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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Ferrari SF-75 di Charles Leclerc nel Gran Premio d'Austria

Ferrari, i due galletti combattono e Verstappen va a vincere. Gli attriti emergono ancora

di Giorgio Ursicino

La “sprint” non infiamma. Sarà per questo che il numero delle garette che stabiliscono la griglia di partenza non è aumentato dalla stagione scorsa a quest’anno. Com’era prevedibile, a Zeltweg ha vinto Verstappen davanti ad un pubblico che ha colorato la Stiria di “orange”. Max è scattato bene dal palo, ha messo qualche secondo fra lui e le Rosse e poi ha controllato come è abilissimo a fare. Al di là del risultato, con due vetture sul podio e la Red Bull apparentemente nel mirino, non sembra ancora del tutto risolta la questione gerarchie. E a Spielberg è riaffiorata con garbo, con l’intento di tutti di non farla esplodere. I due piloti hanno dimostrato di essere entrambi veloci e di avere un passo molto simile anche in gara.

L’approccio della Scuderia è rimasto immutato solo che ha ribadirlo Richelieu-Binotto ha mandato il direttore sportivo francese Laurent Mekies che, nonostante non sia madrelingua, argomenta sempre benissimo in italiano. In Austria non era in ballo un bottino grosso, fra i due piloti di Maranello c’era appena un punto che ballava (7 contro 6). Carlos, però, sembra essersi tolto un sassolino dalla scarpa: non ha gradito molto che a Silverstone qualcuno lo abbia fatto passare come uno “scippatore” di vittorie nel giorno della sua “prima volta”. Secondo “radio rossa” (lo ha ripetuto il DS transalpino) il campione del mondo in questa stagione si batte solo facendo “gioco di squadra”, rispettando sempre le direttive dei box che, di volta in volta, possono cambiare. Il definitivo via libera a Max, con una tattica sottilissima, lo ha dato proprio Carlos (forse il team principal non ha gradito), è quasi sembrato “volutamente”.

Su una pista dove è quasi impossibile superare con monoposto dalle prestazioni simili, Sainz è apparso “tarantolato” nei giri iniziali, ingaggiando un duello con Leclerc che di solito non è nelle corde dello spagnolo. Il figlio d’arte di Madrid voleva mostrare a tutti che, in una fase della gara, è facile sembrare più veloci se, invece di preservare le coperture, si spremono i pneumatici come limoni. Il corpo a corpo tutto rosso, con una serie di sorpassi e controsorpassi, ha mezzo “cotto” i Pirelli sotto le SF-75, mentre l’olandese guidava sul velluto. A fine gara il Principino dava l’impressione di aver percepito il tranello tanto che non aveva il sorriso dei giorni migliori. Carlos e Laurent, invece, giocavano a tamburello senza mai parlare del predestinato.

«La battaglia con Charles? - ha spiegato Sainz - Bella, mi sono proprio divertito... In gara sarà diverso e dovremo sfruttare di avere due vetture davanti per dar fastidio a Max. No, non credo che fosse al limite...». Sullo stesso tono Mekies: «È difficile battere Verstappen, dobbiamo far di tutto per massimizzare le strategie». Insomma, c’è l’impressione che il monegasco debba ancora metabolizzare di dover lavorare per la squadra e preferisca stabilire da solo, in variabili molto complesse, cosa è meglio fare in pista. Un discorso che non è ancora archiviato e sul quale bisognerà tornarci su.

Oggi, la lunghezza della gara ed i pit stop per i cambi gomme (forse solo uno) complicheranno lo scenario con Perez che parte solo quinto dopo la “rimontona” di ieri e sarà sicuramente della partita. Fra i primi tre e la seconda Red Bull c’è il solito Russell che non sembra tenere il passo sulla distanza nonostante i grandi miglioramenti della Mercedes. Appannato il sette volte campione del mondo dopo la botta di venerdì. Lewis non assaggiava più le barriere dal Brasile 2017 e sembra digerirle male. Il baronetto è stato incredibilmente cauto nel superare Schumacher che, in alcuni momenti, ha fatto rivivere i duelli del padre.

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Domenica 10 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 12-07-2022 08:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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