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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Mattia Binotto, il team principal della Ferrari

Yas Marina, Red Bull torna a dominare, Mercedes arranca, Ferrari sta nel mezzo. Intanto Binotto si toglie, con classe, qualche sassolino dalla scarpa

di Giorgio Ursicino

Yas Marina non è Interlagos. Abu Dhabi e San Paolo sono circuiti parecchio diversi. La pista nel Golfo è moderna. Piatta come un biliardo, visto che gira sfiorando il mare, dolce con le gomme ed invita alla strategia di una sola sosta. Il tracciato brasiliano è “vecchio stile”. Arrampicato sulle colline della metropoli più grande del sudamerica a quasi mille metri di altitudine, raspa abbastanza gli pneumatici e consiglia vivamente di fare il doppio pit stop. Nella Formula 1 attuale, quella dell’era ibrida e del ritorno dell’effetto suolo, tanto basta per ribaltare le gerarchie. Domenica scorsa la graduatoria sembrava granitica. Le Stelle scintillavano da tutte le parti tanto che hanno fatto una perentoria doppietta. Le Rosse seguivano senza speranza di acciuffarle. Le monoposto fresche campioni del mondo Piloti e Costruttori davano l’impressione di essersi sciolte come neve al sole, negando ai propri driver ogni velleità di combattere.

Nella calda notte degli emiri la frittata si è ribaltata. La Ferrari è rimasta in mezzo al panino, le Red Bull sono all’improvviso risorte, le Mercedes tornate “terza forza”. Questo in qualifica, sia ben chiaro. Cominciamo dalle certezze. Max ha fatto l’ennesima pole di una stagione straordinaria ed oggi punterà al 15° trionfo nell’anno d’oro 2022, un record straordinario. Al suo fianco scatterà Perez che non avrà bisogno dell’aiuto del compagno perché, forse, sarà volato via. In seconda i due cavallini, con Charles davanti a Carlos, confermandosi un’ottima coppia, capace di esprimersi su livelli quasi pari (fra loro ci sono solo 15 centesimi). Ancora meno il divario fra i due arcieri delle Frecce che monopolizzano la terza fila: l’Imperatore Lewis precede il connazionale baby fenomeno George di appena tre millesimi, una differenza inesistente nel mondo degli umani.

La cosa che fa sorridere è l’atmosfera in Red Bull e il modo, semplice semplice, di analizzare i fatti di quel discolo di Verstappen. Il tulipano è molto diretto e, a quanto sembra, assolutamente poco “politico”. A San Paolo è sembrato in preda ad un capriccio, tanto da non rinunciare ad un anonimo per lui sesto posto per darlo a Checo alla disperata ricerca del titolo di vice campione conteso a Leclerc. Il cervellotico comportamento aveva irritato anche il team che pure è totalmente a suoi piedi visto il talento straordinario dell’olandese. «Ne abbiamo già parlato, vi ho già detto che non l’aiuto», ha risposto via radio ai box che si affannavano a chiedergli quello che avrebbe dovuto intuire da solo, cioè dare strada. Chiarita la questione a bocce ferme, non è rimasto il minimo rancore e ieri Max ha conquistato la pole offrendo gentilmente la scia a Sergio, un aiutino che ha permesso al messicano di stare davanti al principino.

Max è fatto così: quando una cosa non gli va, conviene chiarirla, altrimenti è capace di scatenare il leone contro il primo criceto che passa. Con tutto il rispetto per quel signore di pilota che è Sergio Perez. Passiamo alle sensazioni. C’è l’impressione che le Red Bull quandi si spegnerà il semaforo se ne andranno: Max verso il primato, Checo verso il titolo di consolazione. Per quanto visto nei mini long run, la lotta Ferrari-Mercedes sarà una battaglia targata Pirelli e qui la superiorità dei tedeschi sul ritmo di gara è più consolidata che sul giro veloce. Se le gomme delle SF-75 degraderanno, come si visto nelle prove di venerdì e più volte nella seconda parte della stagione, le Frecce potrebbero passare ma, se le Red Bull sono in fuga, sarà sufficiente per chiudere il Mondiale al secondo posto nel Costruttori. Centrato un obiettivo su due. Ma questo sulla carta perché un gran premio di Formula 1 può essere tutta un’altra cosa.

Nel paddock Mattia Binotto, con la solita calma e pacatezza ha dato il suo punto di vista sul polverone mediatico del suo licenziamento: «è evidente che chi guida la Ferrari in F1 può essere sempre in discussione. Ho parlato con il presidente e lo faccio sempre anche con il nostro ceo e la Scuderia ha deciso di prendere in considerazione una presa di posizione: quelle indiscrezione, alle stato attuale, “sono assolutamente prive di fondamento”. Io non ho altro da aggiungere e continuo a fare il mio lavoro, devo motivare tutta la squadra a dare il massimo nel concludere l’ultima gara che per noi ha obiettivi molto importanti e spingere gli uomini a casa che stanno facendo un grande lavoro sulla monoposto 2023 sulla quale stanno dando tutto da mesi». Stile Binotto, non ha voluto infierire su chi aveva celebrato in anticipo il suo eventuale funerale sportivo. 

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Domenica 20 Novembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 22-11-2022 09:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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