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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
De Vries con la Mercedes vincitore di gara 1 di Formula E in Arabia Saudita

Scintille FE in Arabia Saudita: la serie delle monoposto elettriche diventa Mondiale

di Giorgio Ursicino

La Formula E diventa “grande”. Da questa stagione, infatti, avrà l’onore di fregiarsi del prestigioso titolo di “Campionato Mondiale”, il riconoscimento più esclusivo concesso dalla FIA, la Federazione Internazionale dell’Automobile, ad un evento motoristico. Un risultato niente male visto che la categoria delle monoposto elettriche ha anticipato di un soffio la svolta energetica della mobilità ed è soltanto alla vigilia della sua settima stagione. Non pensate, non era affatto una cosa facile, in quanto i requisiti da soddisfare erano molti e tutti parecchio impegnativi. Al via della serie devono esserci parecchi costruttori e il calendario deve toccare diversi continenti. In più, la formula deve dare garanzie di solidità, di un futuro roseo.

Un po’ come entrare in S&P 500: un ambito indice in cui è negato l’accesso alle start-up tanto che con la new economy ci sono aziende nella top ten della capitalizzazione planetaria ancora in attesa del sigillo di qualità. Sia come sia, la crescita è stata vertiginosa e, una carrozza troppo ricca, non può che perdere qualche gemma per strada. È il gioco delle parti, la legge dei grandi numeri. E non potrebbe essere altrimenti. Qualsiasi espansione, ha bisogno di un assestamento; soprattutto se bisogna convivere con una pandemia causata da un virus subdolo come non si conosceva da decenni. Lockdown a macchia di leopardo in tutto il globo che generano evidenti problemi ad un Circus nato per dare spettacolo fra le gente.

Nel cuore delle grandi metropoli in quanto, zero emissioni e zero rumore, sono certamente doti per fraternizzare alla grande. Così, la categoria ecologica ha sofferto più delle altre le limitazione agli assembramenti rispetto ad eventi che si svolgono in circuiti chiusi al pubblico o negli sterrati e nelle foreste. Per portare a termine la scorsa edizione si è deciso di disputare tutte le gare finali su uno stesso impianto, al centro di una grande e storica città (Berlino), ma in una zona che poteva essere off limits ai non addetti ai lavori (Tempelhof, l’ex aeroporto della capitale tedesca). Purtroppo le difficoltà sembrano ripetersi quest’anno, il calendario ha già subito degli aggiustamenti, degli spostamenti, ed è stato ufficializzato solo per la prima parte. L’E-Prix tricolore che si disputa a Roma ha la data del 10 aprile, fra poco più di un mese.

La Formula E, intanto, è alle prese con manovre più ampie ed importanti: protagonisti, costi, performance, filosofia. Finora l’invenzione di Alejardo Agag non ha sbagliato un colpo. Ma tutti sanno che, se è difficile imporsi, non è certo più facile confermarsi ai vertici. C’è da mantenere, insieme alla FIA, un magico equilibrio fra spettacolo, audience e costi. In più c’è il peso enorme di essere il testimonial della rivoluzione verde, la società carbon free che spazzerà il pianeta della mobilità. Un percorso che deve per forza essere vincente. Quindi si guarda avanti. A 5 anni o, perché no, anche a 10. Cosa accadrà? È vero che anche le corse diventeranno tutto zero emission? Pare di sì.

In ogni caso vedremo perché i costruttori di tutto il mondo stanno anticipando al 2035 la produzione del loro ultimo motore endotermico. Una realtà con la quale non si può non fare i conti e sulla quale la FE, la Federazione ed anche i costruttori impegnati dovranno confrontarsi. Una cosa è certa: le monoposto a batterie (ma in futuro potrebbero essere anche a idrogeno) se solo volessero potrebbero essere più potenti e veloci di quelle tradizionali. Questa volta lo hanno dimostrato le vetture di serie che, con il motore a induzione, sanno essere più potenti, rapide e intelligenti delle loro antenate che vanno a petrolio. Se ciò non è ancora avvenuto è solo per motivi di opportunità, lo sviluppo deve essere coerente, non fare due passi avanti e uno indietro.

Così il regolamento della Gen3 è quasi del tutto definito e si sta discutendo quello della Gen4. Visto che ogni Gen darà una media di 3-4 anni, siamo in zona 2030. Poi c’è un altro fatto che, a differenza di quanto potrebbe apparire, non è di per se un fatto negativo. Per la prima volta dalla sua nascita le FE ha perso per strada dei protagonisti. Non è un dramma. Anzi è la conferma che le monoposto elettriche sono diventate grandi. Non è mai esistita, infatti, una categoria del motorsport in cui fossero impegnati tutti i costruttori. Uno solo vince, tutti gli altri perdono. Meglio andare a pascolare su prati diversi in modo che ciascuno possa ritagliarsi la sua fetta di gloria indispensabile per scrivere una storia vincente da consegnare poi al marketing.

Ecco, il disimpegno di Audi e Bmw va letto un po’ in questo modo, marchi premium concorrenti che fanno sempre un po’ fatica ad essere imbrigliati da regole troppo rigide che contengono i costi, ma rischiano di penalizzare la creatività. La pandemia ha già fatto slittare la Gen3 da stagione 8 a 9 e ora si cerca di modulare i cambiamenti per non creare problemi con l’aria di crisi che c’è. Le anticipazioni della Gen3, però, già fanno sognare, potrebbero cambiare lo scenario. La potenza potrebbe arrivare a 350 kW (quasi 500 cavalli), l’accelerazione essere bruciante, la batteria fornita non più dalla McLaren (esordirà in FE come team), ma dalla Williams avrà la capacità di rifornirsi col la folle potenza di 600 kW in modo da fare un pit stop con tanto di ricarica in soli 30 secondi. Non proprio come una F1, ma è un tempo inferiore ai bolidi di Le Mans.

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Sabato 27 Febbraio 2021 - Ultimo aggiornamento: 01-03-2021 08:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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