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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Ferrari di Charles Leclerc contro il mucchio di gomme al Paul Richard

Ferrari, un Paul Ricard amaro: Leclerc sbatte, Sainz solo quinto. I piloti col morale sotto i tacchi

di Giorgio Ursicino

L’auto più in forma della F1 torna dalla Francia con un misero quinto posto. E, ancora una volta, i nervi sono tesi. Il dibattito è sempre acceso in quel di Maranello dove non è difficile trovare chi sostiene che «si poteva fare diversamente». Mattia Binotto, sempre più leader, assolve tutti e sposta il mirino su domenica prossima: «Gli errori ci stanno, li facciamo tutti. Visto come si erano messe le cose dobbiamo andare in Ungheria con la consapevolezza di mirare alla doppietta». Alzare l’asticella per ricompattare la squadra che, a caldo, dimostra un carattere molto latino, dimenticandosi, forse, che è solo F1. Questa volta il professorino predestinato l’ha combinata grossa parcheggiando la sua SF-75 sublime, mentre stava dominando dal semaforo, addosso ad un mucchio di gomme. In scia non aveva nessuno, non bisognava difendersi.

Verstappen, infatti, si era fermato il giro prima, con le gomme ormai sfiancate, mentre sulla Rossa apparivano ancora a proprio agio. Charles, appena sceso della macchina, se non vince è sempre un po’ critico. Qualcuno si aspettava che avrebbe puntato il dito contro qualcosa (dopo il botto, via radio, si era lamentato dell’acceleratore). Invece, se contro la squadra in altre occasioni aveva usato la frusta, contro se stesso ha puntato addirittura il bazooka: «Un errore inammissibile, non ci sono parole. Se a fine Campionato perdiamo per meno di 32 punti, la colpa sapete di chi è: gli errori di Imola e questo del Paul Ricard non sono tollerabili per uno che vuole alzare così tanto il livello».

Mattia abbraccia il figliol prodigo: «Sciocchezze. Fa parte del gioco. Charles è un grande pilota che ha sempre dimostrato tutto il suo valore. La squadra ha una fiducia cieca in lui». Attappata una falla umorale, Binotto deve correre dall’altra parte del box per spiegare al riflessivo Carlos perché gli ingegneri gli hanno tolto un roboante podio, conquistato sul campo partendo dall’ultima fila, relegandolo al quinto posto: «Bravo Carlos, prestazione maiuscola, in crescendo. La seconda sosta? Semplice: con quelle gomme non sarebbe arrivato al traguardo. E questo lo decidono gli ingegneri che hanno i dati, non chi guida. La sicurezza prima di tutto».

Tiratina di orecchie anche per lo spagnolo, che rientra subito nei ranghi: «Io faccio sempre quello che mi dice la squadra (quasi...ndr), ci mancherebbe. Ho chiesto spiegazioni perché ero salito sul podio e, da pilota, avevo l’impressione che i pneumatici fossero ancora buoni per fare pochi giri...». Max, autore di una gara impeccabile, come l’intera stagione, gioca a fare l’Hamilton, si preoccupa di tutto meno che di aver vinto. Via radio aveva chiesto. «Charles come sta?». Come se non avesse visto che la SF-75 del monegasco non si era fatta neanche un graffio, tanto che il Principino ha fatto di tutto per ripartire. Alle fine ha aggiunto: «Peccato, mi dispiace per l’incidente. Sarebbe stata una bella gara...».

Dietro all’olandese si sono arrampicate sul podio entrambe le Mercedes, in vistosa crescita. Le Frecce d’Argento vanno meglio in gara che in qualifica e ieri hanno tenuto un ritmo impressionante senza staccarsi troppo da Max e riuscendo, senza aiuti particolari, a chiudere davanti all’altra Red Bull, quella di Sergio Perez. Di forza e scaltrezza il sorpasso nel finale di Russell ai danni del messicano. Le manovre della giornata, però, sono state tutte di Sainz che ha dato spettacolo facendo vedere che sa essere molto aggressivo anche lui.

Ha superato George all’esterno a Signes (ricordando un mitico sorpasso di Prost a Senna) e Checo all’ultima curva, un posto dove non è possibile invertire le posizioni. Con la vittoria a Le Castellet, il campione del mondo prende il largo ed ora ha 63 lunghezze di vantaggio sul povero Charles (233 a 170) al quale si è fatto sotto la seconda guida dei bibitari (163). Seguono Carlos (144), tornato a 26 punti da Charles, e l’affidabilissimo duo di Toto Wolff. L’Imperatore, al quarto podio di fila, è diventato l’unico pilota (altro record difficilmente battibile) con oltre 300 GP (è entrato nel club dei “vecchietti” proprio ieri) ad arrivare fra i primi tre.

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Lunedì 25 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 26-07-2022 11:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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