Stellantis accelera sull’auto elettrica. Le turbolenze societarie, che hanno portato alla dimissioni del ceo Taveres, e il forte rallentamento delle vendite con pesanti ripercussioni sui risultati finanziari, non rallentano la transizione del gigante transatlantico. Ieri in Spagna è stato annunciato un importante accordo. Il gruppo italo-francese-americano, insieme agli specialisti cinesi di Catl, i più gradi produttori di batterie del mondo, realizzeranno una gigafatory a Saragozza in un impianto del costruttore di auto. L’investimento stanziato è di 4,1 miliardi di euro, la nuova fabbrica inizierà e produrre entro la fine del 2026 e potrà raggiungere una capacità annuale di 50 GWh.
L’obiettivo della nuova società e di realizzare accumulatori al litio ferro fosfato (LFP) su larga scala per vetture, crossover e Suv piccoli e compatti di autonomia intermedia. Fedele all’approccio della “doppia chimica”, Stellantis affianca questa tecnologia a quella del nichel manganese cobalto (NMC) che soddisfa altre esigenze. Per il colosso orientale si tratta della terza gigafactory in Europa dopo quelle in Germania ed Ungheria, mentre il paese iberico può ora vantare addirittura quattro stabilenti di batterie. Oltre alla realtà Stellantis-Calt che si svilupperà in Aragona, ci sono gli impianti di accumulatori che il gruppo Volkswagen sta costruendo a Sagunto vicino Valencia oltre a quelli che la compagnia cinese Envision prevede di aprire a Navalmoral de la Mata (Caceres) e il gruppo InoBat a Valladolid, in Castiglia y Leon.
Madrid si conferma così molto abile nell’attrarre investimenti automotive visto che già da decenni ospita fabbriche di assemblaggio e di componenti di tutti i principali costruttori, non solo europei. Il premier Pedro Sanchez ha espresso la sua soddisfazione dopo aver incontrato, accompagnato dal ministro dell’Industria Jordi Hereu, il ceo di Catl Robin Zeng. L’intesa spagnola potrebbe influire in parte anche sulle sorti dalla nostra gigafactory prevista a Termoli, ma che è stata fermata per il rallentamento della transizione. La fabbrica italiana, in realtà, non è totalmente di Stellantis, ma di una joint-venture nata tutta francese nel 2020, fra il costruttore automobilistico e la Saft, una società totalmente controllata dal gruppo energetico TotalEnergies, alla quale si sono aggiunti due anni più tardi i tedeschi di Mercedes.
In stand-by, oltre all’impianto del sud Italia, c’è anche quello di Kaiserslautern in Renania-Palatinato, mentre è già operativo quello francese di Billy-Berclau. I vertici di ACC hanno ribadito che annunceranno il da farsi nella prima metà del 2025 perché stanno valutando le necessità che devono essere tarate sul ritmo della transizione. Stellantis ha reso noti anche i piani dall’altra parte dell’Atlantico dove i partner non sono cinesi, ma coreani: due gigafactory in costruzione, una con LG l’altra con Samsung.