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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Lando Norris e Charles Leclerc festeggiano sul podio di Zandvoort

McLaren imita Red Bull, è Norris il nuovo cannibale. Ferrari dà segnali di guerra in vista di Monza

di Giorgio Ursicino

Cambiano le carte in tavola, è una mano diversa. L’era del dominio Red Bull sembra finita, gioco del destino in concomitanza con l’abbandono del mago Newey che ha firmato tutte le monoposto vincenti della scuderia. Verstappen è sempre tosto e pronto ad infilarsi in ogni minimo spiraglio, ma la monoposto dei bibitari, che trionfava passeggiando, appare definitivamente archiviata. Dal Gran Premio di Spagna, disputato il 23 giugno sulla pista di Montemelò alle porte di Barcellona, la RB non vince più. Nelle cinque gare successive si sono arrampicate sul gradino più alto del podio tre volte la Mercedes e due la McLaren. Per giunta portando a svettare tutti e quattro i piloti, una vittoria per ciascuno con il bis di Lewis Hamilton. La notizia è questa.

Uno scenario completamente cambiato rispetto alla prima parte della stagione dove gli austriaci si erano presi sette GP sui dieci disputati. Merito degli sviluppi e delle monoposto ad effetto suolo che, dopo tre anni, non hanno più segreti, permettendo a McLaren, Mercedes e Ferrari di formare un magico poker. Adesso otto monoposto di quattro squadre, di corsa in corsa, partono per dominare e lo spettacolo è tutto un’altra cosa. Ieri, sulle dune di Zandvoort, nel nord dell’Olanda, il cannibale è stato Lando Norris che è passato per primo sotto la bandiera a scacchi con una superiorità netta. Dopo essere partito dalla pole ed aver segnato il giro più veloce all’ultima tornata, quando le gomme sono cotte e la concentrazione già a spruzzare champagne.

Proprio come faceva superMax ed il giovane inglese ha voluto mandare un messaggio importante proprio alla vigilia dell’atteso GP d’Italia in programma fra soli sei giorni. Con l’impresa di ieri la McLaren ha superato i 400 punti, arrivando a sole 30 lunghezze dai 434 della RB. Dire che il Campionato Costruttori sia completamente aperto è una banalità. Se il trend continuerà in questo modo, però, non è un azzardo presumere che anche il quarto Titolo Piloti dell’olandese volante torna in bilico perché i 70 punti di differenza fra i due, con nove gare ancora da disputare, non fanno certo dormire sonni tranquilli all’orange. Max ha contenuto i danni e, scattando dalla prima fila, è arrivato alla spalle dell’amico Lando facendo vedere che, per puntare alla sua corona, dovranno sudare senza rifiatare.

Sorpresa delle sorprese il terzo gradino del podio. Per la prima volta da quando corre il F1 il predestinato di Montecarlo, gioiello del Cavallino Rampante, ha sbagliato pronostico per difetto. Solo 24 ore prima aveva detto che salire sul podio a Zandvoort sarebbe stato un miracolo. Invece è avvenuto, senza l’aiuto di nessuna componente straordinaria. «Non me lo aspettavo», ha commentato Charles. Al traguardo sono regolarmente passate sotto la bandiera a scacchi le otto vetture migliori che, manco a dirlo, si sono prese le prime otto posizioni. Quindi i rivali c’erano tutti, il risultato è meritato e lascia bel sperare per la corsa casalinga all’Autodromo del Parco. Charles si è avviato sesto bruciando subito Perez con la seconda Red Bull.

Poi, con una strategia di gara super azzeccata, è stato richiamato ai box in anticipo per tentare un undercut su Russell e Piastri. Manovra riuscita, ma restava il dubbio che i due avrebbero potuto rendere lo scavalco nel finale di gara perché avevano i pneumatici più freschi. Niente di tutto questo, il Principino ha tenuto botta, senza dare cenni di cedimento al tramonto della corsa. Charles è arrivato a meno di tre secondi da Verstappen, precedendo Oscar con una McLaren che con Norris ha dimostrato di avere un passo migliore di tutta la concorrenza. Bene la Ferrari e bene il pilota.

Non da meno è stato Carlos che partiva fuori della top ten non essendo entrato in Q3 in qualifica ed ha chiuso quinto, staccato di poco più di sei secondi dal compagno di squadra. Insomma, l’anatroccolo visto il venerdì e il sabato è diventato un mezzo cigno la domenica, collaborando al massimo con le gomme Pirelli e cancellando il quasi secondo rimediato sul giro secco. Come è possibile? Temperature diverse e il ritmo di gara che non era emerso nelle prove. Vasseur, che aveva visto giusto nel non gettare la spugna ancora prima di cominciare, aggiunge un piccolo elemento: «Non ci siamo trovati bene con le coperture completamente nuove...». In qualifica è tutto, in gara la gomma nuova è solo per qualche giro...

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Martedì 27 Agosto 2024 - Ultimo aggiornamento: 28-08-2024 09:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA