Tesla Model Y Performance, lo stato dell'arte dell'auto elettrica: 250 km/h, 0-100 in 3,5 secondi
Forse Elon Musk ha perso lo scettro di uomo più ricco del mondo e Tesla, non c’è dubbio, sta attraversando diverse difficoltà. Le vertiginosa crescita ipotizzata dalla casa automobilistica è momentaneamente sfumata e, nelle varie aree geografiche del mondo, magari per motivi diversi, il brand sta faticando assai per non ripiegare nel conteggio delle vendite. Insomma, una fase un po’ così che si può tranquillamente definire quantomeno “turbolenta”. Sia come sia, le vetture elettriche del costruttore texano, nonostante tutto, continuano ad essere «un riferimento dal punto di vista tecnologico», con contenuti di primissimo piano accompagnati da prezzi estremamente competitivi rispetto alla concorrenza, anche di quella sempre molto arrembante dell’ex Celeste Impero.
Certo, per riprendere la corsa è indispensabile che il genio-visionario rimetta la testa nel business e, per questo, il Cda del colosso texano ha proposto ad Elon un compenso “monstre” (mille miliardi di dollari...) a fronte di un impegno a lunga gittata. Se Musk accetterà, non facendosi sedurre da altre chimere che aleggiano nell’aria, si riprenderà senza dubbio la sua leadership di paperone del globo terracqueo perché la mobilità è un affare globale che riguarda i più e muove montagne di soldi. Che le auto Tesla siano tuttora all’avanguardia lo conferma senza timore l’ultimo arrivo sul nostro mercato. Ad inizio dell’anno è stato lanciato l’atteso new Model Y, non un veicolo qualsiasi, ma l’auto che nel 2023 e nel 2024 è stata «la più venduta della Terra».
Un bel passo in avanti sia per l’estetica che per la sostanza restando, più o meno, sullo stesso range di prezzi. Ora è la volta di introdurre la ciliegina sulla torta, un passaggio ormai tradizionale per le Tesla di grande produzione. Arriva così la versione “Performance” che si posiziona al vertice della gamma del modello. Un tipetto che ha già dimostrato, durante la precedente generazione, l’enorme potenziale della motorizzazione elettrica e gli orizzonti senza confini della nuova mobilità. Tesla Model Y Performance fa a polpette le rivali termiche della sua stessa categoria, non solo per lo “spessore ecologico”, con l’azzeramento delle emissioni e del rumore, ma anche dall’angolazione prestazionale: l’americana fa un sol boccone degli avversari con motore a scoppio, soprattutto di quelli con un listino intorno a 60 mila euro come il suo.
In questo caso, senza ombra di dubbio, vince il “pacchetto”: non c’è alcun altra vettura, elettrica o termica che sia, che offre a questi livelli di prezzo quello che mette sul tavolo la texana. Tanto per avere un’idea, la Model Y Performance ha 460 cavalli, la trazione integrale, raggiunge i 250 km/h, riesce a percorrere con una ricarica (chiaramente al “ritmo” WLTP) quasi 600 chilometri e, udite udite, accelera da 0 a 100 in soli 3,5 secondi, un tempo da supercar due posti non di un comodo Suv. L’insieme, a quanto pare, è particolarmente apprezzato dai clienti italiani di punta che sono dei veri appassionati e competenti di auto. In effetti, i 250 all’ora e 3,5” per lo 0-100 non si trovano facilmente su uno sport utility da 60 mila euro. Anzi, è praticamente impossibile scovarli anche scandagliando tutti gli showroom.
La Perfomance, di base, sfrutta tutti i miglioramenti della rinnovata Y, una vera e propria re-ingegnerizzazione che esalta efficienza, sicurezza, connettività e comfort, oltre ad un design, sia interno che esterno, significativamente rivisitato. La filosofia Performance è da prima della classe, la velocità e la dinamica, che sono una marcia in più, coesistono con la comodità e l’equilibrio necessari nell’utilizzo quotidiano. Tutte le Model Y ultima evoluzione possono avere l’Autopilot e gli aggiornamenti software over-the-air, oltre al tetto panoramico con i vetri acustici su tutto l’abitacolo e lo schermo posteriore da 8 pollici con i sedili della seconda fila reclinabili elettricamente. Sulla Performance, inoltre, i tecnici Tesla hanno lavorato in modo specifico sugli scudi paracolpi anteriore e posteriore e sullo spoiler in carbonio per aumentare la stabilita alle alte velocità ottimizzando la penetrazione.
I cerchi forgiati Arachnid 2.0 con il diametro molto generoso da 21 pollici per una vettura che dovrebbe privilegiare la gestione dell’energia: la certezza che Performance non accetta compromessi in tema di prestazioni. Anche l’estetica domina la scena, ma con un approccio molto discreto ed elegante: le pinze dei freni sono rosse, un badge specifico è sul portellone così come nei proiettori sottoporta, le calotte degli specchietti ed i paraurti hanno finiture in nero lucido, i sedili anteriori vantano un’estensione elettrica del cuscino poggiacosce, ci sono inserti in carbonio sul cruscotto e nei pannelli porte ed infine la pedaliera è in alluminio. Il nuovo touchscreen da 16” offre l’80% di pixel in più rispetto al precedente da 15,6, mentre la batteria ha inedite celle che garantiscono una maggiore densità a parità di peso. La drive unit garantisce prestazioni più elevate e ci sono sospensioni adattive che regolano in tempo reale l’assetto.

