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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Raffaele Fusilli ceo di Renault Italia con la nuova Austral

Fusilli, Renault Italia: «Tre manovre che ci consentiranno di crescere»

di Giorgio Ursicino

Renault si appresta a chiudere un anno straordinario. Come i grandissimi “boxer”, ogni imprevisto che accade sul ring aumenta la forza d’urto. Tanto da arrivare ad essere il primo costruttore storico a ripensare se stesso per affrontare al meglio le sfide della transizione energetica e della mobilità ecologica. Azzerando totalmente le emissioni di CO2. Alla guida della filiale italiana da un anno e mezzo c’è Raffaele Fusilli. Non una scelta qualsiasi, ma molto mirata. Fatta, non è difficile immaginarlo, del Ceo de Meo in persona la cui visione c’è sempre dietro le decisioni strategiche. Il Belpaese è per l’azienda parigina il terzo mercato del pianeta (dopo Francia e Germania) ed è la prima volta che, dalla fondazione della struttura tricolore nel 1958, la responsabilità della Penisola viene affidata ad un manager italico. In più, c’è l’aspetto che nelle loro “flamboyant” carriere i due dirigenti giramondo, volenti o no, abbiano incrociato le traiettorie.

I “ragazzi degli anni Sessanta” hanno iniziato insieme proprio in Renault. Poi si sono ritrovati in FCA (Fusilli nei brand Ferrari e Maserati con esperienze anche internazionali) ed infine nel gruppo di Wolsfburg dove Raffaele è stato il capo mondiale delle vendite Ducati, un’azienda in cui la presenza di Luca era palpabile ovunque. Insomma, senza voler cercare retroscena, fra i due la stima «umana e professionale» appare molto forte. «Nell’ultimo trimestre dell’anno sono accaduti due eventi di notevole importanza - spiega l’Ad di Renault Italia - a Parigi c’è stato il Mondial de l’Automobile dove abbiamo partecipato con successo. Poi, nei giorni successivi, il Ceo ha illustrato i più recenti piani dell’azienda al Capital Market Day. Un modo di affrontare lo scenario con un approccio decisamente innovativo.

La nostra presenza al Salone di casa si spiega molto semplicemente: siamo convinti che l’auto abbia bisogno anche di un contatto fisico e per la prima volta avevamo a disposizione qualcosa da mostrare per ognuno dei nostri marchi. I visitatori si sono avvicinati alla barriera del mezzo milione, nonostante un periodo più breve, e la nostra organizzazione è stata in grado di vendere quasi mille macchine. Abbiamo esposto i modelli elettrici che rappresenteranno il futuro, affiancando la nativa elettrica di seconda generazione già in listino, la Magane E-Tech. Entro il 2025 avremo 4 auto nate su piattaforme solo elettriche, due nel segmento B, la 5 e la 4, due nel C, la nuova Magane, appunto, e la futura Scenic. Un mix vincente di innovazione tecnologica e tradizione gloriosa che si ricollega ai valori del passato.

La vecchia 4 è stata una vettura universale, ne abbiamo venduti oltre 8 milioni di esemplari in più di cento mercati. Un’auto per tutti. Per campagna e per città. Capace di trarre il succo dalle radici di Renault e proiettarlo nel domani con la mobilità ad elettroni. Quello che attualmente rappresentano Clio e Captur, saranno le nuove 4 e 5 entro qualche anno. Abbiamo presentato anche il concept della 5 Turbo elettrica con cui potremmo ritornare anche nei rally se la FIA organizzerà un campionato zero emission. E il prototipo dell’erede di Scenic che, oltre ad non avere emissioni, sfoggerà Adas all’avanguardia, in grado di ridurre di molto gli errori di chi guida. Infine, il prototipo di Alpine, elettrico e ad idrogeno che rappresenta l’anello di congiunzione fra il motorsport e il rispetto ambientale, esattamente quello che vuole essere il brand».

Dal futuro imminente al presente, che è senz’altro una fase di transizione. In quest’area gioca un ruolo formidabile Austral in fase di lancio, un modello per riappropriarsi della fascia alta del segmento C. «Qui prosegue la nostra riscossa, dopo Arkana e New Magane - continua Fusilli - la vera differenza la fa la motorizzazione ibrida, tutta nuova, la più efficiente del mondo. Con un 1.2 turbo si hanno a disposizione 200 cavalli per un consumo di 4,6 litri per 100 km ed emissioni di appena 102 g/km. In più ci sono le quattro ruote sterzanti che riducono il raggio di manovra esaltando l’agilità. Qualcosa che prima non c’era». La conclusione e sull’economia circolare, un settore che nei prossimi anni dovrà prendere piede e nel quale le casa transalpina vuole essere apripista: «In Europa ogni anno ci sono 11,5 milioni di auto riciclabili almeno all’85% che vengono solo demolite e non riutilizzate per l’industria automotive.

Un controsenso, un danno enorme. Questo patrimonio deve essere in fretta recuperato. Tenendo presente che con le auto elettriche questa esigenza sarà ancora più sentita per il valore dei materiali contenuti nelle batterie. Con la società che abbiamo creato nel gruppo abbiamo l’obiettivo di fatturare 2,3 miliardi nel 2030 vendendo anche ad altre realtà automobilistiche. Per terminare qualcosa sull’Italia. Abbiamo indirizzato la carenza di prodotto verso i canali più remunerativi, il 78% delle vendite proviene dal canale privati. In più ci stiamo spostando verso i segmenti maggiori e in quelli dove è più elevata la componente elettrificata. In questo modo possiamo alzare i margini senza gonfiare i volumi».

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Martedì 27 Dicembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 02-01-2023 10:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA