Verstappen pilota unico, non conosce errori: quando le condizioni diventano difficili gli avversari vanno in tilt
Forse sta pensando di riaprire il Mondiale. Quello Piloti, s’intende, perché quello Costruttori ha preso la strada di Woking da tempo immemorabile. Anche se a parole il ribaltone non l’ha mai preso in considerazione, argomentando che «il titolo è un duello riservato ai piloti papaya», di super Max non ci si può certo fidare quando si parla di imprese sensazionali. Dopo la zampata del fenomeno messa a segno a Monza, quando l’olandese ha conquistato pole e vittoria con una monoposto assettata in modo estremo che solo lui avrebbe potuto guidare, Verstappen si è ripetuto in Azerbaijan dando dimostrazione di una grandezza unica. Toto Wolff, il principe dei team principal, non voleva essere offensivo nei confronti dei suoi driver quando ha definito l’orange, proprio dopo l’esibizione nel Parco, «l’unico vero pilota di Formula 1...».
All’ombra delle mura medievali di Baku, le qualifiche sono diventate una lotteria. Ad un circuito parecchio veloce e con le barriere vicinissime, si sono aggiunte le temperature molto più basse, le raffiche di vento e pure qualche goccia di pioggia, almeno in Q3. Cosa è successo? Sono andati quasi tutti nel panico, si sono ribaltate le gerarchie, i favoriti hanno fatto tilt e il fenomeno, partendo per ultimo nel tentativo finale della Q3, si è andato a prendere la pole position con nonchalance, segnando il miglior tempo dell’intero weekend. Disarmante. Oggi partirà davanti a tutti con alle spalle ragazzi, come Sainz, Lawson e Antonelli, che non hanno certo dei razzi fra le mani. Se fosse un tracciato normale, Max avrebbe messo più di un’ipoteca sul risultato finale, ma in Azerbaijan la safety car è sempre dietro l’angolo e i vantaggi si possono azzerare.
Basta notare che, durante le qualifiche, la direzione gara ha dovuto interrompere la giostra per ben 6 volte con la bandiera rossa, nuovo record di tutti i tempi. Alla performance sublime del quattro volte campione del mondo, fanno da contraltare le prestazioni quasi imbarazzanti di Ferrari e McLaren, le due squadre che sembravano più in forma. Il primo driver delle due corazzate, Norris, parte solo settimo, precedendo il compagno Piastri nono in griglia. Ancora peggio hanno fatto i ferraristi: Leclerc scatterà decimo, Hamilton addirittura dodicesimo. I migliori 4 delle 3 sessioni di prove libere si sono sciolti quando il cronometro contava per davvero. Charles ed Oscar si sono appiccicati alle barriere nello stesso modo, inchiodando le gomme dopo aver già impostato la traiettoria, quindi senza possibilità di imboccare la via di fuga.
Lewis e Lando quantomeno non hanno graffiato. Hamilton, che venerdì aveva promosso le gialle medie per l’assalto alla pole, risultando più rapido di Leclerc con le rosse morbide, non è riuscito a mandarle in temperatura. Stesso problema per Charles che invece si è ammucchiato. Sbagliata quindi la strategia? Frédéric Vasseur spiega con dovizia di particolari che non è così: «Lewis non aveva la benzina per fare un giro in più perché in qualifica non si mette carburante in eccesso. Eravamo obbligati ad usare le gialle perché così c’eravamo organizzati e quelle erano disponibili. Il cambio repentino delle condizioni non era ipotizzabile...». In realtà Max e le due McLaren avevano ancora delle rosse, ma solo il campione immenso è riuscito a metterle a frutto. I due pupilli di Andrea Stella, infatti, hanno baciato i muretti in maniera diversa anche con le rosse...

