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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Oliver Blume, Ceo della Porsche ed ora anche del Volkswagen Group

Volkswagen Group, cambio al vertice non programmato: il capo della Porsche Blume prende il posto di Diess

di Giorgio Ursicino

Una rivoluzione nella continuità. Il consiglio di sorveglianza della Volkswagen ha annunciato a sorpresa che, dal primo settembre, non ci sarà più Hebert Diess nel ruolo operativo più importante del colosso di Wolfsburg, l’azienda più grande d’Europa, con oltre 600mila dipendenti in tutto il mondo e più di 200 miliardi di euro di fatturato. Se l’uscita del manager ex BMW è stata una sorpresa, visto che aveva un contratto ancora in essere e recentemente prolungato, scontata è invece la nomina del suo successore, Oliver Blume, ratificata e comunicata ieri al termine della riunione dello stesso Cds.

Quali siano le cause dell’improvviso cambiamento non è dato sapere, il presidente di cds Hans Dieter Poetsch ha avuto parole di ringraziamento per Diess, mentre i massimi rappresentanti dei due rami della famiglia Porsche-Piech che controllano il gigante hanno dato il benvenuto al successore Blume. Quest’ultimo era il numero due del gruppo, di fatto il successore “in pectore”. Dal 2015 era alla guida della Porsche, l’azienda che ha il nome della famiglia e che ora potrebbe essere quotata in Borsa capitalizzando quasi 100 miliardi. Che cosa non ha più funzionato nel rapporto tra Diess e la famiglia?

Difficile dire, nella guida di una società tanto grande spesso ci sono motivi di attrito che non compaiono alla luce del sole. Un’accelerazione troppo forte verso l’elettrico? Non si direbbe, visto che proprio questo è uno dei motivi per cui Poetsch ha apertamente elogiato Diess. Un altro argomentodi confronto era stata la velocità di Cariad, la controllata che si occupa del software di tutto il Gruppo, una divisione diventata cruciale con la nuova mobilità. Non ultimo potrebbero essere le turbolenze intorno a tutta l’industria tedesca per le conseguenze della guerra, del caro energia e della fine del ventennio Merkel caratterizzato da grande stabilità.

Diess tempo indietro ha avuto profondi attriti con il potente sindacato tedesco che è anche all’interno del consiglio di sorveglianza. Blume avrà molto da fare perché la famiglia gli ha chiesto di rimanere alla guida anche di Porsche in un momento delicato come questo. Avrà però una valida spalla per gestire l’operatività. Il cds lo ha infatti affiancato da Arno Antlitz, il potente direttore finanziario del gruppo nominandolo coo, una sorta di direttore generale, posizione che prima non c’era. Blume lavora in Volkswagen dal 1994 ed ha ricoperto ruoli di prestigio in quasi tutti i marchi. Nel 2015, con l’allontanamento di Winterkorn e lo spostamento di Muller da Stoccarda a Wolfsburg, fu proprio Wolfgang Porsche ha volerlo alla guida del brand sportivo. Nel 2018 era entrato a far parte anche del consiglio di gestione di Volkswagen Group.

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Domenica 24 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 25-07-2022 11:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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