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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Oscar Piastri con la coppa del primo posto del GP d'Ungheria

Piastri meglio di Norris, McLaren la monoposto più in forma. Il nuovo scenario manda in tilt Verstappen

di Giorgio Ursicino

Vince la McLaren, trionfa Oscar Piastri. Il giovane australiano, nato 23 anni fa a Melbourne esattamente un mese dopo l’esordio di Fernando Alonso sulla pista della stessa città, conferma di essere un altro predestinato e conquista il suo primo gran premio alla trentacinquesima partecipazione. Per la prestigiosa squadra inglese, una delle più titolate in F1 che ha legato il suo nome a fenomeni come Fittipaldi, Hunt, Prost, Senna ed Hakkinen, è un ritorno in grande stile con una spettacolare doppietta. La squadra di Woking ha dominato la gara ungherese con una superiorità netta dimostrata già da qualche mese, senza approfittare minimamente di qualche sventura altrui.

Le due monoposto papaya sono scattate dalla prima fila ed hanno immediatamente salutato i rivali imponendo un passo insostenibile per tutti. Per i ragazzi guidati al muretto dall’ex ferrarista Andrea Stella è una grande soddisfazione che addirittura riapre il Mondiale, almeno quello Costruttori. Ora il ritardo in classifica dalla RB è di appena 51 punti e, con due piloti così in palla su una monoposto rapida ed affidabile, i giochi sono sicuramente riaperti quando mancano ancora undici tappe alla fine ed i punti disponibili sono ancora un’enormità. Il GP d’Ungheria, infatti, è stato il primo tassello del girone di ritorno. Ad animare la gara ci sono stati episodi che hanno reso incerto il risultato finale, proprio a causa delle strategie del team britannico che forse non è recentemente abituato a lottare per il vertice.

I primi otto piloti al traguardo sono gli stessi che occupano la vetta della graduatoria Piloti. E non è un caso che siano i driver delle prime quattro forze in circolazione che ormai hanno tracciato un solco fra loro e la concorrenza. Ipotecati i due gradini più alti del podio dal tandem Lando-Oscar, la lotta si è infammata per il terzo posto che ha visto impegnati tre vetture diverse con almeno quattro campioni a darsi battaglia fino alla bandiera a scacchi. L’ha spuntata l’imperatore Hamilton che, da quando la sua Mercedes ha dato segnali di ripresa, è tornato a ruggire come un tigrotto. Perez e Russell, settimo e ottavo per non essere entrati neanche in Q2 nelle qualifiche, sono arrivati a circa 40 secondi dal vincitore, Tsunoda e Stroll, gli ultimi due della top ten, hanno rimediato un distacco quasi doppio (circa un minuto e 20”).

Per salire la duecentesima volta sul podio Lewis ha fatto a ruotate con l’altro fenomeno Verstappen, riportando le lancette dell’orologio indietro di almeno tre anni. Max nel finale era un filo più rapido avendo le gomme più tenere e più “fresche”. Ma all’Hungaroring non è facile passare e il cannibale ci ha provato lo stesso in fondo al lungo rettilineo del traguardo. Il sette volte campione ha ritardato la frenata costringendo l’avversario ad andare lungo e perdere la posizione anche nei confronti della Ferrari di Leclerc. Alla fine l’olandese volante ha chiuso a panino fra le due Ferrari in scia una dell’altra. Patema d’animo c’è stato appunto anche per la vittoria, rimasta in bilico fra Piastri e Norris ed alla fine assegnata a tavolino dai giochi di squadra.

Nel finale l’inglese aveva sei secondi di vantaggio sull’australiano, ma all’ultimo pit stop era stato chiamato ai box prima il britannico del canguro che invece aveva priorità in quanto in testa. Appena rientrato, il baby veniva rassicurato: «Tranquillo Oscar, Lando ti ridarà la posizione...». E così è stato con una manovra alquanto plateale davanti ai box. La Ferrari ha corso bene, dando segnali di risveglio. Si è confermata in pista quarta forza attuale, ma il passo è stato quello di Mercedes e Red Bull. Vasseur ha apprezzato il passo avanti, Charles e Carlos restano realisti e fanno notare che gli altri sono ancora un po’ avanti e il Cavallino non può partire su nessuna pista per vincere.

Complessa la situazione di Verstappen che da quando non dispone più della monoposto migliore esterna un visibile nervosismo. Al via era riuscito a scavalcare Norris spingendolo fuori e poi ha polemizzato con la squadra sul comportamento da tenere tanto che nella radio si sentiva: «Max, ti stai comportando come un bambino...». Non è un bel clima con una Red Bull non più dominante e Toto Wolff accuciato fuori dalla porta con contratto e penna. Domenica prossima spettacolo nella mitica Spa, vedremo le evoluzioni.

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Lunedì 22 Luglio 2024 - Ultimo aggiornamento: 20:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA