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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Frédéric Vasseur il team principal non si abbatte dopo il Bahrain

Vasseur tiene alto il morale Ferrari: «Il progetto non è sbagliato, ci sorprende l'affidabilità»

di Giorgio Ursicino

A tenere la barra dritta ci persa Frédéric. È il suo compito. Anzi il suo lavoro. Ci mancherebbe che un team principal del suo spessore contribuisse a gettare panico in strada. Vasseur analizza la situazione dal suo punto di vista e in pochi hanno la competenza per poterla conquistare. Certo lo scenario è diverso da quello visto dal povero Charles che, appena sceso dalla sua SF-23 dopo aver fatto il diavolo a quattro ha visto alcuni passaggi dei cacciabombardieri austriaci scrutando la sua rossa ammutolita. «Questi sono di un’altra categoria. Avranno inventato qualcosa...». Subito si è scatenata la caccia alle streghe per scoprire il rivoluzionario marchingegno. Una teoria molto gettonata, che potrebbe giustificare le performance superbe della RB19 e la sua eleganza nei cambi di direzione a prescindere dalla quantità di carburante, racconta di una magica sospensione anteriore in realtà diversa da quella dei principali rivali.

Adrian Newey, inventore più di trent’anni fa delle sospensioni attive sulla Williams poi vietate dalla Federazione, potrebbe aver introdotto qualcosa di simile, ma del tutto regolare. La Red Bull avrebbe un avantreno precisissimo, sempre incollato al terreno, dal semaforo alla bandiera a scacchi. Una mossa da scacco matto per una monoposto ad effetto suolo che genera il carico aerodinamico da sotto invece che da sopra. Vasseur rispetta gli avversari, ma guarda il comportamento del Cavallino, unica variabile sulla quale può incidere per ridurre velocemente il gap. Il ragionamento ascoltato da lui fila ed a questo bisogna ancorarsi se non si vuole andare in vacanza subito. Il nuovo condottiero di Maranello difende una creatura non sua, un «atto dovuto» per un papà adottivo.

E non vuol sentir parlare di progetto sbagliato. Può benissimo non essere una questione congenita, ma di assetti ottimali che devono essere ancora trovati. Serve analizzare e lavorare, di gettare la spugna non se ne parla proprio. Più deluso il TP è per l’affidabilità, non si aspettava proprio di perdere una macchina per problemi alla power unit. Ammette di non sapere ancora esattamente di cosa si tratti, l’ipotesi che possa essere la centralina piuttosto che l’unita termica, non può essere una scusa, i punti persi ormai sono volati via e proprio sulla vettura numero 16 erano state sostituite prima del via batteria e centralina per motivi precauzionali. L’ingegnere francese è invece convinto che si possa lavorare sulla finestra di utilizzo dei vari pneumatici Pirelli in modo da stabilizzare l’usura, avere un degrado più graduale che permetta di avere un ritmo di gara sempre elevato.

Proprio come fanno le Red Bull che non volano solo con super Max, ma anche col messicano Perez. Parecchi sono pronti a scommettere che l’olandese a passeggio non abbia spremuto il suo bolide, mentre ai ferraristi e scoppiato un cuore e le coperture dure di Sainz si sono cotte per inseguire la Aston di Alonso e difendersi dalla Stella di Hamilton che alla fine ha impiegato lo stesso tempo per fare la gara. Horner ha commentato così le prestazioni della “verdona”: «Sono contento, la vecchia Red Bull va sempre forte...». Il riferimento ai suoi tecnici che fanno tendenza è più che evidente. Sia come sia, Fernando, a parità di gomme, nel finale ha rifilato un secondo al giro al connazionale di Maranello che, al pari del predestinato, non era certo contento. Nel passo sulla distanza anche la AM è sembrata in vantaggio.

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Mercoledì 8 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 09-03-2023 13:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA