Un'immagine del salone nautico di Cannes

Lusso all'italiana, allo Yachting Festival di Cannes tante le proposte made in Italy

di Sergio Troise
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CANNES - L’incubo terrorismo s’è dissolto sotto il sole tiepido della Costa Azzurra e nelle fresche brezze serali della Croisette, mentre magnifici yacht, super yacht e mega yacht si cullavano nelle acque di Cannes, lasciandosi ammirare tra Vieux Port e Pierre Canto, dove è andato in scena, dal 6 settembre a ieri, lo Yacht Festival, primo salone nautico di fine estate, cui farà seguito Genova, in programma dal 20-25 settembre.
Lo Yacht Festival di Cannes ha messo in mostra circa 600 barche, un centinaio in anteprima mondiale, confermandosi appuntamento imprescindibile per presentare i prodotti di maggior prestigio, settore nel quale noi italiani recitiamo un ruolo di primissimo piano. E nella rassegna francese il Made in Italy si è confermato infatti all’avanguardia, grazie ai big del settore scesi in campo con una flotta imponente, che ha messo in mostra il meglio del design, della tecnologia e dell’innovazione. Azimut-Benetti, Baglietto, Ferretti Group i nomi più prestigiosi dell’Italian Style, presente con una serie di novità importanti, anche se destinate prevalentemente all’export (il mercato italiano è in lenta e faticosa ripresa).
 

 

Il pubblico dell’evento francese rappresenta una platea di grande appeal: in testa i magnati russi e americani, i nuovi ricchi cinesi, sceicchi e sultani arabi. Per i ricconi del pianeta l’organizzazione ha allestito addirittura un’area specifica, denominata La Terrasse, con accesso esclusivo, collegamenti in elicottero dall’aeroporto Cote d’Azure in 7 minuti e una serie di proposte legate non solo al mare e alle barche: anche supercar, aviazione privata, gioielleria, orologeria, immobili, hotel, moda, arte.

In questo contesto la maxi holding del mare targata Ferretti (stile e tradizione italiana, capitali cinesi) ha partecipato con una flotta di oltre 20 modelli, fra cui ben sei novità mondiali, per i marchi Pershing, Custom Line, Ferretti Yachts, Riva. Uno spettacolo a sé il nuovo Rivamare, ennesimo erede della dinastia nata negli anni 60 con Aquarama. Azimut-Benetti (quasi 300 imbarcazioni in un anno, tra le quali i nuovi Fly in carbonio, i nuovi Fast Benetti con propulsione Rolls Royce e i giga yachts sopra i 90 metri) ha puntato sul nuovo 66 Flybridge, ma sono stati ben 17 i modelli a marchio Azimut esposti: dal piccolo Atlantis 34 al Grande 95RPH, già segnalatosi per alcune novità come la plancia rialzata e un flybridge di oltre 60 metri quadri. Quanto a Baglietto, ha presentato due anteprime mondiali: il 46m Fast e il 54m Unicorn. Il primo inaugura la linea degli yacht veloci del cantiere spezzino, l’altro è un dislocante appena consegnato ad un armatore europeo. A Cannes hanno recitato ruoli di primo piano anche San Lorenzo e Monte Carlo Yacht, quest’ultimo con l’anteprima mondiale del magnifico MCY 80. Il redivivo cantiere Canados (sede a Ostia, proprietà francese), ha esibito il nuovo 76GT e annunciato una nuova linea di prodotti che potrebbe rilanciare definitivamente lo storico marchio laziale.

Si è fatto notare, per lo stile originale e le soluzioni hi-tech anche lo Sherpa, nuovo entry level della gamma Arcadia, cantiere napoletano specializzato in yacht eco-friendly, che si prepara a varare anche imbarcazioni oltre i 100 piedi, le più prestigiose e remunerative, destinate all’export. Secondo una stima di Deloitte e Altagamma vale 19 miliardi di euro il mercato mondiale della nautica, con circa 800 mila unità vendute nel 2015 (+14% sul 2014). L’order book 2016 dei super yacht, inoltre, è stimato in 295 unità per un valore di 8,7 miliardi di euro e l’Italia si conferma secondo produttore nautico al mondo dopo gli Usa e il primo nel settore dei super yacht (oltre i 24 metri).
Secondo gli analisti più accreditati, la sfida, ora, è operare su molti più mercati e conquistare i consumatori più alti.

“L’opportunità, ma anche l’imperativo categorico, è conquistare la clientela più sofisticata ed abbiente, che continua a crescere del 7,5% all’anno nel mondo intero, come sta facendo l’industria del lusso nel suo complesso”, ha dichiarato nei giorni di Cannes Armando Branchini, vice chairman di Altagamma, la fondazione che ha accolto al suo interno Nautica Italiana, ovvero i marchi più prestigiosi del made in Italy usciti polemicamente da Ucina e da Confindustria e decisi a organizzare a Milano un salone alternativo a Genova, dal 2017. Una situazione a dir poco incresciosa, finita all’attenzione del governo: il ministro Calenda ha fatto sapere che “verranno tagliati i finanziamenti al Salone di Genova se non ci sarà un accordo tra le due associazioni di categoria”. I presidenti-rivali (Carla Demaria di Ucina e Lamberto Tacoli di Nautica Italiana) si sono detti “pronti al dialogo e disponibili a collaborare”. Ma segnali concreti, al momento, non se ne vedono.
 

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Martedì 13 Settembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 00:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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