista i bolidi rossi. Al volante della 83 gialla c’era una vecchia conoscenza, un driver di grandissimo talento la cui carriera è stata penalizzata da un bruttissimo incidente. Il polacco Robert Kubica, che ha già festeggiato i 40 anni, si è presa una sonante rivincita conquistando il trofeo più prezioso. Robert era la chioccia dell’equipaggio formato da altri 2 talenti nati intorno all’anno Duemila, il britannico Philip Hanson e il cinese Ye Yifei. Ironia della sorte entrambi nelle scorse stagioni guidavano la Porsche, atavica rivale dalla Ferrari.
Nel finale Kubica ha detto ai suoi ragazzi di farsi da parte ed ha pilotato come un indemoniato: per fermarlo avrebbero dovuto sparargli. Ad impedire il tris e la parata delle Ferrari è stata una Porsche che dopo 86.400 secondi si è arresa per appena 14 mettendosi fra la gialla e le rosse. Nella categoria GT derivate dalla serie si è infranto il sogno di Valentino Rossi tradito dalla vettura di notte mentre era in testa. Fuori la sua formidabile BMW, i primi 5 posti sono finiti a vetture diverse: Porsche, Ferrari, Corvette, Aston Martin e Lexus.