Un’altra turbolenza su Stellantis. La forte frenata dei risultati della semestrale ha causato una denuncia presso il Tribunale Federale di Manhattan. L’azione legale sostiene che l’azienda avrebbe gonfiato il valore della azioni nel corso del 2024, facendo circolare valutazioni “eccessivamente positive” su scorte, pricing power, nuovi prodotti e margine operativo. Lo scostamento rispetto alla realtà è venuto fuori soltanto il 25 luglio, quando il top management ha illustrato i conti del Gruppo in vigorosa frenata, soprattutto dell’utile operativo rettificato. Il ricorso coinvolge chiaramente pure il ceo Carlos Tavares e la CFO Natalie Knight. L’agenzia Reuters, che ha divulgato la notizia, riporta anche la posizione di Stellantis attraverso una nota: «Questa causa è priva di fondamento e la società intende difendersi vigorosamente».
Sempre nello stesso documento si evidenzia che questo tipo di contestazioni è molto frequente negli Stati Uniti, specialmente quando il titolo scende in seguito a performance inferiori alla aspettative. Gli azionisti delusi che vogliono vederci chiaro accusano la compagnia di «essere stati tratti in inganno per non aver avuto in anticipo informazioni utili in modo da poter comprendere il reale andamento del business». In particolare lamentano che il gruppo transatlantico avrebbe ingannato il mercato nascondendo l'aumento delle scorte e altre debolezze. Il valore dell’azione Stellantis è crollato in poco più di un trimestre dai 29,40 euro registrati all’inizio di primavera ai poco più di 15 di mezza estate, cioè il giorno dopo Ferragosto. Di conseguenza la capitalizzazione si è più o meno dimezzata, scendendo dagli oltre 80 miliardi di euro ai 46 attuali.
L’amministratore delegato portoghese ha ammesso la sua delusione illustrando i conti dell’esercizio: «La performance della Società nella prima metà del 2024 è stata inferiore alle nostre aspettative, riflettendo un contesto settoriale difficile ma anche problematiche operative aziendali. Mentre da un lato si rendevano necessarie azioni correttive, ora in fase di esecuzione, dall’altro abbiamo avviato un’offensiva sui prodotti, che prevede non meno di 20 nuovi modelli da lanciare nel corso dell’anno, e che offrirà maggiori opportunità quanto più eseguita bene. Abbiamo molto lavoro da fare, soprattutto in Nord America». Ci sono da dire due cose. I risultati, non c’è dubbio, oltre che inferiori alle attese, sono obiettivamente molto negativi, con percentuali di calo notevoli.
A parziale giustificazione, però, l’andamento di quasi tutti i protagonisti del settore che è deficitario rispetto ad un 2023 da record. Le ragioni sono molteplici. Il muro alzato dagli USA alle elettriche cinesi si sta allargando anche in Europa dove sono partiti i prima dazi che non lasciano affatto tranquillo il comparto. Quasi tutti i costruttori si sono dichiarati contrari a misure protezionistiche perché temono la reazione di Pechino che potrebbe ripercuotersi sul più grande mercato automotive del mondo e sui costi di materie prime e componentistica specializzata, comprese le batterie. Altra causa che pesa sui risultati finanziari è l’andamento della crescita delle vendite elettriche inferiore alle previsioni. Molti costruttori hanno già rivisto le proprie strategie e quando succede questo a pagare è sempre il “margine”.
Quello di Stellantis si è mantenuto di un soffio a due cifre, una performance ottima se confrontata con quella di qualche anno fa, ma deficitaria rispetto allo scorso esercizio. Il Gruppo ha comunque confermato le due cifre anche per l’anno intero grazie al massiccio lancio di nuovi modelli ed a «operazioni correttive già intraprese». I ricavi netti da gennaio a giugno sono scesi del 14% a 85 miliari. Peggio è andata all’utile netto calato del 48% a 5,6 miliardi. Discesa simile per l’utile operativo rettificato crollato del 40%, a 8,5 miliardi. La gran parte del calo dipende dalle attività americane che trainavano il business di Stellantis. Nella seconda parte dell’anno diventerà operativa la joint venture con i cinesi per la commercializzazione delle vetture Lapmotors in molte aree del mondo.