Verstappen magnifico vince ancora. E il prossimo weekend correrà la 4 Ore del Nurburgring con la Ferrari 296 GT3
Fa proprio un altro sport. Max Verstappen, non c’è dubbio, ha una marcia in più rispetto a tutti i rivali e, quando gli capita l’occasione, è veramente infallibile. Che sia così lo conferma l’“autorizzazione” che l’intero stato maggiore della Red Bull gli ha concesso per partecipare, il prossimo weekend, alla 4 Ore del Nurburgring riservata alle vetture turismo. L’olandese fa sul serio e la scorsa settimana si è sottoposto a tutti gli “esami” per dimostrare di essere in grado di affrontare i quasi 25 chilometri dell’Inferno Verde. E, udite udite, se deciderà veramente di scendere in pista fra i comuni mortali, lo farà con una Ferrari, la 296 GT3. Ad uno così non si può dire di no e, per di mantenerlo legato a se, gli si concede quello che altri non si sognerebbero neanche di chiedere.
Il 4 volte campione del mondo in Azerbaijan domina dal semaforo alla bandiera a scacchi acchiappandosi, oltre la pole, anche il giro più veloce in gara. Dopo le numerose interruzioni nelle qualifiche, c’è stata stranamente solo la safey car iniziale per il botto bis del capofila del Mondiale Piastri che si è appiccicato alle barriere con le gomme fredde. Poi è tutto filato liscio, con poche emozioni. Max conquista il secondo trionfo di fila, il 67° della sua carriera e i bottini di Lewis e Schumi, i soli che lo precedono in questa speciale graduatoria, sembrano avere i giorni contati visto che il fenomeno ha solo 27 anni. Con l’impresa di ieri, la seconda personale a Baku, l’orange riapre la battaglia per il secondo posto nel Costruttori anche alla Red Bull e, incredibile ma vero, ritrova qualche speranza anche per la sua quinta corona nel Piloti.
Fra i team Mercedes, Ferrari e proprio RB sono in una manciata di punti: i tedeschi hanno scavalcato gli italiani, 290 a 286, mentre gli austriaci si sono rifatti sotto a 272. Fra i driver, invece, la pessima giornata dei ragazzi papaya, ha riportato l’orange a meno 69 da Piastri, un ritardo ancora consistente, ma molto inferiore ai 94 di prima. Monza e Baku sono due piste anomale, a basso carico. Ora bisognerà vedere quanto i bibitari hanno recuperato sulla McLaren dove serve più carico. Max non si sbilancia, ma fatica a trattenere il sorriso: «Al titolo non voglio pensare, l’ho dato per perso. Correrò gara per gara e poi vedremo. Già a Singapore le condizioni saranno diverse, se dovesse andare bene anche lì...».
Oltre al fenomeno, il Gran Premio di Azerbaijan ha premiato la Mercedes che si trova a proprio agio sui tracciati con molti “stop and go” e, soprattutto, quando la temperatura è particolarmente bassa. Russell, non al massimo della forma fisicamente, ha fatto una gara maiuscola agguantando il secondo posto a poco più di 10 secondi da Max. Fra le sorprese i ragazzi che partivano davanti: l’ex ferrarista Sainz ha riportato sul podio la Williams dopo diversi anni; Lawson, con la faentina Racing Bulls, ha chiuso quinto, davanti a Tsunoda, che ha preso il suo sedile in RB, e dietro ad un ottimo Antonelli che rafforza la posizione della Stella. McLaren e Ferrari, come in qualifica, hanno profondamente deluso rimontando ben poco. Norris è solo settimo e recupera solo 6 punti ad Oscar che esce con uno zero in pagella.
I Cavallini sono addirittura ottavo e nono, con Hamilton che precede Leclerc. Fallisce pure il tentativo (per soli 4 decimi...) di scambiarsi di nuovo le posizioni fra i due dopo che Charles aveva lasciato passare Lewis che tentava di attaccare nel finale avendo le gomme più morbide. Una gara veramente opaca su un tracciato che sembrava amico. Le SF-25 non riuscivano a superare in fondo al lungo rettilineo dove si può sfruttare l’effetto scia specialmente con l’ala mobile. Fred Vasseur dà una spiegazione molto simile a quella del monegasco: «Abbiamo fallito in qualifica non in gara. Il passo c’era ma partendo dietro non si può fare molto, in fondo al rettilineo non avevamo energia sufficiente per concretizzare i sorpassi e siamo rimasti nel gruppo. La nostra monoposto è simile alla McLaren, quando loro non dominano, anche noi abbiamo molte difficoltà».

