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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Bici fra gli autobus a Roma

Nuovo Codice della Strada: il far west in città mette a rischio la vita dei ciclisti

di Giorgio Ursicino

Cartellino giallo. Anzi rosso. Il Presidente ha firmato la divulgazione di una legge derivata da un decreto dell’esecutivo, ma ha chiaramente detto che «così non si può fare». Per quanto ogni tanto si scherza sulle decisioni con poca logica prese dai nostri politici, quello che è accaduto questa volta è molto grave, specialmente per un paese considerato a lungo la patria del diritto. A Palazzo Chigi l’hanno davvero combinata grossa, sono andati “contro la legge” per fare approvare dei provvedimenti addirittura “fuori legge”, basati, invece che sulla civile convivenza, sulla deregulation totale. Alla faccia della sicurezza (stradale) ed anche della vita delle persone.

Mattarella si è trovato di fronte ad un vicolo cieco: o negare l’autografo e rimandare tutto al mittente generando parecchio caos, o apporre la sigla e passare, in qualche modo anche lui, dalla parte del torto. Con notevole senso di responsabilità da Capo dello Stato, ha scelto la seconda strada, ma si è giustamente indignato e i sassolini nelle scarpe che davano parecchio fastidio se li è tolti immediatamente. Anche perché, se la Corte Costituzionale dovesse dire che sono tutti matti, lui potrà sostenere che lo aveva almeno fatto notare.

La tirata d’orecchie costituzionale è al massimo livello perché il presidente della Repubblica ha preso carta e penna è scritto a due della tre più alte cariche dello Stato (le terza, anzi la prima, è lui) e al presidente del Consiglio. Il richiamo, in realtà, è imbarazzante, li rimanda tutti a scuola. Non è così che si fa un decreto. Un cumulo di articoli e commi (quasi 500) lievitati durante il passaggio in Aula. Mattarella non ha salvato nessuno. Il tema dei vari provvedimenti deve essere pertinente ed avere motivazioni d’urgenza come, a maggior ragione, richiede il periodo post pandemia.

Invece, anche deputati e senatori, hanno colto l’occasione con l’articolo 49 di suddetta legge di modificare ben 19 articoli del codice della strada (sai che urgenza...) per far circolare le biciclette contromano e magari far sfrecciare l’invenzione del secolo (i monopattini...) sul marciapiede. Un vero far west, per legalizzare il totale caos che già regna in alcune nostre città. Se non fosse una cosa serissima e pericolosa, sarebbe inevitabile riderci sopra. Già siamo presi in giro all’estero per il caos che c’è sulle nostre strane e, invece di formulare regole chiare e precise, si manda un autobus contro una bicicletta, incuranti delle vittime della strada che tornano a salire, soprattutto fra i soggetti “deboli”.

In realtà, quando certe modifiche hanno iniziato a circolare, quasi tutti sono rimasti sorpresi prima ancora che alterasse l’inquilino del Quirinale. Vediamo in dettaglio la sintesi delle modifiche al CdS passate come provvedimento di estrema urgenza, mentre sarebbe stato il caso d’intervenire con tutta calma (sono altre le cose impellenti) coinvolgando gli esperti che sanno di che cosa parlano. Non sembra che sia un approccio di questo governo, almeno in fatto di mobilità (nei giorni scorsi, come era ampiamente previsto, è finita una fascia di ecobonus introdotta soltanto ad agosto).

La cosa più grave e veramente senza senso è fare libera tutti nell’utilizzo delle biciclette. Una mezza follia. Forse vogliono lavarsi la coscienza per aver trascurato per anni le piste ciclabili che è l’unico modo per muoversi in sicurezza con la due ruote a pedali. Il vero pericolo, infatti (lo sanno tutti) è costituito dalla diversità dei mezzi e, invece di tenerli separati, si vuole metterli tutti insieme, vinca il più forte. Il rischio per un ciclista è 50 volte superiore a quello di un veicolo a quattro ruote? Chi se ne importa, peggio per loro. Le due ruote a pedali potranno viaggiare contromano e sulle corsie dei Jumbobus.

Andrebbero invece regolamento l’uso dei monopattini che in pochi mesi hanno invaso le nostre città e che non possono assolutamente sfrecciare fra le auto che quelle rotelline piccole piccole. Forse si vuole creare una società di soli atleti, da 20 a 30 anni, trascurando ancora, non solo le persone anziane, ma anche quelle “adulte”. E le signore con la gonna? Non ci interessano le categorie deboli... Poi vengono liberalizzati gli autovelox anche in città con il limite di 30 km/h: un modo di fare cassa autorizzato, senza nessun vantaggio per la sicurezza.

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Martedì 15 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 18-09-2020 19:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA